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Politica | 30 settembre 2016, 16:16

Regione Liguria dice no al reato di tortura, Alessandro Piana (Lega Nord Liguria): “La decisione del Senato di sospendere la discussione sul reato di tortura in Italia è stata saggia

"La legge, così com’è concepita dalla sinistra, si presta a pericolosi equivoci dando mano libera a chi vuole colpire e legare le mani alle nostre forze dell’ordine. Noi stiamo dalla parte di chi protegge i cittadini”.

Regione Liguria dice no al reato di tortura, Alessandro Piana (Lega Nord Liguria): “La decisione del Senato di sospendere la discussione sul reato di tortura in Italia è stata saggia

Il Consiglio regionale della Liguria oggi ha respinto, con i 16 voti della maggioranza di centrodestra, un ordine del giorno, presentato dal M5S e votato da Pd e Rete a Sinistra, che avrebbe impegnato la giunta ad attivarsi presso il Governo 'affinché il reato di tortura venga introdotto nel codice penale italiano quanto prima e nel massimo rispetto dei requisiti internazionali, consentendo in questo modo la copertura nazionale della violazione e contribuendo alla prevenzione della tortura e dei maltrattamenti'. 

“Sbagliato farsi influenzare e coinvolgere emotivamente da verità giudiziaria e campagna mediatica sui fatti genovesi del G8. Non siamo contrari nel merito all’introduzione del reato di tortura in Italia – spiega il capogruppo regionale del Carroccio Alessandro Piana – ma consideriamo molto saggia la decisione del Senato di sospendere la discussione sul relativo disegno di legge perché non possono esserci equivoci sull’uso legittimo della forza da parte dei tutori dell’ordine. La legge, così com’è stata concepita dalla sinistra, si presterebbe a pericolosi equivoci dando mano libera a chi vuole colpire e legare le mani alle nostre forze dell’ordine. Noi, invece, stiamo dalla parte di chi lavora per proteggere i cittadini, garantendo sicurezza e tranquillità alle nostre famiglie".

"Tutti i sindacati di polizia, i Cocer di Carabineri e Guardia di Finanza, hanno contestato il disegno di legge della sinistra. Soprattutto perché il testo all’esame del Senato prevede che per la contestazione del reato di tortura non occorrano reiterate violenze, né il dolo intenzionale. Un combinato disposto, che legherebbe le mani, di fatto ancor più di oggi, a chi per quattro soldi, rischiando la vita, protegge i cittadini e difende l’ordine pubblico. In altre parole, tale disegno di legge, approvato così com’è, esporrebbe i tutori della Legge a denunce strumentali, da parte dei professionisti del disordine e dei criminali incalliti”.

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