Ci caricarono su due macchine diverse. L'ultima volta che incontrai gli occhi di Zamina durò solo un attimo che poi nella mia mente ho rivisto all'infinito e al rallentatore.
Ho cercato a lungo di capire cosa volesse dirmi con il suo sguardo, se era un'espressione di scusa, o di sconfitta o chissà cos'altro. Forse lei non voleva dirmi assolutamente niente e io invece mi arrovellavo a cercare per forza un significato. Mi piacerebbe rivederla un giorno per poterglielo chiedere ma può darsi che non si ricorderebbe neanche di me oppure potremmo non riuscire più a capirci tanto bene come in quei pochi lunghissimi e indimenticabili giorni in cui siamo stati insieme.
A volte le cose accadono non proprio per caso, ma come se fossero l'unica cosa che uno, in un dato momento, deve fare perché ne ha assolutamente bisogno. Sia io che lei avevamo avuto bisogno di noi. Io di lei e lei di me, ma soprattutto di noi, nel senso che solo stando insieme noi due riuscivamo a capire... No, basta, ci sto rimuginando troppo. Mi sto sforzando di vedere cose che in fondo non esistono. Eravamo semplicemente due sfigati che si sono incontrati e se la sono spassata per un po'.
Enzo Iorio