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Economia | 25 settembre 2017, 13:20

Sanremo: la città della musica rimane senza negozi di dischi, a fine ottobre chiuderà “Popoff”

Da 38 anni era punto di riferimento per gli amanti della musica, le serrande si abbassano in un mercato dominato dalle app e dal digitale

Sanremo: la città della musica rimane senza negozi di dischi, a fine ottobre chiuderà “Popoff”

Non è periodo facile per l’industria discografica, altrettanto per chi ha scelto la strada di un business che tanto ha dato nei decenni passati e tanto ora sta soffrendo la modernità. App, digitale e il nuovo mercato della musica stanno affossando il destino dei negozi di dischi e Sanremo (città della musica, appunto), perde il suo ultimo baluardo. A fine ottobre chiuderà “Popoff”, punto di riferimento in via Gaudio, rifugio per generazioni di appassionati.

Da ragazzini tutti, almeno una volta, ci siamo incantati davanti alla vetrina guardando le copertine delle ultime uscite, risparmiando i soldi per comprare quel disco che tanto volevamo. Da grandi, poi, abbiamo investito guadagni in dischi, regali, gadget o biglietti per i concerti. Abbiamo regalato o ci siamo regalati musica. L’arte che, più di ogni altra, Sanremo dovrebbe preservare.

E, invece, tra poche settimane “Popoff” non ci sarà più. Negli anni anche chi ha lavorato da “Popoff” è diventato un punto di riferimento, un “oste” al quale affidare i nostri gusti o la ricerca di qualche novità interessante. E, per forza, il pensiero corre anche a Ramon Gabardi, musicista nostrano che da “Popoff” ha lavorato, diventandone uno dei simboli. Ramon se n’è andato il primo giorno del 2017, l’anno in cui anche “Popoff” ci dice addio.

La fine di “Popoff” non è la fine dell’attività (e della passione) di Enrico Bonnin, il volto della musica per molti sanremesi. Lui proseguirà nel suo negozio di Imperia “Tuttomusica”, quello da cui tutto è partito e nel quale lavora la moglie Laura. “Ormai ho quasi raggiunto l’età delle pensione – ci dice scherzando – terrò duro ancora per qualche anno. La città delle musica resta senza negozi di dischi, ma nessuno si fa vivo e nessuno è interessato a proseguire l’attività”.

Ancora pochi giorni, quindi, per salutare “Popoff” con un ultimo acquisto, un disco da portare a casa su supporto non digitale, un oggetto che manca in un mondo musicale ormai dominato dal web. Un disco che assume valore se firmato dall’artista, si sa. E, magari, l’ultimo disco comprato da “Popoff” potrebbe essere firmato da Enrico, il “papà” del negozio di dischi che ha fatto sognare generazioni di musicofili.

Pietro Zampedroni

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