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Attualità | 25 maggio 2016, 07:21

Santo Stefano al Mare: beni alienabili del comune e acquisto della ex stazione. Dove eravamo rimasti?

Con delibera del consiglio comunale del 2013, vennero indicati alcuni beni alienabili, con i quali l'amministrazione voleva procedere ad un'offerta per acquisire l'edificio. Di quali beni si trattava?

Santo Stefano al Mare: beni alienabili del comune e acquisto della ex stazione. Dove eravamo rimasti?

Da qualche mese sono terminati i lavori di ristrutturazione della sede comunale di Santo Stefano al Mare, iniziati già nella precedente amministrazione. Il comune è ospitato all'interno di una torre saracena ennagonale, unica nel suo genere. Per vari motivi, storici, culturali, di capienza e pratici, in molti avevano indicato come sede ideale per gli uffici comunali, la ex stazione dei treni, attualmente sede di Area 24.

L'indicazione di tale struttura come “comune” non era solo utopia, ma con delibera del consiglio comunale del 2013, vennero stati indicati alcuni beni alienabili, con i quali l'amministrazione intendeva acquisire l'edificio, esercitando il diritto di prelazione. Di quali beni si trattava?

Con l'allora amministrazione del 2013, di cui facevo parte, erano stati proposti tra i beni alienabili comunali: l'ex campo da tennis, la sede della polizia municipale, la sala polivalente, il magazzino comunale di via Marconi, il centro sociale anziani, il centro di aggregazione giovanile e il bar Garden. Oggi, stando all'attuale situazione di mutamenti nel consiglio di amministrazione di Area 24, e soprattutto senza una azione concreta per la vendita della ex stazione, attendiamo di vedere il nuovo cda prima di avanzare proposte” dichiara il sindaco Elio Di Placido.

E la minoranza, cosa ne pensa?

Nel 2013 è stato eseguito uno studio per decidere quali beni potessero essere alienati, in vista di acquisire la vecchia stazione, che è un elemento prezioso per il paese e non va perso. A suo tempo, facendo parte dell'amministrazione, avevo avanzato l'ipotesi di utilizzare i locali in oggetto per creare un ostello. Vendere i beni di famiglia ha senso se finalizzati all'acquisto dell'ex stazione, per motivi storici e affettivi. Se utilizzati per altri fini, non ha senso che possano essere alienati”, questa l'opinione di Donato Piccirilli e della minoranza.

Stefania Orengo

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