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Attualità | 13 febbraio 2017, 08:21

Ventimiglia: 'Progetto Martina', un incontro formativo dei Lions al Liceo Aprosio della città di confine (Foto)

Per spiegare ai giovani come l'adozione di corretti stili di vita possa aiutare a prevenire i tumori.

Ventimiglia: 'Progetto Martina', un incontro formativo dei Lions al Liceo Aprosio della città di confine (Foto)

Si chiama Progetto Martina e consiste in un incontro formativo che i Lions di Ventimiglia, presieduti quest'anno dalla dottoressa Mirella Nigro, organizzano ormai da sei anni presso il Liceo Aprosio per spiegare ai giovani come l'adozione di corretti stili di vita possa aiutare a prevenire i tumori. Anche quest'anno l'incontro si è svolto grazie alla preziosa collaborazione del dr. Claudio Battaglia, presidente della LILT e alla disponibilità del Dirigente Scolastico, Prof. Giuseppe Monticone e del delegato al progetto, Prof. Davide Vottero.

“Il Progetto Martina – spiega il dr. Luigi Amorosa, responsabile dell'iniziativa – è un Service Nazionale dei Lions: i riscontri che abbiamo avuto negli anni ci incoraggiano ad andare avanti con entusiasmo. Infatti, al termine della lezione viene consegnato agli studenti un questionario per valutare quanto efficace sia stata l'informazione fornita ma, ancora di maggior interesse, è il riscontro delle risposte ai questionari che vengono sottoposti agli studenti a distanza di un anno; lo scopo è di capire se essi abbiano effettivamente migliorato le proprie abitudini di vita a seguito dell'incontro. Ebbene, il 67% degli studenti ha dichiarato di aver cambiato in meglio le proprie abitudini alimentari, il 76% ha incrementato l'attività fisica ed il 27% ha ridotto o abolito il fumo. Questi dati si andranno ad aggiungere a quelli delle tante scuole in Italia in cui i Lions hanno attivato il progetto, raggiungendo 150.000 ragazzi ogni anno”.

Nei prossimi giorni il Progetto Martina sarà proposto dai Lions ai genitori dei ragazzi che frequentano le scuole secondarie di primo grado; la strategia è quella di raggiungere i ragazzi più giovani, che però si trovano in un’età ad alto rischio per l’adozione di stili di vita scorretti, tramite i genitori che, sia con l’esempio, sia comunicando nei tempi e nei modi da loro ritenuti più giusti, potranno trasmettere le informazioni ricevute ai propri figli. È stato infatti dimostrato che proporre direttamente ai più piccoli questi argomenti non sortisce effetti duraturi nel tempo e, anzi, può ingenerare immotivate paure.

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