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Politica | 30 settembre 2016, 20:38

Imperia: biblioteca gremita alla presentazione di "Contro la croce", il libro sulle persecuzioni dei cristiani in Medio Oriente del Senatore Mario Mauro

Tra i presenti in sala, membri delle istituzioni e molti esponenti del centro destra imperiese

Imperia: biblioteca gremita alla presentazione di "Contro la croce", il libro sulle persecuzioni dei cristiani in Medio Oriente del Senatore Mario Mauro

Biblioteca civica Lagorio gremita, questa sera all’incontro con il Senatore, ex Ministro della difesa ed ex vice presidente vicario del Parlamento Europeo, Mario Mauro a Imperia, per la presentazione del libro “Contro la croce”, sul tema delle violenze e delle persecuzioni delle comunità cristiane in Medio Oriente.

All’incontro, moderato dal giornalista Andrea Pomati, sono intervenuti anche l’Assessore Regionale all’Urbanistica Marco Scajola e Monsignor Ruffino.

Tra i presenti in sala, membri delle istituzioni e molti esponenti del centro destra imperiese. Vi erano il Prefetto Silvana Tizzano, il Vescovo don Antonino Suetta, il vicario della questura Giuseppe Maggese, il Tenente Colonnello dei Carabinieri Pier Enrico Burri, l’Assessore alla Cultura del Comune di Imperia Nicola Podestà, il vice Sindaco di Diano Marina Cristiano Za Garibldi, l’Assessore all’Ambiente di Diano Marina Barbara Feltrin, i sindaci di Pontedassio e Cosio d’Arroscia Franco Ardissone e Danilo Gravagno, i consiglieri comunali di Forza Italia Piera Poillucci, Antonello Ranise, Erminio Annoni, Gianfranco Gaggero e Ida Acquarone, l’ex Consigliere Regionale Alessio Saso, l’ex vice presidente di Carige ed ex Parlamentare Alessandro Scajola, fratello di Claudio e padre di Marco, l’ingegner Giovanni De Cicco, il costruttore Ivo De Michelis, il presidente del Circolo Parasio Giacomo Raineri, l’ex presidente Spui Massimiliano Ambesi, il coordinatore dei giovani di Forza Italia Angelo Francesco Dulbecco, il coordinatore di Forza Italia a Diano Marina Gianluca Gramondo, l’ex Assessore provinciale Antonio Parolini, l’ex Consigliere Comunale Luciangela Aimo, il presidente onorario del Comitato San Giovanni Sergio Lanteri e l’ex vice Sindaco Luca Lanteri.

Nel suo intervento, Marco Scajola ha sottolineato le difficoltà nel fare approvare dal Consiglio Regionale la possibilità di apporre il crocifisso in aula consiliare. “La cosa che è dispiaciuta – ha detto - è che abbiamo dovuto discutere quattro ore per arrivare all’approvazione per avere il crocifisso in Consiglio Regionale. Questo deve fare un po’ riflettere perché ci sono determinati valori, ci deve essere l’unità che va al di là del valore politico, dell’ideologia, anche dell’essere cattolico o meno. La croce è un simbolo, anche per chi non crede, ma deve far sentire parte di una comunità che permette di crescere, vivere e essere più fortunato di molti altri”.

Mario Mauro raccontando l’episodio di una strage avvenuta in Indonesia quasi undici anni fa.

Sono le 6.45 del mattino del 29 ottobre del 2005. Siamo nel villaggio di Bambu nel sud ovest centrale dell’Indonesia. Un mondo molto distante dal nostro. Estremamente lontano, perciò più difficilmente comprensibile. L’Indonesia è il più grande paese musulmano del mondo. Duecento milioni di abitanti, uno dei più imponenti eserciti presenti su scala globale. È anche un paese straordinario. Nel centro città di Giacarta ci sono probabilmente più grattacieli che in tutta l’Unione Europea”.


Questo lo scenario dell’episodio raccontato da Mauro: “Ci sono tre ragazzine, di quattordici, quindici e sedici anni, Yusriani, Theresia e Alvita. Devono andare a scuola. Si sono svegliate presto perché la scuola dista e devono fare circa sette, otto chilometri a piedi. Tutte le mattina lo fanno e con l’entusiasmo, la gioia, il sorriso. Lo fanno come lo farebbero tanti dei vostri figli e dei vostri nipoti, con gli zainetti firmati, perché non è una società così povera quella in Indonesia. Queste ragazze non hanno il velo, in un clima caldo come in quella latitudine, amano vestirsi come fossero ragazze di Alassio, di Albenga. Si recano a scuola e sono festose, parlano tra di loro e scommettono col loro sorriso di come sarà quella giornata. Si raccontano la giornata precedente. Immaginano cosa faranno durante la ricreazione. Sorridono pensando a questa compagna o a quel compagno e si avviano verso la loro scuola. Sono intanto quasi le sette e mezza. Hanno fatto gran parte della distanza che le separa dal villaggio. La loro scuola è in fondo al villaggio. È una scuola bella, tutta bianca, e soprattutto molto linda, pulita perché è una scuola delle suore. È una scuola dove tutto deve essere sempre a posto. Ci vanno volentieri anche per quello, perché è un posto che gli consente di farsi una formazione, di studiare. Sono quasi le otto del mattino quando vengono fermate da un gruppo di giovani che a queste ragazzine chiedono dove vanno. Loro rispondono che vanno a scuola. ‘Quale scuola?’ ‘Quella in fondo alla strada, quella tutta bianca, quasi eccessivamente pulita. Quella delle suore. La scuola cattolica’. Quando danno questa risposta le tre ragazze vengono decapitate sul posto. La testa di Yusriani verrà messa davanti alla scuola, quella di Theresia davanti alla chiesa, quella di Alvita andrà qualche chilometro più lontano, davanti al posto di polizia. I poliziotti intervengono e arrivano i sanitari che cercano di fare pietosamente ciò che persone colpite, ferite da questo dolore così grande possono immaginare di fare. Cioè letteralmente mettono insieme le teste con i corpi. Arriva anche il papà di una delle ragazze, che ho avuto la possibilità di conoscere, e dice delle parole che sono il senso stesso di quello che cerco di comunicare questa sera. Dice ai sanitari: ‘Vorrei che vi fermaste e le seppellissimo insieme”.

Francesco Li Noce

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