- 25 luglio 2016, 17:00

La suprema delusione del paesaggio

Dal bello incontaminato, o quasi, al brutto cementificato, il passo può essere breve.

Una classica cartolina ligure... qui Ansel Adams sarebbe soddisfatto?

Una classica cartolina ligure... qui Ansel Adams sarebbe soddisfatto?

Parlare di paesaggio, in Liguria, è un esercizio degno del più coraggioso funambolo. La corda è tesa tra due opposti, il bello incontaminato - sempre più raro - e il brutto cementificato. Spostarsi da un estremo all’altro richiede tanta prudenza, abilità non comuni e una cospicua dose di autocontrollo. Nella lista dei buoni intenti della Giunta Toti, è spuntato anche il Piano paesaggistico da elaborare e approvare, si legge nel comunicato ufficiale, entro la fine del 2018.

A volerlo e pubblicizzarlo è soprattutto Marco Scajola, assessore all’Urbanistica. Sarà nientepopodimeno che lo strumento che disegnerà la Liguria del futuro, semplificando la vita ai cittadini e alle amministrazioni locali, anche perché non sarà più necessario il parere vincolante della Soprintendenza per ogni singolo progetto. Il piano dovrà fissare regole chiare e valide per tutti, su cosa si può fare e cosa no; è una priorità anche per Vincenzo Tinè, neo soprintendente regionale unico che dovrà occuparsi di archeologia, belle arti e paesaggio. Le incognite però sono tante. Vediamone qualcuna. Innanzi tutto, tempi e risorse: basteranno realmente un paio d’anni per concordare questo maxi programma di tutela e semplificazione? Come sarà finanziato? Sui contenuti sarà tutto da vedere, qui dobbiamo limitarci a qualche appunto.

La Liguria, com’è noto, è stata aggredita con dovizia di mattoni da speculatori di ogni foggia, come confermano puntualmente ogni anno i dati di Legambiente su ecomafie e cemento selvaggio. Rileggi Insider: Liguria-Calabria, quando la costa si fa brutta Per non parlare del rischio idrogeologico e della scarsissima qualità del costruito. Qualunque legge, strumento o piano che riguardi l’edilizia e la protezione del territorio, allora, dovrebbe fondarsi sull’azzeramento del consumo di suolo, la riqualificazione dell’esistente e la rigenerazione di spazi abbandonati o degradati.

Qualche elemento del genere l’abbiamo ritrovato nel controverso Piano casa di Scajola, che però ha il grande limite di prevedere bonus con aumenti di cubatura. Misure vecchie: non dobbiamo costruire di più, ma solo ripristinare/migliorare quello che c’è, con poche eccezioni. Rileggi Insider: Il Piano casa nelle stanze genovesi dei mattoni Ecco, non vorrei mettermi nei panni di chi dovrà disegnare la Liguria del futuro. Sul suo taccuino dovrà fare i conti con gli errori del passato e del presente, con quelle brutture sistematiche da levante a ponente. La fotografia di paesaggio è la prova suprema del fotografo, e spesso la sua delusione suprema, sosteneva il grande Ansel Adams. Credo che possa valere anche per gli urbanisti e i soprintendenti: sapranno “catturare” la luce giusta dei nostri panorami?

Luca Re

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