L’Osteria da Gemma a Roddino non è soltanto un locale, dove gustare una cucina tradizionale, semplice e al tempo stesso speciale, ma un vero e proprio luogo di “culto” per gourmet, giovani e anziani, per turisti in cerca di emozioni vere, per amanti della cucina tradizionale e per innamorati dell’atmosfera dei locali di una volta.
Gemma è un mito, e il suo ristorante è una tappa obbligata perché “per mangiare un vero piatto di tajarin bisogna sedersi al suo ristorante” come ha detto Enrico Crippa, lo chef tre stelle Michelin della vicina Alba.
Roddino è un paese piccolo, con una vista stupenda sulle colline circostanti, e l’osteria si trova in cima alla strada, al centro del borgo, vicino alla chiesa parrocchiale. Grazie alle indicazioni preziose dell’amico Luciano Bertello sono andato a trovarla un giovedì mattina, quando si celebra il rito del “social plin”. Tranquilli nulla di tecnologico e non ci sono presenze di alieni o internauti. Il giovedì mattina in questa osteria si ritrovano le donne del paese per fare le “raviole del plin”, quelle chiuse con il pizzicotto.
Il ripieno, preparato il giorno prima con costine, spinaci, cavolo, carne, parmigiano, sale e pepe, aspetta in frigo mentre sul tavolo magicamente appare la pasta, preparata con dodici chili e mezzo di farina e centocinquanta uova, non una di più, non una di meno. Alle sette e trenta del mattino, si avvia il processo di assemblaggio utilizzando anche le moderne tecnologie, in questo caso rappresentate dalla macchina per fare la pasta, la mitica “Imperia”, che ottimizza il lavoro delle raviolere e ne riduce i tempi produzione.Henry Ford, un dilettante!
La pasta scende veloce dai rulli ed è adagiata sul grande tavolo, dove mani svelte e precise operano tagli e ritagli ordinati; il ripieno cala rapidamente da altre mani, in attesa del passaggio veloce della rotella dentata e finalmente del pizzicotto, il “plin”, ottenuto schiacciando la pasta con pollice e indice.
Poco prima dello scoccare del mezzogiorno il lavoro è ultimato e i sacchetti con le raviole vengono conservati con cura nel freezer. Una produzione in grado di soddisfare le esigenze del locale e del paese per una settimana. Il giovedì mattina rappresenta un momento di felice e divertente aggregazione del paese, dove le raviolere parlano, raccontano, ricordano, ridono e scherzano. E poi tutte insieme a tavola: uno spettacolo unico da vedere e da gustare. Mai meno di dieci e a volte anche in numero superiore a venti.
Con Maria, ottantatré anni, che il giovedì rinuncia alla quotidiana messa delle otto per partecipare al rito; la settantottenne Alfa con la inseparabile cognata Carla, che non salterebbe un giovedì per nessuna ragione al mondo; Lidia e Irma, la sostituta di Gemma, e tante altre. Ci sono anche alcuni uomini, da sempre in allegra minoranza, ma che non mancherebbero mai questo appuntamento, come il settantaquattrenne Luigi o il settantenne Ogtay, che parla solo il russo, ma che maneggia la rotella dentata come un vero campione.
In questo locale, anche se non venite il giovedì, potete ugualmente trovare e gustare i sapori di una volta, grazie ad un menù fisso a 29 euro, dove insieme a piatti di stagione non mancano mai il vitello tonnato, le raviole del plin, i tajarin, il coniglio arrosto ed il bunet.
Impareggiabile la sua insalata russa, in grado di ispirare anche la poesia “Se penso giallo” di Margherita Oggero: “Se penso “giallo”, non penso sole, non penso oro, non penso granoturco, non penso cera vergine. Penso insalata russa. Quella di Gemma. Quella che è sempre uguale, ma ogni volta ancora meglio”.
La sua cucina è semplicemente perfetta, i tajarin deliziosi e tirati a mano con un mattarello da guinness dei primati, con cui Gemma arriva a tirare una sfoglia di pasta lunga fino a sedici metri!!!
Nella cantina non mancano le bottiglie importanti, anche se i clienti preferiscono il vino della casa, il dolcetto di Roddino.
Alle pareti sono appesi quadri con le foto dei personaggi famosi che hanno fatto sosta nel locale, amici di lungo periodo o venuti apposta per conoscere la regina del tajarin di Langa. Tra le tante immagini merita una segnalazione quella dell’attore Gerard Depardieu, che dopo aver impastato con Gemma uova e farina, davanti al piatto di tajarin ha esclamato: “Oh, Gemma, se ti avessi conosciuta prima! Ti avrei sposata e la mia vita non sarebbe stata questo gran casino!”
Gemma è davvero speciale, riserva a tutti la stessa calda accoglienza, senza distinzioni, una donna generosa: tutta lavoro e concretezza, fiera e libera, umile e coraggiosa, franca e determinata, genuina e tenace. Il piacere di fare la sua conoscenza è pari a quello della sua inimitabile cucina.
Se volete approfondire la sua storia, vi segnalo che a Gemma è stato recentemente dedicato un libro, “Gemma la regina dei tajarin di Langa” su progetto editoriale di Luciano Bertello, inserito nella collana “Langhe-Roero e Monferrato: personaggi, luoghi, saperi della civiltà della tavola” Sorì Edizioni. I testi sono di Luciano Bertello, Enrico Crippa, Maurizio Crosetti, Piero Dadone, Margherita Oggero, Davide Palluda, Piero Soria, Luigi Sugliano e Giovanni Tesio, impreziositi dalle splendide fotografie di Bruno Murialdo e Bruno Martina. Il libro appena uscito, è stato presentato nei giorni scorsi in Germania, perché dimenticavo, ma Gemma, la regina di Langa è un personaggio internazionale.
L’Osteria da Gemma si trova a Roddino in via Marconi n 6, dispone di un sito internet (http://www.osteriadagemma.it). Per prenotazioni potete telefonare al numero 0173.794252 . Attenzione Il locale è spesso pieno. Se volete essere sicuri di trovare un tavolo, il consiglio è di prenotare con anticipo.
SU