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Sanità | 05 novembre 2017, 09:18

Ricette di salute: “Mentre noi li educhiamo alla perfezione, loro ci insegnano a essere felici senza ragione”

E’ il momento di affrontare un tema delicato, l’educazione alla felicità, con la Ricetta di Salute delle Psiconcologhe Giulia Zucchetti e Simona Bellini del reparto di Psiconcologia Pediatrica dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita” di Torino.

Ricette di salute: “Mentre noi li educhiamo alla perfezione, loro ci insegnano a essere felici senza ragione”

(TRATTO DAL LIBRO, “Ricette Favolate di Fata Zucchina
Ricette di Salute – “Mentre noi li educhiamo alla perfezione, loro ci insegnano a essere felici senza ragione”)

I bambini hanno i loro tempi, in tutto; e possono essere tempi diversi per ciascun bambino. In una società in profonda trasformazione come la nostra, attraversata da una drammatica crisi educativa e da ritmi frenetici che non lasciano spazio a relazioni stabili, li ritroviamo spesso insicuri, fragili, stressati fin da piccoli, sottoposti a pressioni, misure e richieste. I bambini di oggi faticano ad essere bambini. Perché? Sempre più spesso soffrono l’assenza di un “porto sicuro”, cioè di un riferimento affettivo e valoriale che permetta loro di esplorare il mondo e di poter tornare indietro. Assecondare il ritmo del loro percorso evolutivo - valorizzando tanto l’esperienza positiva, quanto quella negativa - rafforza la loro autostima e fa di loro futuri adulti consapevoli e sereni. Ma non c’è nulla di facile in tutto questo, soprattutto se subentra la condizione della malattia, o della sofferenza. Infatti, non basta dire ai bambini: “Devi avere più fiducia e più stima di te”; bisogna “essere” verso di loro in un certo modo, per far sì che possano acquisire un certo sentire. In questa prospettiva, la funzione genitoriale è certamente cruciale: ma l’educazione non va confusa con la perfezione, che crea soltanto ansia da prestazione. Non deve sorprenderci che, negli ultimi decenni, sia dilagato il modello educativo basato sulla ipergenitorialità, concentrata sui “benefit” (scuola, attività, fashion) più che sul bene reale dei propri figli. Il problema principale di questo orientamento è che aggiunge inutile pressione sui bambini, finendo per togliere loro l’infanzia e creando degli adulti emotivamente disastrati. Al contrario, i bambini oggi hanno più che mai bisogno di godere della loro infanzia come di un periodo di apprendimento, ma anche di gioia e divertimento, scandito dalla libertà di trionfare e di fallire. L’infanzia è l’età giusta per imparare divertendosi, facendo errori, lasciando volare l’immaginazione e trascorrendo del tempo con altri bambini. Aspettarsi che i propri figli siano i migliori in un particolare campo, carica sulle loro spalle una inutile responsabilità, che impedisce loro di appassionarsi al cammino della vita, limitandoli a concentrarsi sui risultati. La paura del fallimento, infatti, è una delle sensazioni più limitanti che possiamo sperimentare: è un sentimento intimamente legato alla concezione che abbiamo del successo. Quindi, spingere i bambini verso il successo fin dalla tenera età, serve solo a piantare in loro i semi della paura di fallire. Questo perché, il livello di perfezionismo al quale sono stati sottoposti, li porta a credere che tutto ciò che faranno non sarà mai abbastanza. Bisogna ricordare che un’esigenza di questo tipo durante l’infanzia, lascia un’impronta indelebile sul cervello adulto, che non si vedrà mai abbastanza competente e all’altezza a causa delle aspettative che gli sono state inculcate. Al contrario, i bambini non hanno bisogno di essere i migliori, ma solo di essere felici, guidati cioè verso un cammino di auto-scoperta. Educare significa usare l’affetto come antidoto e la comunicazione come strategia: pur essendo immersi nell’era della comunicazione, ciò non fa di noi degli abili comunicatori di emozioni. Stiamo perdendo di vista la possibilità di esprimerci e leggerci reciprocamente attraverso il linguaggio del corpo, la mimica facciale, gli sguardi e i silenzi. L’assuefazione agli “emoticon” ci ha condotti a una nuova forma di analfabetismo emotivo, che spesso ricade sui bambini iperattivi, quelli cioè che non hanno imparato una strategia per gestire le loro emozioni, sovente a causa della mancanza di mediazione degli adulti. Mancano spazi di dialogo per incontrarsi, raccontarsi e sentirsi dire: “Comunque vada, sarà un successo”. Quel “porto sicuro” che, per i bambini, equivale al sentirsi amati, accettati e protetti incondizionatamente, certi di essere unici e speciali, senza essere perfetti.


 

E dopo una fondamentale Ricetta di Salute, la prossima settimana un’interessante torna SuperCheffo (alias Alessandro Pavesio) con una formidabile Ricetta di Cucina pronta a portare l’autunno in tavola con un primo piatto di gnocchi rivisitato in chiave ludica con la castagna Cuneo Igp. Un vero concentrato di fibre, ferro e vitamine del gruppo B che, unito alla simpatia degli gnocchi, darà vita a un piatto salutare e portentoso per tutti i bambini!

 

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Dove si può acquistare il Bilibro?

Per scoprire tutti i contenuti del bilibro di Renata Cantamessa (alias Fata Zucchina) “Il Mistero del Grandalbero – Ricette Favolate di Fata Zucchina”, si può acquistare su Arabafenicelibri.it (http://bit.ly/2nAOXAp), presso tutti i negozi Coop o ordinandolo alla propria libreria di fiducia.

 

Quanto costa? A chi sono destinati i proventi della vendita?

Il prezzo è di 10€. I proventi raccolti dalla vendita (2€ a libro) saranno donati in Piemonte a favore del progetto F.A.T.A. di Fuoriterapia Assistita con Animazione dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita”, in collaborazione con l’Associazione Onlus “La Collina degli Elfi” di Govone d’Alba. Il ricavato di Liguria e Lombardia sarà rispettivamente devoluto all’Ospedale “Gaslini” di Genova e alla Fondazione “De Marchi Onlus” di Milano.

 

Scorri al fondo della pagina per consultare la scheda di presentazione del libro.

 

Contatti

E-mail: renata@fatazucchina.eu

Sito web: www.fatazucchina.net

Pagina Facebook: Renata Cantamessa – Fata Zucchina

Instagram: @fatacantamessa

Twitter: @RCantamessa

Youtube: Renata Cantamessa – Fata Zucchina

 

Chi è Renata Cantamessa?

Giornalista di carta stampata e web, autrice e conduttrice radio-televisiva, doppiatrice

di cartoon, ghostwriter e project-manager, cresce professionalmente nel settore della

cooperazione. Opera in modo trasversale su comunicazione e multimedia-marketing, con specifica attenzione attorno ai temi strategici dell’agroalimentare, della territorialità, del benessere e della sostenibilità. Oltre al mondo della cooperazione e dell’agricoltura (ortofrutta in primis), collabora attivamente con la GDO-Grande Distribuzione Organizzata italiana, la Sanità Pubblica (Asl territoriali), l’Università degli Studi di Torino, gli Istituti di Istruzione Superiore a indirizzo agrario-alberghiero e con l’USR-Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, con un coinvolgimento sulla progettazione dell’attività formativa di alternanza scuola-lavoro. Dal 2013 veste la “nuova identità” di Fata Zucchina, da lei creata e impersonata come icona moderna del Food&Wealth (Health + Welfare) per divulgare nuovi modelli di integrazione e consumo nella relazione tra persone e territorio.

 

Chi è Fata Zucchina?

E’ la prima “fata agricola” italiana, proposta come modello smart di avanguardia al femminile, per ricordare che le donne possono essere un importante veicolo di innovazione in agricoltura. Un omaggio diretto a quell’oltre 70% di lavoro agricolo che - nel mondo - è realizzato da generazioni di donne rurali. Ma non solo: la “bacchetta magica” di Fata Zucchina – ovvero la sua divulgazione attraverso progetti che diventano rubriche, come “Il Bugiardino di Fata Zucchina”- si rivolge per antonomasia al settore primario, come snodo centrale di una “nuova economia”. C’è dunque l’Agricoltura con l’iniziale maiuscola al centro del cuore di questa fata rurale, cioè quel Made in Italy fatto di terra variegata, mani laboriose e grandi intelligenze, che ha bisogno di tornare a simpatizzare con le famiglie e di giocare con i bambini, accendendo la loro voglia di fare, di immedesimarsi e costruire; educandoli a trattare i frutti della terra come nuovi “amici” e a seminare una felicità fatta di beni relazionali, tradizione e innovazione.

 

 

Renata Cantamessa

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