- 26 giugno 2017, 19:30

Genova, Toti e i tappeti rossi

Genova, Toti e i tappeti rossi

L’autoironia da logoramento di potere per Matteo Renzi è tale che, dopo la presa di Genova e La Spezia del redivivo centrodestra al ballottaggio amministrativo, la sua reazione è stata quell’eufemistica ammissione di débâcle - Poteva andare meglio - che ha fatto sorridere un po’ tutti.

La traduzione di “poteva andare meglio”, in Liguria, è che la sinistra, dalle elezioni regionali in poi, non è mai stata così cocciutamente divisa, autolesionista e nulla-producente, o producente danni, in perfetta sintonia con il caos nazionale, tanto da far vincere prima Giovanni Toti e poi Marco Bucci, che sarà il primo sindaco non di sinistra che la Lanterna abbia mai avuto.

Il modello-Genova propugnato da Toti è evidente: un centrodestra coeso con una Lega forte, che non si gingilla nell’ipotesi delle larghe intese tra Forza Italia e Pd, tra Berlusconi e Renzi, ipotesi quest’ultima che consentirebbe a Berlusconi di resuscitare e a Renzi di rimanere a galla, lasciando i grillini a macerare nella loro confusione. La Liguria a trazione forzista-leghista, finora, ha avuto gioco facile a impostare un programma di ricostruzione e sviluppo partito dalle ceneri lasciate dall’era Burlando.

Toti continua a propagandare come dovrebbe essere la Liguria, come potrebbe diventare, quali infrastrutture bisognerebbe costruire. Uscire dall’isolamento è il suo mantra, non solo ferroviario; reinventare, riformare, rilanciare, allearsi con le regioni vicine, riportare la Regione più mugugnona d’Italia ma bellissima al centro degli interessi degli italiani (ipse dixit un anno fa).

Quando parla di turismo, il governatore ligure è sempre un fiume in piena. Adesso vuole creare un marchio promozionale estivo col tappeto rosso, il red carpet più lungo del mondo che in primavera ha unito Portofino e Rapallo (Rileggi Insider: Hashtag a tappeto). Il panno rosso come segno di riconoscimento, marcatura del territorio, azione di marketing partecipativo-digitale, forse lo stesso genere di tappeto che Toti si aspetta di calpestare in futuro come volto del nuovo centrodestra, chi lo sa.

Luca Re

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