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| 16 settembre 2016, 17:00

Tanto scroscio per nulla

Tanto scroscio per nulla

È ufficiale, siamo entrati nell’era della meteorologia preventiva. Dopo aver previsto qualcosa che avrebbe dovuto assomigliare a temporali fortissimi e prolungatissimi, i meteorologi si sono svegliati col sole e qualche nuvola. Nella notte aveva sì piovuto, ma senza creare alcun disagio particolare. Così dalle classiche polemiche del giorno seguente - non era necessario chiudere le scuole, l’allerta arancione è stata eccessiva - emergono alcune considerazioni.

La prima: parlare del tempo non è più solo un diversivo con cui riempire i buchi di silenzio nelle conversazioni. Parlare del tempo significa (anche) richiamare argomenti ben più pregnanti, che non è esagerato definire vitali, come la prevenzione del rischio idrogeologico, la riqualificazione ambientale (manutenzione di boschi e alvei dei fiumi), l’intensificarsi degli eventi climatici estremi, causati dal surriscaldamento terrestre.

Bombe d’acqua e allagamenti sono sempre esistiti, è chiaro, così come sono sempre esistite le combinazioni di parametri meteorologici che, con un certo grado di probabilità, potevano innescare piogge torrenziali persistenti. Stavolta, hanno spiegato gli esperti dell’Arpal, la prevista super-perturbazione atlantica s’è scaricata sulla Francia, lasciando pressoché indenne la Liguria. Tanto scroscio per nulla, anche se i valori di temperatura e umidità portavano a immaginare uno scenario ben diverso.

La seconda considerazione è che le allerte meteo, con il corollario di chiusure affrettate di scuole, impianti sportivi, mercati e quant’altro, spesso ci portano a relegare in secondo piano ogni dibattito sulla prevenzione “strutturale”. Quali interventi potrebbero contribuire maggiormente a salvare vite umane e limitare l’insorgere delle alluvioni? Che cosa si è fatto, finora, per ridurre il rischio idrogeologico in Liguria, quanti fondi sono stati erogati e spesi e come?

L’impressione, a volte, è che l’allerta gialla o arancione o rossa sia soprattutto un mezzo per allontanare qualunque responsabilità, secondo il vecchio adagio “uomo avvisato mezzo salvato”. D’altronde, con un clima sempre più impazzito in una regione così fragile come la Liguria, quale meteorologo, politico o amministratore vorrebbe prendere sottogamba un potenziale pericolo?

Dovendo convivere con un territorio o troppo cementificato o troppo incolto (a volte entrambe le cose), quindi nel complesso difficile da gestire e ripulire, sarebbe un errore esiziale perdere di vista il nostro compito più importante, cioè la prevenzione sistematica di esondazioni e frane. Anche perché il prossimo scroscio potrebbe essere rumorosissimo, sul serio.

Luca Re

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