ELEZIONI COMUNE DI SANREMO
 / Attualità

Attualità | 29 aprile 2017, 10:41

Continua il report di viaggio con Susanna Bernoldi, Coordinatrice Aifo di Imperia, "nei dintorni di Yambio"

La nostra intervista con Susanna Bernoldi prosegue nel Western Equatoria e precisamente nei dintorni di Yambio

Continua il report di viaggio con Susanna Bernoldi, Coordinatrice Aifo di Imperia, "nei dintorni di Yambio"

 

La nostra intervista con Susanna Bernoldi prosegue nel Western Equatoria e precisamente nei dintorni di Yambio. Prima, però, dovremmo fare alcune precisazioni sul viaggio intrapreso da Susanna. Infatti, non possiamo proseguire nel resoconto senza prima parlare della sua tappa a Nairobi.

"Abari!... Nzuri!" e si incontrano ad ogni passo sorrisi incredibili. Finalmente sono tornata nel "Paese che cammina" - ci ha spiegato Susanna Bernoldi - l’avevo chiamata cosi’ l’África che avevo conosciuta a Nairobi nel 1996, incontrando ogni mattina migliaia di persone che a passo svelto andavano a lavorare o speravano di trovarlo, un lavoro... Si, l’Africa, il continente piu’ abusato al mondo, ogni mattina si desta e si rimette in marcia.

Molti di Imperia ricordano il grande Padre Kizito, il comboniano che, molte volte con il Vescovo Mazzolari, sorvolava i Monti Nuba (ricchi di petrolio e terre fertili) portando soccorso agli abitanti isolati dal mondo e vittime di ogni violenza da parte prima dei bombardieri e poi dei Janjaweed mandati da Al Bashir del Nord Sudan. Kizito continua a dedicare la sua vita a trasformare i bambini di strada in Persone, protagonisti dei loro destini. L’ho conosciuto grazie ad Aifo che ha sostenuto la nascita di Koinonia, la casa per bambini di strada nel quartiere di Riruta. Kizito ha realizzato progetti in Sud Sudan, in Zambia e qui a Nairobi ha dato vita a tante iniziative, molte anche nel campo giornalistico perché fossero gli Africani a parlare di Africa! Ho condiviso con Kizito un pomeriggio e la cena ed é stato bellissimo ascoltarlo e vedere tanti ex street children divenuti esperti in pedagogia, logistica, computer, ecc., lavorare ora alla guida di tanti nuovi ragazzi… alcuni proprio piccoli! E che bello vedere i bambini stringersi a lui, il loro padre, vederli impegnati in tante attivitá di studio, gioco e sport".

Mi parli di Nairobi

"Nairobi é una grandissima città dove si costruisce a ritmo accelerato e tantissime sono le serie di ville molto belle ed eleganti, tutte superprotette da muri, cancelli e sorveglianti… purtroppo tantissimi gli alberi abbattuti…, incredibile il numero di auto di lusso, ma ancora tanti slums poverissimi. Ero stata a Korogocho, quando vi era Padre Alex Zanotelli; sono trascorsi tanti anni, ma questo baratro continua ad esistere, quasi come se fosse assolutamente normale. In effetti per il liberismo sfrenato e la globalizzazione del profitto tutto ció é normale. Sono stata con Sr. Gianfranca a Kawangare, uno slum del quale non avevo mai sentito parlare… (ma allora…quanti ce ne sono?) L’abbiamo raggiunto a piedi camminando sulla strada asfaltata... il marciapiede… beh, quello lasciamolo perdere. I marciapiedi fuori dal centro sono inesistenti, sono una vera e propria e insormontabile barriera architettonica! Entri in Kawangare e ti viene la rabbia a vedere tutte quelle "case" fatte di lamiera, una addossata all’altra, le strade che sono un insieme di buchi e pietre, le fogne a cielo aperto… ma perché? In cittá si stanno facendo tantissimi lavori di urbanistica..e loro? Di che categoria sono questi cittadini? Buoni solo per pagare l’affitto di questi tuguri? Sr. Gianfranca mi risponde: "la miseria serve per arricchire sempre piú pochi ricchi". Lei va ogni settimana nelle baracche dove vi sono i piú poveri tra i poveri: sta con loro, li ascolta, se vogliono prega con loro, accompagnata da alcuni laici che formano un gruppo di auto aiuto, di sostegno, un tramite prezioso per lei che organizza poi degli aiuti per gli anziani soli, per i bambini affinché possano studiare… e possano uscire un giorno dallo slum e costruirsi un futuro. Una delle foto che amo di piú é quella scattata a Mary con in braccio la sua piccola Esther, fuori dalla sua baracca di lamiera: una sola piccola stanza con il pavimento in terra, ma tutto in ordine e pulito. Fuori ha messo piante verdi e fiori e cantava per la sua bambina mentre lavava per terra e mi ha accolta con il sorriso. Diciamo che in mezzo ad un mondo che va a rotoli e alla rovescia, mi sono egoisticamente riempita di gioia e serenitá nel toccare con mano la solidarietá vera fatta di piccoli gesti e questo mi serve per digerire le ingiustizie che vedo qui e ovunque nel mondo".

Il viaggio della Bernoldi è proseguito da Nairobi alla volta di Kampala: 15 ore di viaggio attraverso coltivazioni di te, salendo ben oltre i 1.800 mt della capitale keniota, villaggi e citta’ e tantissime mucche e pecore libere… un sogno per gli oltre 30 mld di animalii stabulati, poi, a un certo punto, dopo la frontiera di Busia, anche tanti babbuini sul ciglio della strada.

"All'arrivo a Kampala - ha precisato Susanna - sono stata accolta da sr. Maria Luisa, ora economa, che a Nzara era responsabile dell’ospedale. A Kampala ho sostato solo una breve notte, il tempo di pesare il bagaglio prima di imbarcarmi alle ore 06 sul piccolo Cessna C208 alla volta di Yambio, con altri passeggeri tra i quali un logista italiano e un infermiere spagnolo, anche loro diretti alla missione comboniana di Nzara, a 22 km dalla pista sterrata dell’aereoporto".

Che effetto le ha fatto ritornare a Yambio?

"Yambio, per me, e’ il ritorno ad un luogo di cui conosco strade, case e molti volti, anche il Vescovo che ci accoglie con la sua solita allegria. Ed ecco le prime news della realta’ di questa regione: i 22 km di strada sterrata, cosi’ bella appena rifatta, e’ di nuovo piena di buche extra large! Strada che molti giorni non si puo’ percorrere per l’assalto dei ribelli… diciamo di tutti coloro che si ribellano alle regole del rispetto umano e assaltano le auto e le moto… Se sono soldati, è il loro modo di portarsi a casa il pane, dato che da tre mesi non prendono il salario e così è per i ribelli. Nei dintorni di Yambio, che è stata duramente attaccata, vi sono piu’ di 5.000 sfollati, così come altri 2.000 più a Nord, verso Tombura e circa 500.000 in Uganda, paese grande quanto metà Spagna che accoglie più di tutti i paesi UE! che poi accoglie i congolesi e i burundesi....

Fuggono per salvarsi la vita, se no, Perchè? Arrivano ai campi stremati, affamati, dopo aver subito violenze anche sessuali... ripenso ai tanti sudanesi che giungono in Italia e si trovano dinanzi un Salvini e seguaci, ai tanti ragazzi passati da Ventimiglia!

Ricordo, qualche anno fa, quelle donne congolesi arrivate a Nzara dopo un mese di cammino in foresta per sfuggire alle violenze di Joseph Kony: i loro occhi sbarrati, persi in una sofferenza indicibile, e noi alziamo muri…

Fuori Nzara sempre i soldati Sud Sudanesi e gli Ugandesi. La novità è una guarnigione di soldati USA che per ora osserva solo… meglio così, visti gli effetti collaterali di tutte le loro azioni militari! Utile invece un loro ortopedico, che ha riattaccato parte della mano e ne ha restituito la funzionalità ad una ragazzina vittima di un incidente con un macchinario del padre. Questa è una collaborazione auspicabile.

In sintesi, non posso andare nè a piedi nè in bici in foresta da sola, neanche nei villaggi vicini che ero solita raggiungere tranquillamente e così ho dovuto rinunciare ad allenare (dal punto di vista atletico… naturalmente) la squadra di calcio che mi attendeva al campo come le altre volte. Era troppo bello riuscire a far "schiattare"… quei giovanottoni che hanno, per palestra, il lavoro nei campi fin da piccoli! A loro è andato però uno di quei palloni che un amico che ha un negozio sportivo mi ha donato. Gli altri sono destinati al villaggio di Sorce Yubo, dove andrò nei prossimi giorni con Fr. Joe che aiuta tanti ragazzi a studiare, a crearsi un futuro e mi aspettano per fare nuovamente ginnastica e divertirci insieme!

Ancora: la gente che vive nelle capanne la notte non esce piu’ per andare in bagno... hanno trovato un uomo ucciso in modo barbaro… per risparmiare le pallottole. Di giorno la vita è normale, ma la notte, in certe zone, nelle capanne rimane il padre, mentre figli e madre vanno a dormire in foresta per paura degli attacchi e a Nzara ho infatti trovato alti recinti a difesa dei compound.

Uffa, basta con questo. Scrivo qualcosa di bello come il continuo incontro con insegnanti e studenti e infermieri o ex malati di lebbra, donne che mi riconoscono, mi stringono la mano…"Ginnipai… paite’"! mamma mia che bello sentirsi accolti! E il pensiero corre ai rifugiati rifiutati da diversi vergognosi sindaci…

E’ stato tanto bello ritrovare Gloria, mia ex studentessa, senza una gamba, senza molti denti, ma in compenso, ricca di tre marmocchi, che vive in una capanna in brutte condizioni. L’ultimo bimbo di un mese, Justin, frutto di violenza mentre andava a raccogliere legna…la violenza sulle donne e’ ovunque!

Chi mi ha dato una offerta, sappia che in parte andra’ per lei e i suoi tre bimbi. Forse sr. Laura, logista dell’ospedale, le darà un lavoro. Vuole seminare le arachidi e poi schiacciarle tra due pietre per preparare il "paco", quella crema nutrientissima e lei è bravissima in questo! Con la stampella percorre km e zappa con forza. E’ una potenza della natura.

Tornando alle cose belle: avete mai provato la sensazione di 3-4 manine che si aggrappano ad ognuna delle vostre? Manine delicate, magari impiastricciate di mango, manine che appena mi siedo, mi accarezzano i capelli e le parti del corpo scoperte…. Toccano la mia pelle cosi’ chiara…. Cosi’ diversa! Per fortuna, le coccole sono universali e hanno un solo idioma!

In questi giorni ho fatto lezione per un’ora con i 45 bimbi di 4-5-6 anni, sieropositivi, del Rainbow e poi con 48 bimbi dell’asilo. Hanno un’energia incredibile!​

Ho potuto partecipare all’inaugurazione di un nuovo reparto all’Ospedale di Santa Theresa aperto trenta anni fa dalle Comboniane… Sr. Eugenia comincio’ sotto un mango… Ora è un ospedale di eccellenza.

Il riconoscimento delle autorità politiche e religiose per le missionarie che hanno saputo prendere per mano questo popolo e gli hanno ridato dignità in ambito sanitario, educativo (oggi la scuola ha 1.200 studenti più l’asilo con 300 bimbi), con progetti per le donne, per chi ha l’Aids e la lebbra. Un lavoro enorme che sarà lasciato alla gente appena possibile."

L'appuntamento con Susanna Bernoldi continua...

 

Maurizio Losorgio

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium