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Attualità | 12 marzo 2017, 09:00

Per il Comitato Sotto Tina: "il Parasio non dovrà rimanere solo un giardino asettico ma anche un vero e proprio momento di vita", intervista al portavoce ufficiale Salvatore Grenci

L'Archivolto della Tina o Sotto Tina, versa veramente in condizioni di non ritorno e prima che sia troppo tardi vorremmo, non porci una pezza, ma attuare un vero e proprio ripristino totale della struttura.

Per il Comitato Sotto Tina: "il Parasio non dovrà rimanere solo un giardino asettico ma anche un vero e proprio momento di vita", intervista al portavoce ufficiale Salvatore Grenci

Novità importanti per il Comitato Sotto Tina e per la salvaguardia dell'archivolto al Parasio di Porto Maurizio. “Adesso siamo diventati un'associazione di volontariato e il progetto di restauro è finalmente all'esame delle Belle Arti, debitamente firmato da alcuni condomini che sono interessati al suo ripristino" dichiara così, Salvatore Grenci, ideatore e portavoce ufficiale del Comitato per il restauro dell’Archivolto della Tina.

Abbiamo chiesto a Salvatore Grenci di spiegarci come sia nato il Comitato e quali siano i progetti in atto per la rivalutazione dell'Archivolto.

"Il Comitato e le sue attività sono nati qualche anno fa un po' per mia iniziativa e quella di Gabriele Oreggia e ambivano a dar luce al degrado del quartiere Parasio ed in particolari modo all’Archivolto della Tina, uno degli elementi urbanistici più importanti sia storicamente che architettonicamente della città di Imperia. L'Archivolto della Tina o Sotto Tina, versa veramente in condizioni di non ritorno e prima che sia troppo tardi vorremmo, non porci una pezza, ma attuare un vero e proprio ripristino totale della struttura. Oltretutto, al Parasio c'è stato un processo, definiamolo così, di restauro a macchia di leopardo, laddove abbiamo dei palazzi seicenteschi più o meno restaurati e altri no e non vorremmo che l'Archivolto fosse dimenticato."

Ci può parlare un pò della storia del Parasio e dell'archivolto?

"Il promontorio del Parasio è il cuore pulsante del centro storico medievale di Porto Maurizio, ricco di opere architettoniche, tra cui chiese, antichi palazzi e caratteristici caruggi e offre a chi lo visita scorci mozzafiato che solo un borgo affacciato sul mare possiede. Questo abitato storico, posto su un promontorio sul mare proprio di fronte a Oneglia è chiamato Parasio da Palatium, antico torrione di forma quadrata e vera e propria fortezza cinta dalle mura e con tre porte di accesso. Una di queste entrate è proprio Porta Martina costruita nel seicento nella cinta muraria e costituiva l'accesso principale alla città. Proprio di questa struttura fa parte l'Archivolto della Tina, una delle opere più caratteristiche e importanti del Parasio. Esso faceva parte della cinta muraria medievale ed oltre a rappresentare l'accesso principale per entrare in città, salendo dall'attuale via Carducci e attraversando Porta Martina, è ciò che rimane del punto di raccordo tra le mura del del XIV secolo e quelle del XVII secolo. Si possono ancora notare i cardini in ferro della porta superiore e sotto l'archivolto tre tipiche botteghe medievali. Nella parte della loggia è ancora presente una nicchia della Madonna in stile barocco con il lume in ferro battuto dell'epoca."

Ma come mai le opere di restauro stentano a partire?

"Le opere di restauro hanno presentato fin da subito dei problemi e non da poco, infatti abbiamo scoperto che a parte la strada, tutta la parte verticale è privata. Infatti l'Amministrazione Pubblica non è potuta intervenire nè peraltro poteva essere inserita nel famoso progetto "dal Parasio al mare", in quanto appunto privata. Adesso forse stiamo arrivando a un dunque, nel senso che il progetto è all'esame delle Belle Arti, debitamente firmato anche dalla parte privata che è interessata a iniziare le opere di ripristino. L'importante è che il progetto diventi operativo. Successivamente provvederemo a rintracciare i fondi necessari non solo tra i condomini. Riguardo al carico del progetto, l'importante è che sia reso prima operativo, poi dovremo cercare degli sponsor, perché i privati non potrebbero accollarsi da soli il peso dell'intervento. Non si tratta assolutamente di un carico gravoso, anche perché visto che l'urgenza lo imponeva, abbiamo ridimensionato di molto il primo progetto e quindi adesso si tratta prima di tutto di salvare Sotto Tina con un progetto adeguato che si aggira intorno ai 50 mila euro. Poi successivamente proseguiremo, però intanto in prima istanza è importante tamponare e salvare quello che si può salvare anche perché se continua così tutta la struttura potrebbe cadere a pezzi. Noi pensiamo che con un intervento sponsorizzato, con una proposta ragionevole agli stessi privati condomini, si possa arrivare finalmente a una soluzione. Questa meraviglia dell'architettura in totale degrado è affiancata da palazzi settecenteschi completamente restaurati. Questo restauro rappresenta solo la punta dell'iceberg di una serie di iniziative che riguarderanno la rivalutazione del Parasio."

Quali sono i componenti del Comitato Sotto Tina?

"Sotto Tina si è allargata e adesso è diventata un'associazione di volontariato vera e propria. Il Presidente dell'associazione è Bruna Borelli e Katia Marangon il tesoriere. Sono due splendide persone che sono sempre pronte a dedicare il loro tempo a favore di questa causa e per tutti i nuovi progetti che riguardino Sotto Tina. Unitamente a questa novità c'è da segnalare l'ingresso nella nostra associazione di Cristina Tealdi e soprattutto della collaborazione assieme a lei di Gabriele Oreggia. Cristina Tealdi è un noto architetto che ci ha proposto di allargare la visuale, e di spaziare oltre al restauro dell'archivolto, andando a cogliere gli aspetti che potrebbero ridar vita al tessuto urbano del Parasio. Da questi consigli, sono venute alla luce una serie di iniziative e solo per citarne qualcuna di cui Cristina Tealdi ne è stata l'artefice, il timoniere, potrei menzionare: il panorama straordinario della Cupola e il dipinto delle Clarisse, riemerso dagli scavi. Grazie a questa nuova linfa abbiamo dato vita a nuovi impegni."

Altri progetti futuri?

"Noi come associazione di volontariato ci permettiamo di allargare gli orizzonti potendo mirare a rivalutare tutto il Parasio. Il Parasio, benché sia stato oggetto di interventi è comunque ancora un campo dove agire chirurgicamente. Esso non deve essere solo un giardino asettico, ma anche un luogo da vivere. Infatti il nostro desiderio e la nostra ambizione, sarebbero quelli di ricreare un ritorno di vita al Parasio. Una sfida per il piccolo commercio che deve essere vista non solo come la ricostruzione del tessuto commerciale, ma soprattutto come un ritorno al passato e una sfida contro l'asetticità dei grandi gruppi commerciali e ipermercati. Lo scopo ha un significato importantissimo: quello di recuperare la vita e i momenti di socializzazione che sono andati scomparendo sulla fine degli anni '70. Questo è solo una delle sfide che ci prefiggiamo. Il Parasio era un mondo laddove non c'era bisogno di andare al supermercato, infatti, c'era la macelleria, il negozio di frutta e verdura, il negozio che faceva la farinata, la latteria la panetteria, insomma era un mondo perfetto. Da questa angolazione, non significa come diceva Italo Calvino: "tornare al passato", ma significa rilanciare una proposta di commercializzazione economica che possa non solo dare lavoro, ma anche ripercorrere quelle strade di socializzazione che sono andate perse. A fronte del grande commercio dei supermercati il quartiere assume una valenza fondamentale in questo senso. Noi lavoriamo in collaborazione con l'associazione storica del Circolo Parasio di Giacomi Raineri, che si è sempre dimostrato sensibilissimo a tutte le iniziative che abbiamo fatto. Il 25 marzo nella suggestiva cornice della Chiesa di San Pietro faremo la presentazione di un libro, nato dal lavoro di un nostro amico prematuramente scomparso che si chiamava Enrico Rapetti. Lui aveva il vizio gradevolissimo di scrivere su FB o su altri social "alcune schegge" lui le chiamava schegge, cioè i ricordi degli anni '60 del Parasio. Quando è mancato io, Katia Marangon e Alida Civile, una lettrice del Parasio, abbiamo deciso di assemblare queste schegge e di farne un libro. Questo sarà un altro contributo che daremo al Parasio. Auspichiamo che l'Amministrazione Pubblica ci dia ancora una mano anche perché quello che ha fatto finora come per piazza Parasio a nostro avviso non basti, anche se la piazza è molto bella però è asettica. Un turista che arriva in cima alla piazza non può trovare il deserto, anche se è tutto bello e pitturato. Basterebbe intanto per iniziare un chiosco d'estate in modo che chi dovesse visitare il Parasio non trovasse una specie di "Silent Hill" ma qualcosa di vivo. Il turista dovrebbe trovare dell'artigianato, prodotti alimentari locali e magari molto altro. Questo significherebbe fare un'operazione di compiutezza e di rilancio del Parasio."

Maurizio Losorgio

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