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Politica | 20 aprile 2017, 12:11

Taggia: dopo anni il PUC approderà in consiglio comunale e l'assessore Manni traccia un bilancio

Il PUC è un po’ il segno di questa sua attività amministrativa che finisce.

Un momento della conferenza del 2009 quando venne chiesto ai cittadini di partecipare alla realizzazione del PUC

Un momento della conferenza del 2009 quando venne chiesto ai cittadini di partecipare alla realizzazione del PUC

Il PUC di Taggia approderà in consiglio comunale il 25 aprile. Quella nell’assise cittadina sarà una trattazione monotematica, una delle ultime e delle più emblematiche del percorso amministrativo guidato dal sindaco Vincenzo Genduso. Il Piano Urbanistico Comunale è una pratica ‘ostica’ che ha avuto una trattazione lunghissima, iniziata nel 2012 e che andrà a sostituire un piano regolatore risalente a quasi 30 anni fa.

Fino a gennaio di quest’anno su Taggia, come su oltre una quarantina di altri comuni liguri, c'era un termine per approvare il PUC, maggio, dopo il quale sarebbe scattata una sanzione pesantissima: l’impossibilità di rilasciare autorizzazioni paesaggistiche nelle zone vincolate. Poi, ad inizio anno, la Regione ha posticipato la scadenza al 31 dicembre 2020. Il documento che illustra il piano urbanistico si trova sul sito del comune di Taggia dal 2011, ma tra l'indagine preventiva condotta sulla cittadinanza nel 2009, passando per la creazione del documento, le riunioni dell’amministrazione comunale, le commissioni, alla fine, il termine per portare la pratica è stato regolarmente posticipato di volta in volta, fino ad arrivare al 2017. 

La questione è stata seguita in tutte le sue fasi da Mario Manni, vicesindaco ma soprattutto l’assessore con la delega al PUC. Di fronte alla notizia dell’arrivo della pratica in consiglio comunale, gli abbiamo chiesto un commento. “Proporremo l’adozione di questo strumento programmatico che vede nei distretti la parte più importante per lo sviluppo della città, che vogliamo ritorni alla cittadinanza. - sottolinea Manni - Alcuni aspetti fondamentali del piano riguardano i distretti, le zone di sviluppo e quelle di riqualificazione. Con l’adozione di questo piano verranno ‘premiate’ le azioni di riqualificazione urbana sul patrimonio già esistente. In più ed è forse lo strumento più rivoluzionario, posso dire che non ci sono amministratori pubblici direttamente interessati da operazioni immobiliari. Questo vuol dire che ognuno ha potuto ragionare in maniera libera senza essere condizionato da eventuali grosse operazioni edilizie. Sappiamo che non sarà un prodotto fatto e finito. Il PUC se sarà adottato dovrà quindi passare ancora al vaglio delle osservazioni”.

Il PUC è un po’ il segno di questa sua attività amministrativa che finisce. “E’ vero. Se dovessi tracciare un bilancio sul mio operato - prosegue Manni - l’unica cosa che non ho portato a termine è la sede della Croce Rossa di Taggia. Abbiamo fatto comunque molto. Soltanto per citarne alcune: abbiamo creato le premesse per il piano casa di Sant’Agotino, abbiamo portato a casa la piscina, il PUC e attraverso mille difficoltà abbiamo dato via alla conferenza servizi della zona della vecchia stazione. Ora confidiamo sulla sensibilità di Area 24 e sulla Regione perché ognuno si prenda i suoi impegni”. 

Il progetto nell’area dell’ex stazione vedrà mai la luce? “Credo che l’Amministratore Giuseppe Argirò abbia fatto un grosso lavoro ed ora non penso che tutto debba finire per lotte intestine partitico-politiche dove chi ci rimette sono solo i cittadini. - afferma Manni  - Non dargli tutte le possibilità e quindi la necessaria serenità d’azione è il più grosso degli errori che si possono commettere. Ricordo che quella è un’area interessata da un fallimento. Ed aver risolto il fallimento in meno di 7 anni è stata una grande impresa. Quel progetto è stato uno degli ultimi atti dell’amministrazione Barla, che ha poi avuto l’approvazione dal commissario prefettizio e che è quindi stato ereditato sotto il primo mandato da sindaco di Vincenzo Genduso. Quell’opera partirà nel momento in cui Area 24 dimostrerà consistenza. E’ troppo facile per il Comune di Sanremo, la Regione e la Carige, non entrare nella questione quando sono loro i proprietari di quell’area. Adesso non si possono tirare indietro i soci, devono ricapitalizzare la società. Un’ultima considerazione, fa gioco essere demagogici ma la demagogia non porta nulla”. 

Stefano Michero

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