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Attualità | 23 febbraio 2017, 10:43

Ventimiglia: il procuratore Grazia Pradella incontra gli studenti del Liceo Aprosio per parlare di corruzione "Non siate spettatori passivi"

L'iniziativa è stata organizzata da Legalmente, gruppo di lavoro su legalità e convivenza democratica che ha il comune di Camporosso come capofila istituzionale.

Grazia Pradella

Grazia Pradella

"Quello che vorrei uscisse da questo incontro è farvi capire come il tema della corruzione non interessi solo le forze dell'ordine, ma ciascuno di noi nel quotidiano." Inizia così il Procuratore Grazia Pradella il suo incontro con gli studenti del Liceo Aprosio in un auditorium gremito. L'iniziativa è stata organizzata da Legalmente, gruppo di lavoro su legalità e convivenza democratica che ha il comune di Camporosso come capofila istituzionale.

"Le vostre riflessioni devono essere particolarmente accorte - ha proseguito la Pradella - perchè Ventimiglia impatta con dei fenomeni sociali veramente importanti. 

Vive il problema delle migrazioni, delle necessità di prevenire il terrorismo, ma anche il problema delle infiltrazioni della 'ndrangheta, nonché la piccola criminalità. Nessuno è indenne da errori o sbagli, crescere è difficile, farlo rispettando le regole, lo é ancora di più e voi avete l'enorme responsabilità di poter cambiare le cose."

Tra le domande che i ragazzi hanno posto al Procuratore, molte sono state quelle relative alla sua vita sotto scorta: "Ha paura? Come si vive in una situazione in cui la sua libertà è, per forza di cose, limitata?"

"Chi fa il mio lavoro e lo fa sotto scorta non è un eroe - ha risposto Grazia Pradella - molte volte nella mia vita mi sono chiesta: 'Avrei potuto fare qualcosa di diverso? La risposta è sempre stata che no, non avrei potuto.

Credo di dovere alla mia scorta la mia vita fisica, ma anche professionale. La libertà personale è limitata, però volete mettere avere fino in fondo la libertà professionale, questo per ogni magistrato è il massimo. 

La cosa che fa male e uno la supera solo con la razionalità, è quando ti minacciano i figli. Li si paga, questo è il prezzo da pagare, ma non avrei potuto fare niente di più. Per quanto riguarda la paura, tutti l'abbiamo, è un sentimento umano, negarlo sarebbe impossibile non averne. Ho avuto paura, ma questa non ha determinato il mio lavoro." 

Infine un ricordo a Paolo Borsellino, tra i magistrati che la Pradella ricorda con più affetto e ai quali si è ispirata nella sua carriera: "Lo incontrai giovanissima ad un convegno a Palermo - ha raccontato - avevo 24 anni, lui credo una cinquantina. Ero molto contenta di aver ottenuto il mio primo incarico alla Corte d'Assise, ma mi ci avevano mandata solo perché nessuno voleva andarci. Ero entusiasta di trattare processi importanti, ma Borsellino, con fare paterno mi disse "Peró Grazia sii prudente, sei molto giovane", questo è un ricordo che porto ancora con me." 

Simona Della Croce

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