"Condivido quanto sostiene Rinaldo Sartore: le autorità competenti non hanno ancora affrontato, in modo serio, la situazione che si è creata a Monesi: è trascorso quasi un anno dall'alluvione che ha provocato gravi danni alla strada che conduce a Monesi, ma finora sono state dette solo parole, ma non si è dato inizio ad alcun lavoro.
Ritengo che le autorità locali dovrebbero assumere una posizione più decisa nei confronti della Regione, affinchè i lavori di ripristino della strada vengano realizzati al più presto per consentire a Monesi di riprendere il suo ruolo di centro turistico alpino. Inoltre, occorre tener conto che l' impossibilità di accedere al centro montano è causa di grave danno per il rifugio 'Gauzzi', situato alle pendici del monte Saccarello, che è stato danneggiato dal maltempo del 2016. La mancanza della strada rende molto difficile poter provvedere ai necessari lavori per il ripristino del Rifugio.
Il Rifugio è stato costruito nel 1950, ampliato nel 1984 con la costruzione del piano superiore dove si trovano 30 posti letto; è stato dedicato, nel 2012, all' alpinista Tino Gauzzi che, per anni, ha curato il rifugio con abnegazione e con un' ammirevole dedizione. Posto al confine con la Francia, sul spartiacque fra valle Arroscia e la valle Argentina, è il Rifugio più alto della Liguria, si trova, infatti, a 2054 m. di altitudine; dal Rifugio si snodano suggestivi itinerari escursionistici in direzione del Monte Saccarello, del Monte Frontè, del monte Bertrand; inoltre, nei pressi del rifugio passa l' Alta via dei Monti Liguri ed è possibile ammirare un paessaggio suggestivo che si snoda dalle Alpi Marittime sino al mare.
E' indispensabile che la strada che giunge a Monesi venga ripristinata al più presto, sia per poter eseguire i necessari lavori di restauro, sia per consentire agli amanti della montagna di accedere al Rifugio dove può avere un soggiorno confortevole e godere della visione di un paesaggio ammirevole. Monesi è un centro che vive del suo territorio alpestre in stretta simbiosi. Perchè rinunciare ad una perla del nostro patrimonio ambientale?".