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In Breve

| 20 luglio 2016, 17:00

Non è un paese per decibel

Il Prino che fu, il Prino che è.

Non è un paese per decibel

Prosegue la rinomata serie Imperia “non è un paese per…” che tanto successo sta riscontrando da Oneglia a Porto Maurizio. Rileggi Insider: Non è un paese per chioschi L’ultima notizia, che era nell’aria già da qualche settimana, è che alle Capanne Beach non aprirà la pista da ballo per l’estate. Niente discoteca, niente musica, niente rumore. Borgo Prino la zona del silenzio, così c’è scritto sulla pagina Facebook delle Capanne.

Me lo ricordo bene, il Prino, una decina d’anni fa. I locali erano tutti aperti, al Ferrocarril suonavano dal vivo, la strada era pesta di giovani. Si stava come d’estate sull’asfalto le sardine. Cioè sudati, abbronzati, appiccicati gli uni agli altri con un cocktail in mano, ascoltando qualche complesso rock o facendo la fila per entrare in discoteca. Un weekend al Prino era capace di attirare qualche migliaio di persone, nei periodi più fortunati. Mi ricordo altrettanto bene tutte le polemiche che hanno sempre accompagnato la movida del borgo marinaro. Questioni di decibel. E poi schiamazzi e confusione. I residenti si lamentavano di continuo. Tecnici dell’Arpal in azione. Mugugni certificati da esposti alla procura.

Il Prino 2016 è semplicemente un mortorio. Tanto per rincarare la dose: le spiagge libere sono una schifezza, moltissimi locali sono chiusi, in compenso non c’è alcun problema a trovare un parcheggio a qualunque ora, soprattutto della notte. Conseguenza forse irrimediabile del turismo dei pensionati. Evviva la seconda casa al mare, garanzia di tranquillità. Beh, ora che si fa? La pars destruens l’abbiamo eseguita a dovere, con perizia di demolizione di chioschi e abbattimento dei fastidiosi decibel. La pars construens, come sempre, è la più difficile, sempre che si voglia attuare.

Per quanto riguarda la musica dal vivo, esiste qualche soluzione-tampone, come ridurre il volume o anticipare le esibizioni (lo sta facendo il Bar 11 a Oneglia). Per una discoteca non è fattibile. Al K-Beach di Sanremo hanno provato a risolvere il problema con un costoso sistema audio all’avanguardia, che concentra musica e decibel sulla pista con decine di altoparlanti “a pioggia”. Così allontanandosi dal locale il rumore dovrebbe diminuire sensibilmente. Il comune potrebbe poi dare una mano istituendo un bel piano dehor/chioschi/discoteche. Riorganizzare gli spazi, dare regole certe e valide per tutti, prevedere impianti d’insonorizzazione con qualche contributo o incentivo fiscale per chi investe. Nel frattempo godiamoci il nostro mortorio, prima o dopo qualcuno, forse, risorgerà.

Luca Re

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