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Sanità | 22 gennaio 2017, 07:25

Belli dentro, ma anche belli fuori: oggi parliamo di chirurgia estetica con l'intervista al Dottor Franco Migliori

Questa settimana ci troviamo nello studio di Cuneo presso CME del Dott. Franco Migliori, noto chirurgo estetico.

Belli dentro, ma anche belli fuori: oggi parliamo di chirurgia estetica con l'intervista al Dottor Franco Migliori

Questa settimana ci troviamo nello studio di Cuneo presso CME del Dott. Franco Migliori, noto chirurgo estetico.

Dott. Migliori, Cosa vuole dire chirurgia estetica oggi? "La Chirurgia Estetica ha una caratteristica peculiare: è l’unica chirurgia “di compiacenza”. In qualsiasi situazione patologica è il chirurgo che propone un intervento al paziente, nella C.E. è il paziente che lo richiede al chirurgo. Inoltre, contrariamente a quello che si crede, la C.E. non esiste come branca specialistica a sé stante, ma è una evoluzione superspecialistica della Chirurgia Plastica e Ricostruttiva. Solo dopo lunghi anni di esperienza in svariati campi della patologia, si possono acquisire le conoscenze e le capacità necessarie per migliorare l’aspetto di tessuti sani senza danneggiarli (o, più correttamente, riducendo al minimo i rischi). Infatti il titolo di “Specialista in Chirurgia Estetica” non esiste (è un insegnamento dell’ultimo anno di specializzazione in Chirurgia Plastica), e chi si spaccia per tale è solo un ciarlatano".

L'intervento estetico è pur sempre un intervento a tutti gli effetti: come riconoscere il professionista qualificato? "Cerco di sintetizzare. Prima di fissare una visita, bisogna cercare di selezionare i chirurghi in base al curriculum (con particolare riguardo alla formazione, ai titoli accademici, alla pratica chirurgica, alle affiliazioni e pubblicazioni scientifiche) ed alle immagini dei risultati chirurgici. Si dovrebbe cercare di acquisire la necessaria malizia per distinguere tra le informazioni attendibili e quelle “taroccate” (purtroppo è innegabile che ve ne siano). Fatta la prima scrematura, ed ascoltati 2-3 pareri (consiglierei di non andare oltre questo numero, per non impazzire), cercherei di capire quali opinioni convincano di più: ad esempio distinguendo chi motiva le proprie valutazioni da chi invece “cala il verbo dal cielo”. Non ultima, darei un certo rilievo anche all’empatia".

Quali sono gli interventi estetici più richiesti? "Da parecchi decenni (direi persino da un secolo) poco è cambiato nelle esigenze estetiche “primarie”: la mammella femminile ed il naso per entrambe i sessi rappresentano ancora gli organi di cui più frequentemente viene richiesta la correzione. È vero però che alcune moderne metodiche a bassa invasività, per la correzione di svariati difetti dell’invecchiamento, stanno rapidamente crescendo in popolarità".

Che valutazione bisogna fare prima di accettare la richiesta di un paziente?  Come per ogni intervento, valutati i rischi il chirurgo può negare al paziente il trattamento? "Gli aspetti più importanti sono le motivazioni e le aspettative. I pazienti “ideali” hanno motivazioni concrete ed aspettative ragionevoli, i pazienti “pericolosi” (per sé e per il chirurgo) hanno motivazioni irrazionali ed aspettative oniriche. La moglie abbandonata dal marito (scappato con una ventenne o simili), che pensa di riconquistare il marito facendo la mastoplastica, va riportata sul pianeta Terra. Parimenti, alla paziente che si presenta al primo consulto con le copertine dei rotocalchi, 'mostrando il catalogo' dei nasi o dei seni che vorrebbe, va spiegato che sta programmando un intervento chirurgico e non una giornata di shopping. Il chirurgo plastico serio, di fronte alla strenua difesa di questi atteggiamenti ed al rifiuto di posizioni 'collegate alla realtà', non 'può' ma 'deve' rifiutarsi di operare.

Si può ritornare indietro se il paziente dopo alcuni anni si pente (ad esempio la protesica della mammella)? "La risposta è secca e senza compromessi: NO. La Chirurgia Estetica (come qualsiasi altra chirurgia) interrompe la continuità dei tessuti, che ripareranno attraverso il processo di cicatrizzazione. Pertanto da quel momento in poi sarà per sempre presente un tessuto cicatriziale che nessuno potrà mai più rimuovere (se non provocando ulteriore tessuto cicatriziale). Quindi i tessuti operati non potranno mai più ritornare come prima del primo intervento. Per questo motivo, la valutazione più importante che un chirurgo plastico serio deve effettuare prima di ogni intervento, è il bilancio costo/beneficio (dove per 'costo' si intende quello biologico): se ciò che mi riprometto di ottenere è ragionevolmente maggiore dei danni che inesorabilmente la chirurgia provoca, allora l’intervento è indicato, altrimenti no. Per quanto riguarda la mammella, intorno alla protesi i tessuti e la ghiandola si dilatano e si rimodellano, in più si forma un involucro chiamato “capsula fibrosa”: tutto questo rende la mastoplastica additiva un “One Way Ticket”. Ma questo non deve spaventare nessuna donna, semmai la deve rendere più vigile ed attenta nella scelta: con un chirurgo serio ed esperto, con le tecniche adeguate e correttamente eseguite, con i materiali top della gamma, nessuna paziente si è mai pentita".

Si sente sempre più parlare della chirurgia estetica non invasiva: una mia lettrice chiedeva di rivolgerle la domanda, nello specifico, della blefaroplastica non ablativa: di cosa si tratta, in quali casi si può utilizzare, e che durata (nel tempo) in termini di risultati, mantiene. "La 'non invasività' (o la 'mini' o 'micro-invasività') rappresenta la naturale evoluzione di tutta la chirurgia, e ne segna la strada verso il suo destino finale: fra un numero di anni che non so prevedere (secoli o forse solo decenni) la chirurgia scomparirà, perché non vi sarà più bisogno di invadere il corpo umano per guarirlo (o, forse, non vi sarà più un corpo umano che si ammala). Ma finché vi saranno i tessuti biologici con i loro meccanismi di funzionamento, almeno una parte dei problemi continueranno ad avere bisogno di soluzioni 'tradizionali'. Nel caso specifico richiesto dalla lettrice, le tecniche chirurgiche tradizionali di blefaroplastica rimuovono qualcosa che eccede, le tecniche non ablative (per loro stessa definizione) non rimuovono alcunché, anzi spesso aggiungono qualcosa. Appare quindi evidente che stiamo parlando di tecniche con effetti opposti, che vanno quindi applicate a problemi altrettanto opposti. Ad ognuno il suo, non esiste la 'panacea universale' per tutti i problemi. Infine, per quanto riguarda la durata, tutta la chirurgia estetica che si interessa dei problemi dell’invecchiamento non può essere considerata definitiva. La similitudine che faccio spesso è questa: quando il chirurgo inizia l’intervento mette il dito dentro al quadrante dell’orologio, comincia a girare le lancette indietro per un po’, quando finisce l’intervento toglie il dito, e le lancette ripartono … La chirurgia estetica blocca i tessuti in una nuova posizione, quello che non blocca è il processo di invecchiamento.

E per la rimozione dei tatuaggi? "Purtroppo chi esegue un tatuaggio, ancora oggi, deve essere consapevole che la manovra è irreversibile, se non a costo di brutte cicatrici. Finché non comparirà una tecnica valida, affidabile e ragionevolmente priva di rischi importanti, in grado di far espellere l’inchiostro fagocitato dalle cellule senza danneggiarle, l’asportazione atraumatica dei tatuaggi non sarà possibile".

Per fortuna gli specialisti “poco seri” o “improvvisati” sono pochi in Italia, spesso però, le donne (e ora anche gli uomini) vogliono grandi risultati pagando poco: senza scendere nei particolari e calcolando una media nazionale, che range di prezzo deve applicare un medico per gli interventi più richiesti? (seno, naso, liposuzione) i nostri lettori potranno farsi un’idea, quindi diffidando da coloro che applicano tariffe troppo basse. "Per quanto riguarda la prima affermazione, purtroppo, devo smentirla: a fronte di circa 1.500 specialisti in chirurgia plastica presenti oggi in Italia, si stima un numero di circa 25.000-30.000 studi con l’insegna 'Chirurgia Plastica' o 'Chirurgia Estetica'. Gli specialisti (si fa per dire …) improvvisati e non qualificati, in Italia, sono la stragrande maggioranza, circa 19 su 20 facendo una statistica a spanne. Il grande divario di prezzi presente sul mercato è generato proprio da questa situazione, purtroppo assolutamente legale, di grande confusione, che mischia nello stesso 'calderone' professionisti qualificati con ciarlatani 'un tanto al chilo'. Per risolvere questa situazione occorrerebbero delle modifiche normative, di cui ho già trattato in altri contesti, fra cui sicuramente la creazione di un tariffario 'etico' per le prestazioni di chirurgia estetica, che a tutt’oggi non esiste. Fino ad allora il mercato rimarrà selvaggio. Ma non credo che vedremo mai alcuna modifica: l’attuale situazione è strumentale a tanti interessi, per cui consiglio ai pazienti di “tenere le antenne dritte” ed usare il buon senso.

In conclusione da che età a che età possiamo affidarci per migliorare il nostro corpo? "Non esiste un’età inadeguata. Dopo la maggiore età (ma a volte anche prima, come nei bambini affetti da orecchie a sventola e derisi dai compagni di scuola) l’unica cosa che conta è la motivazione del/della paziente. A fronte di difetti estetici simili, vi possono essere persone che vi convivono benissimo (o addirittura, se pensiamo come esempio al naso di Barbra Streisand, che ne fanno un simbolo), ed altre che ne subiscono traumi nella vita di relazione con sé stessi e con gli altri. Questi ultimi sono candidati alla chirurgia estetica, i primi no. A 20 anni come a 80, non fa alcuna differenza". 

Ringraziamo il dott. Migliori, per la sua cortesia, sperando di averlo presto nuovamente sul nostro giornale. Ricordate la chirurgia estetica è sempre una chirurgia a tutti gli effetti : rivolgetevi solo a professionisti titolati !!!! a volte certi danni sono irreversibili.

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Compito dell’infermiere è la somministrazione della cura, il controllo dei sintomi e la cultura all’ Educazione Sanitaria.

Roberto Pioppo

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