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Infermiere e salute | 19 febbraio 2017, 06:00

Uno strumento a sostegno delle donne vittime di violenza: il Telefono Rosa

E’ un Ascolto attento e solidale quello che qualifica il Telefono Rosa, fin dal suo nascere, come una nuova forma di servizio sociale

Uno strumento a sostegno delle donne vittime di violenza: il Telefono Rosa

Questa settimana parliamo di un importante strumento a sostegno delle donne vittime di violenza di qualunque genere, il TELEFONO ROSA

1) Il “Telefono Rosa” nasce nel febbraio del 1988 come strumento temporaneo per realizzare una ricerca volta a far emergere, attraverso la voce diretta delle donne, la violenza "sommersa", ossia quella che si manifesta all’interno delle mura domestiche e che nella maggioranza dei casi viene accuratamente nascosta sia da coloro che la esercitano che dalle donne e dai figli che la subiscono.

E’ un Ascolto attento e solidale quello che qualifica il Telefono Rosa, fin dal suo nascere, come una nuova forma di servizio sociale.

Oggi L’Associazione è in grado di fornire una consulenza varia e specifica.  Le donne che si rivolgono al Telefono Rosa possono avvalersi della competenza di avvocate (sia civiliste che penaliste), consulenti bancarie, psicologhe, psicoterapeute, mediatrici culturali, assistenti al Diritto di famiglia ed educatrici.

Si organizza corsi di formazione per il personale che a vario titolo entra in contatto con le donne vittime di violenza e di corsi di informazione, prevenzione e sensibilizzazione del fenomeno della violenza presso alcune scuole sul territorio italiano. A tal proposito, da diversi anni l’Associazione rinnova il suo impegno con gli studenti promuovendo giornate di sensibilizzazione a loro dedicate:

• 25 novembre per la “Giornata internazionale contro la violenza alle donne”  il Telefono Rosa organizza l’annuale Convegno internazionale: “Le donne un filo che unisce mondi e culture diverse” con ospiti di rilievo nazionale ed internazionale per discutere con gli studenti il ruolo delle donne nel terzo millennio. Lancio del concorso-video “uno spot per il Telefono Rosa” con l’obiettivo di stimolare gli studenti sui temi della violenza in ogni sua forma.

• 8 marzo “Giornata Internazionale della donna” annuale premiazione dei vincitori del concorso-video “uno spot per il Telefono Rosa” nell’ambito del progetto “Le donne: un filo che unisce mondi e culture diverse”.

L’Associazione è Nazionale per cui riceve richieste di aiuto e segnalazioni da tutte le zone d’Italia e, di conseguenza, offre informazioni e indicazioni relative ai servizi presenti sul territorio italiano secondo una mappatura costantemente aggiornata. Le altre sedi presenti sul territorio si trovano a Torino, Verona, Mantova, Napoli, Ceccano e Bronte.

Dal 2004 l’Associazione gestisce, per conto del Comune di Roma, la “Casa Internazionale dei Diritti Umani delle Donne”, centro di accoglienza per donne straniere ed italiane, vittime di acidificazione, violenze fisiche e psicologiche.

Dal 2013, gestisce, per conto di Città Metropolitana Roma Capitale, il Casa di Accoglienza “La Ginestra”.

2) Alle linee dedicate all’ascolto telefonico rispondono le volontarie, pronte ad accogliere, informare ed orientare chi chiama. Tutte le volontarie, oltre a possedere una sensibilità naturale nei confronti della tematica, seguono una formazione specifica prima di prestare la loro opera di volontariato.

3) Le ragioni che spingono chi subisce violenza ad occultare quanto vissuto sono molteplici e molto delicate: la paura per se stessa e per i suoi figli; la vergogna; la mancanza di mezzi economici; la riprovazione della famiglia o della comunità; la paura di non essere credute; il senso di confusione e di smarrimento che seguono la violenza subita da una figura che, al contrario, dovrebbe dare sicurezza e protezione; l’ambivalenza e l’asimmetria dei ruoli che caratterizzano le relazioni violente, con una conseguente dipendenza affettiva e psicologica.

Denunciare una violenza subita è un atto che richiede tantissimo coraggio. Spesso la donna che ha subito violenza viene lasciata da sola, priva di appoggio, di ascolto e di risorse. Trovare il coraggio per affrontare un dramma così grande non è facile, e richiede tempo.

4) Come accennato in precedenza, la violenza è un fenomeno sommerso per cui i dati derivati dalle ricerche non rispecchiano la realtà.

5) Il Telefono Rosa è a disposizione di tutte le donne che attraversano un momento di difficoltà e/o hanno dei dubbi rispetto a quello che stanno vivendo ed hanno bisogno di informazioni, suggerimenti o di un confronto con un’esperta, senza la paura di essere giudicata.

6) Probabilmente ognuna di queste ragioni è vera. Tuttavia per combattere la violenza nei confronti delle donne è necessario mettere in campo interventi di vario tipo: prevenire educando al rispetto nei confronti di tutti, uomini e donne; preparare all’accoglienza il personale medico e para-medico per aiutare la vittima, le forze dell’ordine perché si senta protetta e compresa; intervenire su colui che commette il reato con celerità, con pene severe e proteggendo la donna e i suoi figli; sostenere la donna nel percorso di recupero della sua autostima e nella ricostruzione di una vita dignitosa per lei e per i suoi figli.

7) La persona non si “trasforma” in un mostro. I segnali si possono cogliere se esaminati con attenzione.

Comportamenti deviati possono derivare dal vissuto pregresso nella propria famiglia, da una cultura particolarmente maschilista, da un temperamento violento e anche da una insicurezza di fondo che porta il soggetto a reagire anche ad una normale frustrazione che per altre persone non sarebbe così drammatica.

8) Il percorso di fuoriuscita dalle situazioni di violenza richiede grande coraggio e determinazione, dunque più che lanciare un messaggio di propaganda possiamo dare qualche informazione in più;

Spesso le donne vittime di violenza non si rivolgono ai centri per paura di essere forzate a denunciare. Questo è un timore che non trova alcun riscontro con la mission della nostra Associazione, che invece mira all’autodeterminazione e all’autonomia delle donne che chiedono il nostro aiuto. Il Telefono Rosa garantisce l’anonimato a tutte, agisce nel pieno rispetto delle tempistiche e delle modalità necessarie ad un’azione consapevole.

9) Si può destinare il 5‰ al Telefono Rosa, scaricando il modulo da consegnare al commercialistao il modello 730/2011 precompilato direttamente sul sito dell’Associazione www.telefonorosa.it

Inoltre accedendo alla sezione “DONA ORA” del sito è possibile donare tramite carta di credito, carta prepagata o conto pay pal oppure versando un contributo sui conti di seguito riportati:

– CC POSTALE nr. 85243004

– CONTO BANCO POSTA Iban IT53 C076 0103 2000 0008 5243 004

– CONTO BANCARIO Iban IT 18 G 08327 03399 000000020790

 L’importo è detraibile o deducibile alle condizioni e nei limiti previsti dalla legge.

Il contributo che il Telefono Rosa riceverà sarà utilizzato, per sostenere sia psicologicamente che legalmente le donne, che chiedono aiuto e sostegno per uscire da una situazione violenta e al reinserimento sociale delle donne, ma soprattutto dei loro figli, che vengono accolte nelle Case di accoglienza gestite dall’Associazione.

10) Chi subisce violenza, o conosce situazioni di violenza e necessita di aiuto può contattarci ai numeri 06/37518261/62/82 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, il martedì e il giovedì anche dalle 14 alle 16.

Team Associazione Nazionale Volontarie Telefono Rosa - Onlus

Ringrazio i team del Telefono Rosa,  e invito tutte coloro che sono vittime di violenza a DENUNCIARE, A NON RIMANERE NELL'OMBRA DI ABUSI, A VOLTE PERPETRATI PER ANNI.

NON SIETE SOLE, E MOLTE ASSOCIAZIONI, CON LE FORZE DELL'ORDINE POSSONO AIUTARVI NELLA MANIERA MIGLIORE A SUPERARE QUESTO MALE PROFONDO E DILAGANTE.

salute@sanremonews.it

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Le persone intervistate, parlano a titolo personale, per cui assumono la completa responsabilità dell’enunciato, e dei contenuti.

Il sottoscritto e Sanremonews in questo caso non ne rispondono.

Compito dell’infermiere è la somministrazione della cura, il controllo dei sintomi e la cultura all’ Educazione Sanitaria.

Roberto Pioppo

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