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Infermiere e salute | 05 marzo 2017, 07:00

Com'è l'occhio pigro? Scopriamo l'ambliopia, patologia assai diffusa

Ritroviamo nella nostra rubrica il dott. Franco Lupi, stimatissimo oftalmologo sanremese, che ci parla dell'occhio pigro

Com'è l'occhio pigro? Scopriamo l'ambliopia, patologia assai diffusa

Ambliopia o “occhio pigro”

Capita spesso di vedere bambini molto piccoli andare in giro con una “benda da pirata” od occlusione  che tappa un occhio, vuole dire che ci troviamo davanti ad un bimbo ambliope ossia affetto da occhio pigro.
Di cosa si tratta?  E’ una patologia abbastanza diffusa  che consiste in una differenza più’ o meno marcata di vista tra un occhio e l’altro.
Spieghiamoci più’ semplicemente.
Uno dei due occhi ha un difetto visivo ,abitualmente un’ipermetropia, l’atro o non ha difetto o ha un difetto molto leggero che non impedisce una corretta visone. Il cervello del bambino si trova pertanto a ricevere due immagini, una nitida dall’occhio sano ed una sfuocata e quindi fastidiosa, dall’altro. A questo punto il cervello  tende ad “eliminare “ l’occhio difettoso in modo che l’immagine sfuocata non disturbi la normale visione.
 Se non s’interviene presto questo problema si radicalizza e non è più’ possibile risolverlo, viceversa una tempestiva diagnosi ed una corretta terapia puo’risolvere  anche completamente il problema con un’elevata percentuale di successo.
Diventa quindi assolutamente importante una visita dal Medico Oculista attorno ai 4 anni di eta’; attendere che il piccolo sappia leggere e quindi dopo i 6 anni è tempo prezioso perso.
La visita con l’autorefrattometro ,le E di Albini e la cicloplegia permettono una diagnosi corretta anche di fronte ad un piccolo analfabeta !
Ovviamente la vista deve essere controllata in mono visione perché con entrambi gli occhi aperti il piccolo paziente simulerà una vista normale riuscendo a vedere il nonno dall’altra parte della piazza…. ma con un occhio solo!!! e questo spesso trae in inganno i parenti.
Fatta la diagnosi inizia la parte difficile della terapia, difficile soprattutto perché richiede molta collaborazione da parte della famiglia.
L’occhio buono andrà’ chiuso per obbligare l’occhio pigro a lavorare.  Il dover portare un bendaggio e il doversi appoggiare su un occhio con vista imperfetta crea ovviamente un disagio al piccolo paziente,  che tendera’ ,il più’ delle volte, a rifiutare la terapia. E' importante quindi che non si drammatizzi la cosa, di per se spiacevole e che ci si adoperi per seguire i tempi di occlusione prescritti.
Se cio viene fatto correttamente la ricompensa sarà una visione quanto più’ possibile normale, viceversa da adulto non ci saranno ne' occhiali ne' lenti a contatto ne' laser che permetteranno al paziente di superare il deficit.

Approfitto di questa pagina per rispondere a quanti mi chiedono informazioni riguardo agli occhiali con microfori che si vedono in giro. Si tratta di semplicissimi fori stenopeici la cui unica funzione è di eliminare o ridurre i cosi’ detti cerchi di confusione ossia gli aloni sfuocati attorno agli oggetti che vengono percepiti dalle persone con difetti visivi. Il meccanismo d’azione è paragonabile allo strizzare gli occhi dei miopi ….nulla più’…. quindi non bisogna conferire a questi buchetti poteri terapeutici che assolutamente non hanno.  Potete provare voi stessi a fare un fiorellino in un foglio ed a guardarci attraverso, avrete la sensazione di distinguere meglio i contorni degli oggetti osservati, ma i vostri occhi non faranno nessuna ginnastica miracolosa…

 

                                                                                                                      Dott. franco Lupi

 

 

 

 

 

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Roberto Pioppo

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