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Al Direttore | 21 novembre 2016, 12:41

Evangelizzazione del territorio sanremese e le scorrerie delle popolazioni barbariche nell’estremo Ponente ligure

Il racconto dello storico matuziano Andrea gandolfo

San Siro

San Siro

Facendo seguito a due precedenti puntate sulla storia locale, relative alla storia di Sanremo nell’età romana repubblicana e alla storia della città dei fiori nei ‘secoli bui’, ossia dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente all'anno Mille, lo studioso Andrea Gandolfo invia una breve trattazione della storia matuziana nei primi secoli dell'età imperiale, con particolare riferimento all’evangelizzazione del territorio sanremese e alle scorrerie delle popolazioni barbariche nell’estremo Ponente ligure. 

Ecco dunque il suo racconto della storia matuziana tra il I e il V secolo d.C.:

"L'evangelizzazione del territorio sanremese da parte dei primi testimoni della fede cristiana ha origini molto antiche, che potrebbero essere datate ai primissimi secoli dell'era volgare. Secondo quanto sostenuto da alcuni storici, il primo predicatore della nuova religione nella Liguria occidentale sarebbe stato il vescovo di Pavia San Siro, inviato dallo stesso San Pietro a diffondere il cristianesimo tra le genti liguri. Siro, dopo essere arrivato a Genova nel 51, si sarebbe recato anche nella Riviera di Ponente per predicarvi la fede cristiana. Nel 69 San Barnaba, succeduto a San Siro alla guida della chiesa genovese, avrebbe poi proseguito l'opera di diffusione della fede in Liguria già portata avanti dal suo predecessore. Al tempo di papa Lino, nella seconda metà del I secolo, sarebbe invece arrivato a Genova San Nazario, che, secondo quanto tramanda la tradizione, vi avrebbe già trovato la fede cristiana, impegnandosi ad ampliarla e rafforzarla. Non è da escludere che qualcuno di questi primi predicatori dell'età apostolica possa essere stato anche nella Villa Matutiana, ma sembra certo che la conversione dei matuziani al cristianesimo non si può attribuire ad un periodo precedente alla prima metà del IV secolo, quando iniziò la predicazione del sacerdote orientale Ormisda, il primo evangelizzatore della terra matuziana. La suggestiva ipotesi di un'origine apostolica della fede cristiana nel territorio matuziano non può dunque essere provata storicamente, anche se potrebbe essere un indice della notevole antichità della comunità cristiana locale il fatto che il primo oratorio costruito dai matuziani all'interno del Castello venne dedicato agli apostoli Pietro e Paolo.

     Nella prima metà del IV secolo il prete Ormisda, residente dal 327 nella Villa Matutiana in qualità di vicario del vescovo di Genova Felice, accolse presso di sé il diacono genovese Siro, inviato dallo stesso Felice, che lo aveva in precedenza istruito ed educato. Il giovane Siro svolse allora nella zona un'intensa attività predicatoria, compiendo anche diversi miracoli a beneficio di malati e diseredati. Tra questi risulta particolarmente significativo quello da lui compiuto a Tabia, l'odierna Taggia, dove liberò dal demonio la figlia dell'esattore romano delle tasse Gallione, che successivamente si sarebbe convertito al cristianesimo e avrebbe anche donato allo stesso Siro parecchi poderi, situati nei pressi della foce del torrente Argentina nel territorio di Tabia. Oltre all'esattore Gallione, anche altri ricchi possidenti della Villa Matutiana e di Ceriana lasciarono al futuro vescovo di Genova delle proprietà fondiarie, che andarono ad ingrandire il patrimonio demaniale della curia genovese sito nel territorio matuziano. Nei propri terreni ubicati nella zona matuziana i vescovi di Genova stabilirono dei famuli, che curavano il loro sfruttamento probabilmente in qualità di mezzadri, semplici braccianti o anche veri e propri gestori che amministravano direttamente le proprietà terriere riscuotendo i relativi redditi per sé e per il vescovo genovese. Questi famuli avevano inoltre l'obbligo di giurare fedeltà al vescovo almeno ogni volta che questi veniva eletto ed erano spesso proprietari loro stessi di tenute e terreni agricoli, godendo inoltre di una particolare posizione privilegiata rispetto agli altri contadini e ai sudditi.

     Alla morte del vescovo Felice Siro fu richiamato a Genova, dove venne acclamato vescovo della città dal clero e dal popolo genovese. Il nuovo vescovo diresse con grande energia e capacità la chiesa genovese, partecipando tra l'altro al Concilio romano II del 324. San Siro morì il 29 giugno di un anno non precisato, presumibilmente nella prima metà del IV secolo e le sue reliquie vennero poi tumulate nel 987 all'interno della chiesa genovese di San Lorenzo. La festa di questo santo si celebra il 7 luglio, essendo già il giorno della sua morte, 29 giugno, la solennità dei Santi Pietro e Paolo. Durante il suo vescovato, Siro era tornato in parecchie occasioni nella Villa Matutiana per soggiornarvi e svolgervi un'intensa e proficua attività pastorale. La sua figura di vescovo e di santo rimase profondamente impressa nell'animo dei sanremesi, che infatti gli avrebbero dedicato la prima chiesa edificata fuori delle mura del Castello, l'odierna concattedrale di San Siro, costruita agli inizi del XI secolo, ma la cui fondazione come battistero risale con ogni probabilità ai primissimi secoli dell'era cristiana. In ogni caso la presenza di un edificio religioso nella Villa Matutiana è sicuramente attestata nel V secolo, quando il villaggio ottenne il privilegio di avere alla guida della propria comunità cristiana un corepiscopo.

     Nel corso del V secolo anche la Villa Matutiana dovette subire le scorrerie di numerose orde barbariche. I primi a saccheggiare l'abitato matuziano furono probabilmente i Visigoti di Alarico, che, attraversando nel 401 la Riviera di Ponente diretti in Gallia, devastarono diversi paesi della costa, tra cui Albenga, che venne completamente distrutta. Per tutto il quinto secolo numerose popolazioni barbariche dovettero molto probabilmente depredare e saccheggiare più volte la Villa Matutiana e gli altri villaggi della fascia costiera della Liguria di Ponente. Intorno al 470 il borgo matuziano venne attaccato dai Vandali di Genserico, che assalirono il villaggio dal mare, da cui negli anni immediatamente successivi sarebbero sbarcati altri pirati per razziare la popolazione. Con la caduta dell'impero romano d'Occidente, anche l'estrema Liguria occidentale entrò nella sfera d'influenza bizantina, che si sostituì gradualmente al dominio romano, di cui conservò tuttavia l'organizzazione politica e sociale.

Dott. Andrea Gandolfo - Sanremo".

Redazione

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