Economia - 27 ottobre 2017, 07:11

Siccità in provincia: il direttore provinciale di Coldiretti “A rischio il 70% della produzione. Soluzione da depuratori e perdite” (Video)

Situazione molto grave in provincia tra sprechi clamorosi, tubazioni obsoleti e bandi europei da intercettare

Domenico Pautasso, direttore provinciale di Coldiretti

Domenico Pautasso, direttore provinciale di Coldiretti

Il Nord Italia, la Liguria e la provincia di Imperia sono nella morsa della siccità. Non piove da mesi, la poca acqua non basta più per le coltivazioni e i numeri mettono i brividi: si rischia di perdere fino al 70% della produzione. Una problematica che non viene solo dal cielo e dal meteo, ma anche da una carenza evidente nel complesso delle infrastrutture. Tubazioni obsolete, poca pianificazione e scarsa capacità di intercettare i bandi europei che potrebbero finanziare interventi per ammodernare il tutto.

Nei giorni più difficili per la carenza d’acqua nella nostra zona abbiamo incontrato e intervistato il direttore provinciale di Coldiretti Imperia Domenico Pautasso che, ai nostri microfoni, traccia un quadro della situazione che non è certo dei migliori.

È una situazione ormai drammatica per alcuni comparti, quello olivicolo e quello dei pascoli e i prati per il foraggiamento del bestiame, siamo al limite – spiega il Direttore provinciale di Coldiretti – tramite la Regione abbiamo chiesto lo stato di calamità naturale e la Regione sta intervenendo. In alcune aree che hanno subito anche enti ulteriori come la grandine arriviamo anche a un 70% della perdita di produzione”.

Ci sono soluzioni? Sì, ma serve una programmazione adeguata. “La pioggia è necessaria – aggiunge – ma a noi manca un’attività di prevenzione sulla quale dobbiamo ragionare. Noi abbiamo fatto uno studio in questi mesi che riguarda l’utilizzo l’acqua dei depuratori che noi buttiamo a mare. Abbiamo una perdita enorme di acqua potabile sulle reti e in più buttiamo a mare l’acqua che esce dai depuratori. Noi potremmo recuperare quest’acqua e creare dei piccoli invasi che possono essere utilizzati sia per l’irrigazione di emergenza o in caso di incendi in modo che gli elicotteri possano pescare acqua, non dimentichiamoci che noi sugli incendi buttiamo acqua salata sul territorio”.

La risposta, in questo caso, potrebbe arrivare dall’Europa, ma servono le professionalità adeguate per accedere ai bandi. “Dobbiamo entrare nell’ottica di usare il più possibile i fondi europei – spiega il direttore Pautasso – ci sono una serie di bandi che potrebbero aiutarci ma c’è bisogno di una programmazione perché questi sono interventi assolutamente costosi ma se programmati nell’arco di dieci anni porterebbero  sicuramente delle innovazioni sul territorio e porterebbe ad avere delle riserve idriche che noi oggi stimiamo in 10 milioni di metri cubi d’acqua che noi oggi perdiamo solo sul territorio imperiese che potrebbero essere utilizzata. Le strutture non sono all’altezza, non abbiamo mai fatto una programmazione sull’utilizzo delle acque che scarichiamo a mare. Sono progetti  lunghi e costosi sui quali bisogna iniziare a lavorare”.

Intanto in questi giorni non c’è altra soluzione se non sperare nella tanto auspicata pioggia e fare affidamento sul buonsenso dei cittadini per il risparmio delle riserve idriche. Poi, in un futuro che si spera non sia lontano, l’obiettivo deve essere la pianificazione e la progettazione per finanziare interventi per preservare un bene prezioso come l’acqua.

Pietro Zampedroni

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