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| 28 luglio 2017, 17:00

Slow the Mountain

Il panorama dal Passo Sella

Il panorama dal Passo Sella

SELVA DI VAL GARDENA - Mercoledì 26 luglio, mattina. Parto di buon’ora da Selva in macchina, diretto al Passo Sella. Dalle 9 alle 16 la strada sarà chiusa al traffico; uno dei passi dolomitici più frequentati dai veicoli a motore - oltre 2.000 in media al giorno - proseguirà l’esperimento di “accesso sostenibile”. Per tutti i mercoledì di luglio e agosto, solo biciclette, pedoni, autobus e vetture a zero emissioni potranno salire fino a 2240 metri.

Arrivo in cima, lascio l’auto nel parcheggio semivuoto, bevo un caffè, mi scaldo - il termometro segna 8 gradi - poi inizio a correre. Il mio obiettivo è compiere il giro completo del Sassopiatto e Sassolungo in un paio d’ore e mezzo, meraviglioso anello di trail running di 16 chilometri e circa 600 metri di dislivello sia in salita sia in discesa.

In albergo, il giorno prima, mi era caduto l’occhio su un libercolo dal titolo irresistibile, Val Gardena Running, con le descrizioni dei percorsi più belli della zona. Il Tour del Sassolungo non poteva sfuggirmi. Ogni volta l’Alto Adige mi sorprende con il suo “saper fare turismo”, che è anche capacità di seguire, spesso anticipare, le tendenze; mi stupisce con quelle piccole e grandi attenzioni che si traducono in spunti, idee, emozioni. Un opuscolo ben scritto in tre lingue, una cartina dettagliata, una tessera gratuita per i mezzi pubblici; sentieri puliti, prati falciati a oltre 2000 metri.

Termino la mia corsa nel tempo previsto, nonostante un breve errore di percorso, perché anche quassù talvolta si scordano di segnalare bene le direzioni ai bivi, o forse ero distratto. Dal Col de Mesdì al rifugio Comici seguo la variante più alta del tracciato, veramente schiacciata contro le pareti incombenti del Sassolungo. La via è stretta, tortuosa; ripide pietraie, un nevaio, umidi anfratti nella roccia, l’acqua sgocciola da colatoi nerastri. La montagna è viva, minacciosa o rassicurante, ora capisco cosa significhi.

La montagna è viva anche di eventi, Dolomites Vives, organizzati per riempire le giornate dei turisti che vogliono trascorrere qualche ora al Passo Sella senza macchine. Il 26 luglio era il turno della buona cucina in alta quota, Cook the Mountain, itinerario del gusto nei rifugi con i piatti di cuochi stellati. Ricorderò sempre il maialino alla brace di faggio dello chef Paolo Donei, accompagnato dal calice di Lagrein.

Com’era prevedibile, la chiusura al traffico del passo dolomitico ha suscitato commenti molto contrastanti. Favorevoli, contrari, dubbiosi; è un laboratorio di cultura ambientalista, un tentativo - sponsorizzato anche dal mitico Reinhold Messner - di educare le persone a una maggiore coscienza ecologica. Meno veicoli privati, più pedali, pedoni, autobus. Turismo lento, riscoperta della natura, saper rinunciare alle proprie ruote motorizzate (è vero, al passo sono andato in auto, ma solo perché mancava una corriera il mattino presto, ogni cosa è perfettibile). Slow the Mountain, qui nessuno ha fretta di tornare a valle.

Luca Re

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