Politica - 21 settembre 2017, 09:53

Tre simulazioni della Confartigianato sui danni economici che deriverebbero dal divieto di circolazione dei Tir in Val Roya

Contestualmente la Confartigianato di Imperia si è rivolta alla Prefettura per richiedere al Ministero dei Trasporti la possibilità di dialogare con le autorità francesi per la questione delle “targhe prova”.

Tre simulazioni della Confartigianato sui danni economici che deriverebbero dal divieto di circolazione dei Tir in Val Roya

La Confartigianato ha chiesto un intervento da parte della Prefettura di Imperia in merito alla questione legata all’ordinanza di alcuni Comuni francesi della Val Roya, che prevede il divieto di transito di Tir superiori alle 19 tonnellate sulla Statale 20. Attraverso una lettera, inviata anche alla Provincia di Imperia ed al Comune di Ventimiglia, sono state infatti illustrate le problematiche per le imprese se tale provvedimento dovesse entrare in vigore. La Prefettura di Imperia, comprese le criticità evidenziate, si è già attivata presso la Prefettura di Nizza. 

Parallela azione è stata attuata da parte della Confartigianato di Cuneo e dell’Associazione Trasportatori Astra nei confronti della locale prefettura del basso Piemonte. “Reputiamo ormai necessario, urgente e non più procrastinabile lo sviluppo di una definitiva soluzione di sintesi condivisa tra le parti coinvolte – si legge nella lettera – E’ evidente come l’impostazione di un divieto di transito assoluto da parte di 5 Comuni francesi (Breil-sur-Roya, Saorge, La Brigue, Tende, Fontan) su territori siti su una direttrice di traffico internazionale, non possa avvenire in totale “autonomia”, in modo unilaterale, senza preliminare confronto con tutte le parti interessate dal valico oggetto dell’ordinanza, fermo restando la legittimità del provvedimento nell’autonomia dei poteri nazionali”.

Al di là del metodo, nel merito della questione (premettendo la totale condivisione sull’imprescindibile obiettivo di perseguire una effettiva sicurezza della circolazione stradale) la Confartigianato evidenzia come, anche a causa di assenza di percorsi alternativi comparabili, il divieto di transito costituisca di fatto un fattore altamente penalizzante per le attività di un gran numero di imprese, sia cuneesi sia liguri, non solo appartenenti specificatamente al settore autotrasporto ma anche coinvolte più o meno direttamente dal trasporto conto proprio. Viene posto l’accento su come eventuali soluzioni alternative comportino un sensibile innalzamento dei costi complessivi a carico degli autotrasportatori, oltre che una evidente dilatazione dei tempi di percorrenza, un aumento nell’usura dei mezzi e, non da ultimo, un incremento delle emissioni inquinanti.

Lo testimonia chiaramente una simulazione, relativa alle diverse soluzioni relative alla tratta Ventimiglia-Cuneo, che la Confartigianato ha posto come esempio:
- passaggio attraverso il Colle di Tenda: tot. Km 214 – consumo di circa 72 litri di gasolio – costo complessivo di 90 euro;
- passaggio attraverso il Colle di Nava: tot. Km 364 – consumo di circa 121 litri di gasolio – costo complessivo di € 189,25. Quindi + 150 km e aumento di costo pari a 99,25 euro;
- tratta autostradale (A33 + A6 + A10): tot. Km 416 – consumo di circa 140 litri di gasolio – costo complessivo € 267,40. Quindi + 202 km e aumento di costo pari a 177,40 euro.

Contestualmente la Confartigianato di Imperia si è rivolta alla Prefettura per richiedere al Ministero dei Trasporti la possibilità di dialogare con le autorità francesi per la questione delle “targhe prova”. L’obiettivo è quello di regolarizzare la posizione di coloro che hanno esigenza a transitare con i mezzi sui quali è apposta la targa di prova tra il territorio italiano e quello della vicina Francia, riproponendo l’accordo bilaterale sottoscritto con Austria, Germania e San Marino.

Redazione

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