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Sanità | 15 gennaio 2017, 06:00

AL freddo si.... ma con attenzione. Ecco cosa fare

L’evento che andremo ad affrontare questa settimana, però, non si verifica esclusivamente praticando sport invernali..

AL freddo si.... ma con attenzione. Ecco cosa fare

 

In inverno è bellissimo andare in montagna a sciare, a camminare con le  racchette ed avventurarsi in qualche bosco innevato..

Bello sicuramente, ma bisogna essere fisicamente preparati ed indossare abbigliamento adeguato.

L’evento che andremo ad affrontare questa settimana, però, non si verifica esclusivamente praticando sport invernali..

Come disse qualcuno, i congelati non si trovano solo al supermercato!

Fatta questa doverosa premessa inoltriamoci nella problematica (grave) del congelamento

Una persona che presenta congelamento alle estremità può anche essere oggetto d’ipotermia (abbassamento della temperatura del corpo).E’ molto importante riconoscere immediatamente la presenza d’ipotermia per trattarne  i sintomi molto rapidamente.

Il congelamento si distingue per  durezza, cianosi e freddezza della pelle . La zona interessata è probabile  che manchi di sensibilità al tatto, anche se, paradossalmente ci può essere un dolore intenso.

Nel momento in cui la zona comincia a riscaldarsi, i tessuti diventano rossi e molto doloranti.

Qualsiasi parte del corpo può essere colpita da congelamento, ma le mani, i piedi, il naso e le orecchie sono le zone più vulnerabili. Se  ad essere danneggiati sono solo la pelle ed i tessuti, il recupero può  essere completo.  Se invece sono colpiti i vasi sanguigni, il danno sarà permanente con probabile cancrena e  amputazione della parte interessata.

Al momento del riscaldamento, è comune esperienza la comparsa di dolore intenso e formicolio nella zona colpita.

Qualsiasi persona, esposta al freddo per un periodo di tempo prolungato, può essere vittima di congelamento, ma coloro  che assumono alcuni tipi di farmaco, e coloro che sono affetti da malattia vascolare periferica, sono particolarmente vulnerabili. Concause che ne aumentano potenzialmente il rischio sono: il fumo,  il tempo ventoso (che aumenta il tasso di perdita di calore dalla pelle), il diabete, la neuropatia periferica ed il fenomeno di Raynaud.

Una sensazione di formicolio, seguita da una d’intorpidimento indicano l’ inizio del congelamento. Ci può poi essere una sensazione di dolore, in seguito la parte interessata diventa insensibile (per intenderci la si sente come un "blocco di legno"). La cute congelata si presenta dura, pallida, fredda e non ha alcuna sensazione. Quando la pelle si è riscaldata, diventa rossa e dolorosa (scongelamento rapido). Con gravi congelamenti, la pelle può apparire bianca (questo indica che il tessuto comincia  a congelare). Congelamenti molto gravi possono causare vesciche, cancrena e danni alle strutture profonde: tendini, muscoli, nervi e ossa.

Cosa fare (nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi che devono essere allertati il prima possibile- 118)

    1.Porre al riparo dal freddo il paziente spostandolo in un luogo riparato. Rimuovere qualsiasi monile ed eventuali vestiti bagnati. Cercare i segni d’ipotermia e trattarli di conseguenza.

  1. Avvolgere le zone colpite, se possibile ,con medicazioni sterili ponendo attenzione alle dita che devono essere separate.
  2. Se l'assistenza immediata non è disponibile, il riscaldamento precoce è necessario. Mettere a bagno le zone colpite in acqua calda (mai bollente), o applicare panni caldi su orecchie, naso, guance, per 20 minuti circa. COMUNQUE IN MANIERA MOLTO GRADUALE!! Ottimale è l’acqua a 40 gradi. Bruciore grave, gonfiore e cambiamento di colore durante il riscaldamento sono possibili. Il riscaldamento è completo quando la pelle è morbida e ritorna la sensibilità.
  3. Mobilizzare  le aree congelate il meno possibile.
  4. Il ricongelamento delle estremità scongelate può causare danni più gravi. Prevenire il ricongelamento avvolgendo le aree scongelate e mantenendo la persona al caldo.
  5. Se il congelamento è ampio, bisogna somministrare bevande calde, al fine di sostituire i liquidi persi.

Cosa non fare

·         Non disgelare le aree colpite , se non possono essere mantenute a temperatura perché il ricongelamento può causare danni ai tessuti anche peggiori.

    • Non usare direttamente calore secco (come un radiatore, fuoco, riscaldamento o asciugacapelli). L'esposizione diretta del calore può bruciare i tessuti che sono già danneggiati.
    • Non strofinare o massaggiare la zona interessata.
    • Non toccare le vesciche sulla pelle congelata.
    • Non fumare o consumare bevande alcoliche durante il recupero perchè può interferire con la circolazione del sangue.

 

Prevenzione

E’ fondamentale essere consapevoli dei fattori che possono contribuire al congelamento come: freddo estremo,  vestiti bagnati, forti venti e  scarsa circolazione. Molteplici possono essere le cause: cattiva circolazione causata da indumenti stretti o stivali,  posizioni anguste, affaticamento, determinati farmaci, fumo, alcol o malattie che colpiscono i vasi sanguigni, come il diabete. Ricordatevi sempre di indossare indumenti adatti alle basse temperature e di proteggere bene le zone esposte. È consigliabile usare guanti specifici resistenti al vento e all'acqua, vestirsi a strati, mettere due paia di calze (cotone a contatto della pelle e lana sopra), indossare un berretto che copra le orecchie (così si evita una sostanziale perdita di calore attraverso il cuoio capelluto). Se prevedete di rimanere esposti per un lungo periodo al freddo seguite inoltre un’alimentazione adeguata, non assumente alcol, non fumate e dedicate un po’ di tempo al riposo.

 

Roberto Pioppo

 

 

Come sempre, v’invito a partecipare, ponendo domande all’indirizzo

 

salute@sanremonews.it

 

 

Bibliografia:

  • Keith Stone; Humphries L.Roger, Guida pratica alla diagnosi e alla terapia in medicina d’urgenza 1° edizione, Milano, McGraw-Hill, 2005.
  • Harrison, Principi di Medicina Interna (il manuale - 16a edizione), New York - Milano, McGraw-Hill, 2005
  • Douglas M. Anderson; A. Elliot Michelle, Mosby’s medical, nursing, & Allied Health Dictionary sesta edizione, New York, Piccin, 2004.

 

 

 

Roberto Pioppo

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