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Eventi | 21 ottobre 2016, 09:18

Sanremo: si alza il sipario sul 40° Premio Tenco, l’Ariston è casa della grande musica d’autore (foto)

Da Otello Profazio a Bombino, da James Senese a Ivan Talarico, da Sergio Staino a Motta. Le grandi emozioni della prima serata

Sanremo: si alza il sipario sul 40° Premio Tenco, l’Ariston è casa della grande musica d’autore (foto)

Si è aperta con una bella e divertente serata la quarantesima edizione del Premio Tenco, la Rassegna della canzone d’autore, organizzata dal Club Tenco grazie al contributo del Comune di Sanremo, del Casinò di Sanremo e di SIAE e con il sostegno di Coop Liguria e Nuovo Imaie.

Partenza con pochi minuti di ritardo rispetto all’ora fissata (i sanremesi  sono pigri), con un Antonio Silva in gran spolvero, che indossa un coloratissimo e giovanile gilet, e che tiene una lezione di matematica sulle 40 edizioni del Tenco, che non  corrispondono all’età anagrafica. Gioca sulla sua età e sulla sua 40° presenza al Tenco, dal 1976, lui davvero senza interruzioni.  

L’età dei primi ospiti, Profazio e Pavone, permettono loro di considerarsi ragazzini. La scenografia come tradizione degli ultimi anni si presenta sobria ed essenziale, un giudizio arrotondato per eccesso, dominata da uno schermo gigante, utilizzato senza togliere al pubblico il piacere di ascoltare. Si parte con la consegna di due premi a Peppe Voltarelli la Targa Tenco per miglior disco di interprete e il Premio Tenco alla carriera per Otello Profazio. In duo con Peppe Voltarelli il cantautore calabrese incanta il pubblico. Un grazie al Tenco per aver riportato sul palcoscenico di Sanremo uno dei più importanti cantanti dialettali italiani, che  ha venduto oltre un milione di copie del suo album “Qua si campa d'aria”.

E se il tema è quello dei migranti, non ci poteva essere apertura migliore della leggenda di Colapesce, canzone siciliana ottimamente interpretata da Peppe Voltarelli, che scalda il pubblico che si infiamma con l’ironia di “Qui si campa d’aria” e l’omaggio a Rosa Balestrieri e a Ignazio Buttitta con “Mafia e parrini”, mafia e preti , dove la minaccia della mafia con la lupara si accompagna quella del prete con la croce. Oggi fortunatamente i tempi sono cambiati e molti preti lottano contro la mafia, ma un tempo non troppo lontano era così. Rosa Balestrieri fu protagonista di un episodio di esclusione politica dal festival della canzone, Otello lo sa bene.

L’esibizione pulita e ordinata di Pino Pavone prosegue la linea tracciata aprendo la scena a James Senese & Napoli Centrale cui viene consegnata la Targa Tenco come miglior disco in dialetto. Finalmente dopo cantanti e canzoni, che piacevano a mio padre, arriva qualcosa che ricorda la mia gioventù. James è bravo, la musica è deliziosa, ti dispiace che il tempo a disposizione finisca così in fretta, ma è la volta di Bombino (pseudonimo di Goumar Almoctar), chitarrista e cantautore nigerino di etnia tuareg, come precisa il professor Silva.

Con la sua musica blues rock mescolata con le sonorità del deserto  conquista il pubblico che lo applaude con convinzione e chiude la prima parte della serata. Meglio di così non era davvero possibile immaginare. Silva concede una pausa di 11 muniti, meno del quarto d’ora accademico, ed invita a firmare al banchetto di Emergency, alla pronuncia del nome di Giulio Regeni scatta un grande applauso.  I commenti nel corridoio del teatro sono tutti positivi, l’unico rammarico per alcuni settori del teatro vuoti, ma di giovedì sera e di questi tempi la partecipazione può considerarsi comunque buona. Mancano i politici, solo il sindaco della città dei fiori in prima fila con la segretaria generale del comune e il presidente della Sinfonica.

La seconda parte inizia la Bandakadabra chiamata non a riempire un buco, ma a “buttare dentro” il pubblico. Esperimento riuscito tutti dentro e si riparte, la radio ci aspetta per la diretta e i tempi sono stretti. Tocca alla Nuova Compagnia di Canto Popolare proseguire il viaggio sul tema delle migrazioni. Arrivano in questa prestigiosa rassegna per la prima volta (meglio tardi, che mai) e dopo 50 anni di “buona compagnia” come il loro  ultimo album, da cui prendono una canzone dedicata a chi scappa dalla guerra. Se Lampedusa è lontana, Ventimiglia è molto vicina. Segue il giovane Ivan Talarico, divertente e ironico e poi la consegna del  Premio Tenco a Sergio Staino. Consegna la targa un brillante sindaco della città che con poche e essenziali parole ricorda che Sanremo è, o vorrebbe essere, la città della musica. Invitato da Silva a lasciare il palco, da una lezione di stile, declinando l’invito di Staino a restare con lui sul palco.

“E’ la tua serata , il sindaco avrà altre occasioni” risponde sorridendo Alberto Biancheri, ritornando al suo posto in prima fila da dove ha seguito tutta la serata. Staino incanta e a tratti commuove con una interpretazione di “Tenco per noi” sulle note di “Genova per noi” accompagnato al piano da un prezioso Marco Spiccio.
Staino ricorda che al Tenco ci sono anche le donne e che sono importanti. (sul palco è passata solo la cantante della Nuova Compagnia). Non è un problema di oggi.
Si chiude con la consegna a Motta della Targa Tenco come miglior disco d’esordio e con un finale ad alta vibrazione con il ritorno sul palco di Bombino.
Alla mezzanotte e mezza sulle note della Bandakadabra il pubblico viene invitato a uscire. La serata fuori è fredda, ma dentro si sta veramente bene, con temperature sopra la media stagionale.

Questa sera i protagonisti della seconda serata saranno in rodine alfebetico: Enzo Avitabile & Amal Murkus, Claudia Crabuzza (Targa Tenco miglior disco in dialetto), Niccolò Fabi (Targa Tenco miglior disco assoluto delll’anno), Lula Pena, Stan Ridgway (Premio Tenco alla carriera), Gianluca Secco. E consegna della Targa Tenco per la canzone “Bomba intelligente”.

(Le foto sono di Tonino Bonomo e Grazia Marino)

Claudio Porchia

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