Il problema che sta vivendo Imperia, oltre alle infinite cose non fatte, o fatte male, o incompiute (Rileggi Insider: L’investimento del giorno dopo), è che anche la ristretta cerchia di opere complete soffre di un male che pare incurabile. Trattasi della totale assenza degli interventi per il controllo e la manutenzione. A volte sono piccoli dettagli, certamente, ma possono rappresentare la differenza tra una città bella e vivibile e una città trascurata.
Purtroppo alcuni inconvenienti hanno la loro genesi nelle errate scelte di progettisti e architetti. A volte mi domando come si possano impiegare materiali tanto scadenti, fragili, destinati a guastarsi entro pochissimo tempo. Al contrario, ogni riqualificazione urbana che si rispetti dovrebbe essere pensata per durare anni, non settimane o mesi, prima di subire scrostamenti, fessurazioni, slavature e via rompendo.
Alcune di queste incongruenze sono sotto gli occhi di tutti e sono state discusse nell’ultimo question-time comunale. C’è la nuovissima passeggiata degli innamorati priva di cestini per la spazzatura, con moltissimi led che hanno già smesso d’illuminare, mentre la scarpata sopra i muri di pietra è lasciata del tutto incolta.
C’è il parco urbano, dove vi sfido a correre di sera, tra una lampada che funziona ogni quattro o cinque spente. Sto volutamente tralasciando gli inconvenienti più grandi, come il depuratore puzzoso e i camperisti che svernano sui piazzali sterrati (stanno proprio così male a casa loro?).
Ecco qualche altra chicca di cui si discute più raramente: perché alla Marina hanno utilizzato quella terribile resina chiara, che si è sporcata due minuti dopo essere stata posata? Perché alla Foce hanno alternato l’ottima pietra di Verezzo con quelle orrende coperture di vera plastica-finto legno che rischiano di spezzarsi (e, in effetti, si spezzano spesso e volentieri) a ogni piè sospinto?
Perché, sempre alla Foce, hanno realizzato le sedute delle aiuole con listelli di legno, la cui vernice protettiva è andata persa nello spazio di un’estate, lasciando la superficie sfogliata? Ognuno di voi troverà moltissimi altri esempi di ordinaria manutenzione mai effettuata. Peccato, perché si finisce col rovinare anche quel po’ di buono che è stato fatto.