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In Breve

| 27 marzo 2017, 17:19

Parole e musica

David Bowie a Villa Faravelli, Imperia

David Bowie a Villa Faravelli, Imperia

Fa piacere sentire che qualcuno crede ancora a tal punto nella nostra città (Imperia) da ipotizzare la futura creazione di un museo della musica. L’idea è stata lanciata nientepopodimeno che da Red Ronnie, conduttore televisivo e critico musicale tra i più noti in Italia, durante l’inaugurazione della mostra su David Bowie a Villa Faravelli. La motivazione? Visto che Sanremo non fa nulla…

Il discografico imperiese Stefano Senardi ha detto che ci sarebbe moltissimo materiale disponibile per un simile progetto. Un’idea da cogliere, secondo il sindaco Capacci, anche se è prematuro dire dove, come, quando. Stavolta, però, mi faccio portavoce di un campanilismo al contrario: Sanremo, dove sei? Se c’è una città che per storia, tradizione e possibilità economiche dovrebbe progettare, realizzare e promuovere un tempio della musica, questa è Sanremo. Può darsi che la proposta-provocazione di Ronnie avrà l’effetto di svegliare la patria del Festival, che in questo frangente sta dando prova del più cocciuto immobilismo.

Prima di lanciarsi in nuove avventure espositive, Imperia a mio avviso farebbe bene a terminare quelle in corso e valorizzare ciò che possiede ed è ampiamente sottovalutato. Parlo soprattutto del museo incompiuto, aperto col contagocce (appena inaugurato, indovinate quale?) e della stessa Villa Faravelli in cerca di una maggiore visibilità turistica. E non scordiamoci Villa Grock col suo museo del clown, che meriterebbe ben altra considerazione di quella che le è riservata dalle istituzioni cittadine.

Visto che Sanremo non fa nulla, Imperia potrebbe fare qualcosa? Chi lo sa, per ora sono solo parole in libertà. A Imperia, credo, avrebbe più senso intavolare un progetto su un contenitore di storia industriale, riunendo i pezzi delle imprese che furono e quelle (poche) che resistono. Potrebbe essere una sorta di museo diffuso che continui l’opera iniziata dai Fratelli Carli: ogni imprenditore passato e presente dovrebbe offrire qualcosa, spazi post-industriali da rigenerare e restituire alla collettività come luoghi culturali. Ecco, altre parole in libertà, forse è meglio spegnere questa folle musica dei sogni.

Luca Re

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