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Attualità | 29 marzo 2017, 17:50

La ventenne imperiese Matilde Novaro racconta la sua esperienza in Australia, ma sogna un'idea di turismo per la sua città. Ecco le sue proposte

"Da un anno a questa parte, quando ho iniziato il master a Torino, ho il pallino fisso di cercare di far qualcosa per la nostra città, di provare in qualche modo a cambiare qualcosa, a renderla più viva"

La ventenne imperiese Matilde Novaro racconta la sua esperienza in Australia, ma sogna un'idea di turismo per la sua città. Ecco le sue proposte

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la testimonianza di Matilde Novaro, ventenne imperiese che da alcuni mesi sta vivendo un’esperienza in Australia dove ha deciso di stabilirsi in seguito a un percorso di studi che l’ha portata alla laurea in mediazione linguistica a Milano e a un master in promozione e organizzazione turistica culturale a Torino.

Una grande passione per i viaggi non allontanano il pensiero di Matilde alla sua provincia in cui è nata, per la quale immagina un modello di turismo “sostenibile e responsabile”, perché, “Il turismo di massa è un cancro”.

La testimonianza

“Mi piacerebbe raccontare alle persone di Imperia e provincia ciò che sto vivendo qui in Australia. dopo essermi laureata in mediazione linguistica e culturale a Milano e successivamente aver preso un master in promozione e organizzazione turistica culturale a Torino ho preso la decisione di venire qui a raccogliere la frutta. Ormai è da tutta la mia vita che viaggio e dopo tanto tempo sento davvero il bisogno di condividere. Ho sempre scritto, appuntato, scattato fotografie, disegnato.

Ho conosciuto persone da ogni parte del mondo e con differenti culture, molto lontane dalla nostra. Da un anno a questa parte, quando ho iniziato il master a Torino, ho il pallino fisso di cercare di far qualcosa per la nostra città, di provare in qualche modo a cambiare qualcosa, a renderla più viva. E le idee che saltano alla mente viaggiando sono davvero un'infinità e la mia speranza è quella di trovare appoggio una volta tornata e riuscire in qualche modo a farmi strada. Il viaggio diventa importante quanto l'andare a scuola, leggere, ascoltare musica, conoscere nuove usanze e stili di vita.

Quasi tutti al giorno d'oggi ne abbiamo le possibilità. In questi anni ho riflettuto molto su come si possa creare qualcosa per recuperare il nostro territorio turisticamente parlando, mediante un turismo che dev'essere certamente sostenibile e responsabile. Il turismo di massa è un cancro. Ma da noi spesso le lamentele e i vincoli burocratici impediscono tutto ciò. Mi piacerebbe un giorno aprire un circolo culturale o un campeggio alternativo, mettere a disposizione per gli abitanti pezzi di terra dove possano coltivare le proprie piante a km 0. Insomma, avrei tante cose da suggerire e tante idee per la testa.

Qui in Australia sto imparando a stare a contatto con la natura giorno e notte, senza le comodità di tutti i giorni. Vivo in un van, bevo acqua piovana, il gabinetto è la natura, il bucato si fa a mano alla luce del sole. Sono ormai 3 mesi che non entro in una stanza chiusa e tutto ciò gratifica l'anima, fa star bene. Per quanto riguarda il lavoro è tutto così facile, prenderlo, lasciarlo. Ogni persona di questo minuscolo paesino dell'outback del Queensland sorride agli immigrati.

Siamo trattati molto bene perché sanno che siamo una risorsa. Da noi purtroppo i vari magna magna delle cooperative, delle associazioni e dello stato impediscono che i nostri immigrati abbiano un lavoro e una dignità”.

Redazione

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