Quanto hanno a che fare il ciclismo e i problemi legati alla prostata? Ce lo spiega il Dottor Giovanni Belgrano della Mag Medica di Imperia.
"L’aumento esponenziale del numero di cicloamatori, particolarmente apprezzabile nel nostro angolo di Riviera ponentina, l’estrema adattabilità di tale pratica ad ogni età, motivazione e condizioni fisiche, porta quotidianamente sulle due ruote migliaia di praticanti di ogni età. Se il rapporto costo-beneficio della bicicletta, sull’assetto fisico e mentale dei praticanti è largamente positivo, anche in caso di patologie quali diabete, cardiopatie compensate, ipertensione, sovrappeso/obesità, depressione, ciò non di meno la bicicletta è spesso additata come causa di problemi, soprattutto all’apparato genitale maschile.
Tra i vari capitoli d’accusa, tra cui patologie prostatiche, testicolari, peniene, deficit erettivo, sterilità, tumore testicolare e prostatico, ematuria, priapismo, ce ne sono alcune da valutare attentamente. Una buona parte dei praticanti è infatti di età over 45/50, fascia in cui aumentano i disturbi correlati alla ipertrofia prostatica (LUTS) o anche le neoplasie.
Studi italiani e stranieri degli ultimi 10 anni, portano a riscontrare una maggiore incidenza tra i cicloamatori dei disturbi minzionali, con una rapporto del 20% circa in più nei ciclisti. Tali sintomi sono proporzionali al peso del soggetto, al kilometraggio e all’età (questa è in generale determinante in assoluto). E’ però interessante notare come tale differenza vada pressoché a scomparire con l’uso di selle idonee e con l’eventuale supporto farmacologico in caso di ipertrofia prostatica clinicamente accertata.
Algoritmo pressoché sovrapponibile riscontriamo per i disturbi erettivi (tra il 5 ed il 22%); questi però sembrano risentire maggiormente del kilometraggio settimanale (limite critico sembrerebbero essere i 350 km/settimana; per altri però già superando i 70 km). In questo caso la causa è dovuta a compressione arteriosa e nervosa (plesso pudendo e art. pudenda.-cavernosa), per cui anche qui tipo di sella e posizione sulla bici fanno la differenza.
L’aumento del PSA nel cicloamatore over 50 è un dato abbastanza discusso (anche qui sembra proporzionale al kilometraggio ma anche al volume prostatico e/o prostatite), ma sempre da valutare. L’aumenta incidenza di carcinoma prostatico nei ciclisti è discussa. Un recente studio inglese su 5.282 ciclisti (tra i 16 e gli 88 aa) controllati per oltre1 anno, evidenzierebbe una incidenza aumentata di carcinoma prostatico nei ciclisti over 50 ed un aumento significativo in chi trascorre più di 9 ore/settimana in bici (la critica al lavoro è di essere un semplice studio “osservazionale”, privo di dati di confronto con altre categorie).
A conclusione si può affermare che, pur a fronte di tali “accuse”, spesso circostanziate, fatte alla bici, questa rimane un meraviglioso mezzo di movimento, in grado di stimolare e mantenere un elevato standard psico-fisico per tutte le età e condizioni fisiche. Se mai è consigliabile fare, accanto alle valutazioni cardio circolatorie ed ematochimiche previste per la pratica sportiva, anche una valutazione urologica di base per le categorie più a rischio (over 45-50; PSA dubbio o mai eseguito; kilometraggio elevato, aumentata frequenza urinaria, familiarità prostatica, disturbi erettivi, …). Le “tuberosità ischiatiche” sono il punto d’appoggio ideale sulla sella per “scaricare” prostata e corpi cavenosi dalla compressione.
E' consigliabile fare, accanto alle valutazioni cardio circolatorie ed ematochimiche previste per la pratica sportiva, anche una valutazione urologica di base per le categorie più a rischio. E' possibile svolgerle alla Mag Medica di Imperia. Per maggiori informazioni potete contattare il numero 0183-299130, recarvi presso la sede in Via Armelio Augusto 14 oppure visitare il SITO