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In Breve

| 19 maggio 2017, 17:00

I promessi rifiuti

Il primo dibattito dei candidati sindaco a Taggia, Villa Boselli.

Il primo dibattito dei candidati sindaco a Taggia, Villa Boselli.

Questo biodigestore in località Colli s’ha da fare o no? Per il momento, nessun candidato sindaco di Taggia ha risposto con un “sì” deciso e incondizionato.

Nel primo dibattito pubblico organizzato dal nostro giornale a Villa Boselli, si era passati dal generico pragmatismo di Mario Manni (noi vogliamo risposte e soluzioni) alle perplessità di Mario Conio (oggi abbiamo una situazione che espone Taggia ad essere la “pattumiera” regionale), attraverso le preferenze di Marco Ardoino (siamo per un biodigestore piccolo ed aerobico, non come quello progettato) e la vox populi invocata da Andrea Nigro (prima di violare i diritti sulla salute, bisogna chiederlo ai cittadini).

Sembra che tutti vogliano rimettere in dubbio, almeno in parte, la progettazione-costruzione di un impianto che, come ho già sostenuto (Rileggi Insider: Rifiuti zero, biodigestore uno) è fondamentale per chiudere il ciclo dei rifiuti in provincia. Parlare di pattumiera regionale, ad esempio, mi sembra un tantino fuorviante, anzi è proprio la Regione che chiede ai vari territori, compreso il nostro, di realizzare sistemi di trattamento con cui ridurre i conferimenti di spazzatura in discarica.

Probabilmente, è la campagna elettorale a spingere i candidati alla prudenza, per non rischiare di perdere voti con affermazioni impopolari. Sospetto, infatti, che l’utilità del biodigestore sia stata compresa poco e male dai cittadini, soprattutto perché la Provincia ha colpevolmente evitato di diffondere e spiegare tutte le caratteristiche del progetto e le sue modifiche in questi anni.

Per sollecitare un dibattito più costruttivo, allego in fondo il verbale di deliberazione del consiglio provinciale, che lo scorso febbraio ha dichiarato il pubblico interesse del biodigestore. Ci sono diversi punti importanti, ad esempio:

  • L’impianto dovrà essere gestito prevedendo almeno il livello minimo di raccolta differenziata (65%) fin dal primo anno di esercizio.
  • Il gestore non potrà aumentare le tariffe se riceverà meno rifiuti urbani residui, rispetto alla quantità stimata in origine, assumendosi il relativo rischio di impresa e compensando la minore quantità di RUR con il trattamento di flussi crescenti di materiali provenienti dalla raccolta differenziata.
  • L'impianto non produrrà CSS (combustibile solido secondario) destinato agli inceneritori.
  • In coerenza con quanto previsto dalla proposta di legge Rifiuti Zero, il biogas dovrà essere utilizzato per generare elettricità esclusivamente per l’autoconsumo, coprendo così il fabbisogno energetico del biodigestore stesso.
  • Il biogas eccedente dovrà essere trasformato in biometano per autotrazione o da immettere in rete.
  • È previsto anche un centro di ricerca per promuovere il recupero/riciclo di materiali.

Luca Re

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