La maglia nera della raccolta differenziata in Liguria è tutta per la nostra provincia. C’era da aspettarselo: basta osservare con quante difficoltà è partito il servizio porta-a-porta a Sanremo per convincersi che il problema è soprattutto “culturale”, come ha osservato Legambiente nel suo ultimo dossier sui comuni ricicloni. Nell’imperiese sono appena tre queste realtà virtuose che raggiungono oltre il 65% di raccolta differenziata (Montalto, Taggia, Seborga); la media è intorno al 35% capoluogo compreso. Tutti i dati nell'articolo del nostro giornale
La politica locale ha sprecato anni preziosi, affidandosi alle discariche mentre discuteva se costruire o no un inceneritore per chiudere il ciclo dei rifiuti. Difatti la Liguria, si legge nel dossier, è l’ultima regione del nord Italia, per quanto riguarda i risultati ottenuti con le buone pratiche di gestione.
Perché ci troviamo in emergenza? Le risposte sono diverse: il disinteresse delle amministrazioni a rispettare gli obblighi di legge, l’infiltrazione di attività illecite, la mancanza di una strategia unitaria. Ogni comune ha sempre fatto da sé, perdendo di vista il suo compito fondamentale: educare i cittadini a separare e conferire in modo corretto i rifiuti urbani.
Proviamo a guardare avanti: nel complesso i comuni ricicloni sono raddoppiati in un anno, da 16 a 32, inoltre abbiamo una nuova legge regionale, che fissa un obiettivo di riciclo pari al 45% della spazzatura prodotta nel 2016 per poi salire al 65% nel 2020 (per conseguire queste percentuali nette, la raccolta differenziata dovrà attestarsi al 55-75% circa).
Ora molti sindaci vorrebbero entrare nell’era dei rifiuti zero, bellissimo slogan che però è tutt’altro che facile da mettere in pratica. È vero, dobbiamo colmare un vuoto culturale, combattere la nostra abitudine a considerare la rumenta come un peso da eliminare con noncuranza, anziché una risorsa economica da sfruttare grazie al riciclo/recupero di materiali.
Sanremo ha appena avviato tra tanti inciampi il servizio domiciliare, sperando di centrare quel 45% di riciclo imposto dalla normativa regionale ed evitare così la multa per ogni tonnellata eccedente. Imperia s’è impegnata a definire e attuare una politica “zero waste”: ci riuscirà entro pochi mesi o i cittadini vedranno l’ennesima proroga alla Teknoservice?
Allora quali e quanti saranno i prossimi comuni ricicloni? Di certo, è impensabile procedere con il paraocchi del business-as-usual così tradotto: rifiuti molti, tutti in discarica e quando il lotto 6 sarà pieno, qualcuno provvederà a sbancare un lotto 7 sulla collina.
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