Leggi tutte le notizie di SALUTE E BENESSERE ›

Infermiere e salute | 12 marzo 2017, 07:11

Un argomento molto delicato: genitori e sessualità degli adolescenti, quando e come parlarne

Gentili lettori, torna l'appuntamento mensile con la Dottoressa Barbruni Irene , nota psicologa sanremese.

Un argomento molto delicato: genitori e sessualità degli adolescenti, quando e come parlarne

Gentili lettori, torna l'appuntamento mensile con la Dottoressa Barbruni Irene , nota psicologa sanremese. Affronteremo un tema molto delicato, ma di attualità. 

Genitori e sessualità degli adolescenti quando e come parlarne.

Quando parlarne? Molti sono i dati statistici e studi sociologici che rivelano, nella società contemporanea, un ingresso sempre più precoce degli adolescenti e direi pre-adolescenti nella sessualità. Un’indagine dell’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza, condotta nel 2013 su 1.400 giovani di sette scuole diverse, ha svelato che il 19% degli adolescenti ha rapporti sessuali prima dei 14 anni, una cifra quasi raddoppiata rispetto alle stime dell’anno precedente. Da notare che il 73% dei ragazzi non conosce le principali malattie a trasmissione sessuale e il 33% pensa che l’incidenza di queste malattie sia trascurabile. Questo dato mostra quanto sia vissuta con superficialità l’esperienza sessuale.

Uno studio reso pubblico nel 2001 dallo Alan Guttmacher Institute e curato dalla Dott.ssa Lydia O’Donnell, rivela che esiste una maggiore probabilità, per chi ha iniziato esperienze sessuali in giovanissima età, di avere nella propria vita molti partner sessuali e di tendere a forzare, uno o una partner, ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà; inoltre, di avere rapporti frequenti e assumere alcool e stupefacenti prima o durante l’atto sessuale.

Quindi, alla luce di questi dati è importante tenere presente che oggi è necessario anticipare alcune informazioni/riflessioni ai nostri figli tenendo conto anche dei messaggi che arrivano attraverso il mondo dei mass media. A questo riguardo c’è stato uno studio della Dott.ssa Rebecca Collins della RAND Corporation di Santa Monica (California) pubblicato nel settembre 2004 sulla rivista “Pediatrics”, nel quale si dimostrato come la televisione possa influenzare i giovanissimi ad avere rapporti sessuali in età precoce. Assistiamo ad una modificazione dell’emotività relativa alla sessualità,  nel senso che i mass media stanno inducendo desideri sessuali in età sempre più precoce.  Il risultato finale attesta che il 90% degli adolescenti, che guardano programmi televisivi ad alto contenuto sessuale, ha una probabilità doppia di iniziare precocemente l’attività sessuale rispetto a coloro che guardano la televisione in modo meno assiduo. Un dato tanto più significativo se si pensa che i programmi cosiddetti “a rischio” rispetto all’indagine, non erano solamente quelli che mostravano atti sessuali, ma anche quelli in cui il sesso veniva solo evocato verbalmente. Ciò mostra quanto sia fondamentale che l’adolescente, e ovviamente anche il pre-adolescente,  non siano lasciati soli di fronte ai mezzi di comunicazione. Il genitore deve mediare le informazioni e proteggere il giovane dai troppi stimoli e immagini che spesso veicolano una sessualità distorta. Teniamo presente il fatto che oggi le immagini e i contenuti sessuali sono facilmente reperibili attraverso internet.

Come parlarne? Forniamo qui alcune riflessioni che possono aiutare il genitore ad orientarsi per contestualizzare alcune informazioni da trasmettere ai propri figli.

In generale, la sessualità può essere vissuta ed interpretata in due modi diversi e contrapposti: da una parte come ricerca di piacere e dall’altra come componente del più ampio e complesso evento della relazione affettiva alla ricerca di intimità tra un uomo e una donna. E’ chiaro come nell’immagine proposta dai mass media è il primo modo ad essere rappresentato e sottolineato, che così va a costituire l’insieme dell’immaginario collettivo che guida i comportamenti. Il pericolo insito nel vivere la sessualità solo come ricerca del piacere, consiste nel fatto che è proprio la ricerca del piacere a dominare la situazione e, quindi, una donna vale l’altra così come un uomo vale l’altro, poiché “basta che mi dia piacere”. In questa situazione relazionale, l’intercambiabilità del referente, spinge verso relazioni impersonali e al fine inautentiche, superficiali. Lo sviluppo dell’intimità nell’intreccio dell’affettività, invece, spinge alla ricerca di quell’uno che più è intimo al soggetto.

Nella società odierna la sessualità viene spesso estrapolata dal grande tema umano dell’amore. Per “amore” si intende quell’affinità reciproca che ricerchiamo in un “compagno d’anima”: quell’affinità elettiva e quella intima cognizione per cui sentiamo che l’altro comprende il nostro intendimento e l’anelito ad esprimere noi stessi. Infatti, si può affermare che l’essere umano non ha bisogni sessuali, ma bisogni psicologici. Ecco perché un soggetto non può sentirsi appagato vivendo solo la sessualità come soddisfacimento di un piacere fisico. Infatti, un individuo, nel rapporto con l’altro, ricerca il soddisfacimento del bisogno di appartenenza, del bisogno di esprimersi e di essere se stesso. Quindi fornire elementi per affinare la capacità di valutare lo stato dei nostri bisogni diviene fondamentale.

La sessualità estrapolata dall’aspetto relazionale annoia subito, perché l’emozione corporea provoca un piacere immediato, ma di breve durata. Spesso nei film vediamo che due persone che si incontrano, prima hanno un rapporto sessuale e poi si conoscono e si parlano. Questa inversione è anch’essa una distorsione. Nelle favole e nei sogni il bacio sulle labbra è il simbolo del trasferimento dello spirito da un soggetto all’altro, ossia dell’intimità psicologica che viene prima di quella fisica. Ma il bacio avviene dopo un lungo cammino attraverso varie situazioni problematiche:  simbolo, questo, della difficoltà dell’incontro. Parlare di sé all’altro non è facile perché bisogna scontrarsi con la difficoltà di entrare in contatto con il mondo interiore dell’altro, ma prima ancora con il nostro mondo interiore. Tanto più un giovane non sa entrare in rapporto con se stesso e tanto più è privo delle necessarie capacità per vivere a affrontare la sfera della sessualità. Nella favola della bella addormentata il principe deve superare un bosco fitto di piante e un drago prima di riuscire a baciare la sua amata. Questa immagine simboleggia proprio l’incontro d’amore, come percorso all’interno del quale si svolge e si realizza la nostra evoluzione, sia sul piano personale che sul piano relazionale. Ed è un’evoluzione che passa attraverso il ridimensionamento della pura istintualità.

Contestualizzare la sessualità all’interno delle dinamiche  e degli aneliti relazionali è la bussola che ci guida verso una visione più matura, più evoluta e quindi più umana, dell’evento sessualità. In quanto, ribadiamo, il vero pericolo consiste nello svincolare la sessualità dalle esigenza relazionali. 

                                                                                                 D.ssa Irene Barbruni

Scrivete a: 
salute@sanremonews.it 

Disclaimer: tutti gli articoli redatti dal sottoscritto, si avvalgono dei maggiori siti e documenti basati sulle evidenze, ove necessario sarà menzionata la fonte della notizia: essi NON sostituiscono la catena sanitaria di controllo e diagnosi di tutte le figure preposte, come ad esempio i medici. Solo un medico può effettuare la diagnosi ed approntare un piano di curaLe fonti possono non essere aggiornate e allo stato dell’arte possono esservi cure, diagnosi e percorsi migliorati rispetto all’articolo.

Immagini, loghi o contenuti sono proprietarie di chi li ha creati, chi è ritratto nelle foto ha dato il suo consenso implicito alla pubblicazione. Le persone intervistate, parlano a titolo personale, per cui assumono la completa responsabilità dell’enunciato, e dei contenuti. Il sottoscritto e Sanremonews in questo caso non ne rispondono.

Compito dell’infermiere è la somministrazione della cura, il controllo dei sintomi e la cultura all’ Educazione Sanitaria.

Roberto Pioppo

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium