- 04 novembre 2017, 18:48

Ha ancora senso studiare il latino e il Greco? La professoressa Buja risponde agli studenti dell'Ufficio stampa del Liceo Cassini di Sanremo

La storica insegnante si è soffermata sull’importanza dello studio dei classici attraverso la lettura di passi di autori classici come Lucrezio, Virgilio e Ovidio e la proiezione di immagini di opere d’arte

Ha ancora senso studiare il latino e il Greco? La professoressa Buja risponde agli studenti dell'Ufficio stampa del Liceo Cassini di Sanremo

Ha ancora senso studiare il latino e il Greco?

La professoressa Lucinda Buja, dopo la lectio magistralis per UNITRE, risponde agli studenti dell'Ufficio stampa del Liceo Cassini

Proprio ieri, venerdì 3 novembre ,all'interno del programma  dell’UniTre di Sanremo, la professoressa Lucinda Buia, storica insegnante del Liceo Cassini di Sanremo, si è soffermata sull’importanza dello studio dei classici attraverso la lettura di passi di autori classici come Lucrezio, Virgilio e Ovidio e la proiezione di immagini di opere d’arte.

Il primo spunto polemico riguarda già i termini con cui si pone la questione, ovvero “A che cosa serve studiare i classici oggi?“, perché servire rimanda ad un utilizzo economico , davvero molto lontano dal concetto di paideia greca. I classici non servono nel modo pratico del termine ma formano, anzi sono presenti in noi e ci accompagnano ogni giorno, nelle parole che pronunciamo alle città che attraversiamo. Noi infatti con la classicità conviviamo quando ci guardiamo intorno, dal teatro romano di Ventimiglia, alla villa romana della Foce di Sanremo a tutte quelle città, che seppur non siano famose mete turistiche come Brescia, hanno un cuore che parla latino nei suoi monumenti. Ma il latino permea anche il linguaggio politico con vocaboli come Mattarellum, Rosatellum e Ius soli, benchè i primi due richiamino da vicino il ”Latinorum” di manzoniana memoria.

L'eredità classica non finisce qui: il poema virgiliano “Eneide” può costituire la prima narrazione di un viaggio di migrante, esule da un  paese  distrutto dalla guerra, che sul suolo italico ha dato vita al più grande impero della storia ; ancora Lucrezio nel De rerum natura ipotizza un mondo costituito da atomi che si muovono nel vuoto attraverso il clinamen (deviazione spontanea), che richiama la moderna concezione del legame chimico ed è alla fase di recenti teorie fisico-nucleari. Ancora è di lucreziana memoria l'idea che tutto si trasforma attraverso l'aggregazione  e la disgregazione degli atomi, principio base delle Metamorfosi del poeta latino Ovidio, che spiegò l'origine del mondo attraverso miti e trasformazioni, che ancora oggi ci affascinano, come il mito di Fetonte, la storia di Teseo e Arianna o di Venere e Adone. E ancora oggi il latino sopravvive nelle lingue romanze e il 70% dei vocaboli della lingua inglese, ormai considerata la lingua di maggiore importanza nel mondo, derivano da una lingua “morta”.

Ma il mondo classico vive anche nell'arte di tutti i tempi, dalla Venere del Botticelli alla statua della Libertà di New York, che Bartholdi ha creato su ispirazione delle statue di Apollo greco e sul modello del Colosso di Rodi, che con i suoi 32 metri di altezza celebrava la resistenza dell'isola agli invasori.

Infine l’Ufficio stampa del Liceo Cassini ha realizzato un’intervista con la professoressa Buia, in cui è emerso nuovamente che il latino e il greco non sono lingue morte e vi si entra in contatto attraverso alcuni libri ritenuti fondamentali  per un idoneo percorso formativo come L’Eneide di Virgilio, il De rerum natura di Lucrezio e la metamorfosi di Ovidio. “Anche la poesia e l’arte non devono essere sminuiti, tutti i pittori si sono misurati con la mitologia così come gli scrittori moderni fanno riferimento al mondo della classicità e più moderni pensatori si servono di una classicità che è in noi”, conclude la professoressa Buia.

Ufficio Stampa Liceo Cassini Sanremo

Margareta Ciobanu e Fabiana Fusaro

C.S.

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