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Attualità | 02 giugno 2017, 07:11

Ventimiglia: sarà celebrata in Comune l'unione civile tra Roberto e Vito, insieme da 27 anni “Non avremmo mai creduto di poter ufficializzare il nostro rapporto” (Video)

Scherzano e affrontano con sarcasmo un'unione che altro non è se non l'ufficializzazione di un rapporto che mai avrebbero creduto possibile e che, comunque, è solo un punto di partenza per una svolta culturale.

Ventimiglia: sarà celebrata in Comune l'unione civile tra Roberto e Vito, insieme da 27 anni “Non avremmo mai creduto di poter ufficializzare il nostro rapporto” (Video)

Sarà celebrata domani, sabato 3 giugno, presso il Comune di Ventimiglia, l'unione civile fra Roberto e Vito, insieme da 27 anni. Veneti, ma liguri di adozione e per scelta, li abbiamo incontrati nell'entroterra di Ventimiglia, doveva vivono dal '96. Sono una famiglia a tutti gli effetti e che qualche anno fa si è allargata con l'arrivo del loro cane, Pathos, ma hanno scelto di unirsi civilmente per vedere riconosciuti i loro diritti e poter aver ognuno la possibilità di decidere sulla vita dell'altro, qualora dovesse essercene, disgraziatamente, la necessità.

Scherzano e affrontano con sarcasmo un'unione che altro non è se non l'ufficializzazione di un rapporto che mai avrebbero creduto possibile e che, comunque, è solo un punto di partenza per una svolta culturale. Non amano l'idea di farsi intervistare e raccontare la loro storia, ma pensano sia necessario farlo “mettendoci la faccia” e senza far passare inosservata l'unione che si celebrerà domani, non solo per loro, ma per il messaggio che porta con sé.

L'INTERVISTA

Cosa manca alla società oggi, è cambiato qualcosa rispetto a 30 anni fa? “No, nulla – risponde con convinzione Vitoanzi ho notato che, in un certo senso, stiamo tornando indietro. Sono cambiati i pesi di potere a livello statale. Il Vaticano sta perdendo poteri da questo punto di vista e questo va a beneficio di una società multietnica, con vari modi di pensare, di vedere le cose e formare una famiglia.”

“Noi rappresentiamo una minoranza che in Italia non è mai stata riconosciuta – aggiunge Robertoin questo momento ci siamo ritrovati a dover celebrare la nostra unione civile per non trovarci nella situazione in cui, qualora uno di noi due venisse a mancare, ci sarebbe il nulla a livello legislativo. A questo si aggiunge ovviamente la paura che si ripetano episodi discriminatori, come ad esempio in ospedale, cosa che ci è già successa. Senza l'unione civile lui per me non è assolutamente nessuno.”

27 anni fa, quando sia Roberto che Vito fecero il loro coming out, le cose non andarono così bene, almeno per il primo. Sono stati fatti passi avanti dal punto di vista culturale e di accettazione sociale grazie anche al cosiddetto 'movimento gay', all'interno del quale però fanno fatica a riconoscersi: “Avrebbe molto più successo un gaypride in giacca e cravatta, piuttosto che in versione carioca, samba brasiliana – chiosa Robertoquesto non fa altro che rafforzare alcuni pregiudizi.”

“Le manifestazioni per affermare alcuni diritti – aggiunge Vitosono giuste. Il problema è che, purtroppo, anche tra i gay non tutti brillano di intelligenza. Creare un corteo che sembri Rio De Janeiro, in un paese normale potrebbe sembrare una cosa gioiosa, ma questo qui non può accadere. Sarebbe bello che andassero a manifestare come sono vestiti al lavoro, è importante far capire che tra noi ci sono panettieri, autisti, camionisti, giocatori di rugby ad esempio. Purtroppo quando vanno sui carri vengono etichettati in quel modo, cosa che è stata fatta anche dalla televisione: se non hai le piume in testa non sei gay, ma siamo il 20% e non tutti girano con le piume di struzzo.”

Certo è che dagli occhi di Roberto e Vito traspare felicità per essere riusciti a raggiungere questo loro sogno anche se, secondo loro, questa legge sulle unioni civili è solo un piccolo passo e tra gli errori vi è quello di non aver contemplato l'obbligo di fedeltà: “Quasi a voler sottintendere la promiscuità dei nostri rapporti – chiosano – come se questo non valesse per gli eterosessuali o come se tra i gay non ci potessero essere coppie solide e durature come la nostra.”

Siete felici? “Riuscire a vivere con una persona così tanto tempo – spiega Robertosignifica anche riuscire a superare il proprio ego.” “Che non è stato facile – ribatte Vito.

“Anche perché abbiamo entrambi due ego molto marcati – continua Robertoma se ci si vuole aprire al mondo, riuscire ad accettare un'altra persona e amarla, fa parte di un passaggio esistenziale che tutti dovrebbero fare, per accogliere anche questo Pianeta che stiamo distruggendo, vista la mancanza di un rapporto di empatia fra gli esseri viventi.”   

Simona Della Croce

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