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In Breve

| 12 aprile 2017, 17:00

Il Paradiso mancante

Michelangelo Pistoletto a Ponte S. Ludovico

Michelangelo Pistoletto a Ponte S. Ludovico

Capisco perfettamente che un’aiuola di Ponte S. Ludovico, sul confine italofrancese, sia il luogo più adatto per “Il Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto, ma forse avrei scelto di essere meno pignolo e posare la prima pietra in uno spazio più centrale di Ventimiglia. Beh, ormai è fatta, direte voi. Penso però che la bellissima iniziativa meriti di essere ampliata e valorizzata il più possibile. Andiamo con ordine: con Terzo Paradiso s’intende il progetto artistico nato una decina d’anni fa e continuamente sviluppato da Pistoletto, con una serie di opere e installazioni (qui tutte le informazioni).

Come ha scritto l’artista di fama internazionale, “il simbolo del Terzo Paradiso è una riformulazione del segno matematico dell’infinito. I due cerchi opposti significano natura e artificio, l’anello centrale è la congiunzione dei due e rappresenta il grembo della rinascita”. Pistoletto ha meritato la cittadinanza onoraria di Ventimiglia perché ha donato questo simbolo alla città, che a sua volta è assurta al rango di Ambasciata del messaggio racchiuso nel triplice cerchio.

Pace, equilibrio, rispetto per tutti gli esseri viventi, cura del nostro ecosistema: nel Terzo Paradiso, una sorta di “anello mancante” della nostra felicità personale e collettiva, si concentra un pensiero molto complesso, che potremmo anche definire salvifico, di speranza e riscatto per l’umanità intera, non solo per i profughi, che da tanti mesi cercano di valicare quello stesso confine su cui saranno installate le grandi pietre.

Quelle pietre comporranno il simbolo, costituiranno un’opera di land-art per chi ama le definizioni, o di arte povera, quella realizzata con materiali poco nobili o addirittura scarti. Disporle su una linea di unione-separazione (un confine) è logico, assolutamente in sintonia con le idee di Pistoletto, però mi chiedo se una sistemazione più in vista avrebbe giovato maggiormente alla causa.

La mia idea è che si potrebbe far fruttare la risonanza del Terzo Paradiso per rilanciare l’immagine di Ventimiglia, senza con ciò tradire lo spirito iniziale dell’opera, anzi favorire la sua conoscenza universale. Penso che Ventimiglia potrebbe invitare altri artisti a creare installazioni permanenti, da collocare in vari punti della città, unite da un medesimo tema. Lo stesso Pistoletto potrebbe offrire una nuova variante del simbolo, si potrebbe perfino ipotizzare un giardino di sculture, o un percorso artistico sul territorio.

Luca Re

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