Un artista geniale. Creativo e magico. In due parole: Renato Zero. Per lui all'Ariston una bellissima standing ovation. Mancava da due anni da questo palco, che provoca la tachicardia anche agli artisti più consumati.
Si è esibito in un medley raffinato, cui ha regalato alcune delle sue canzoni indimenticabili: 'Favola mia', 'Nei giardini che nessuno sa', 'Il cielo', 'I migliori anni'.
E poi ll 'Triangolo' e 'Mi vendo', con cui ha fatto scatenare tutto il pubblico e i giornalisti, che si sono lanciati in improbili trenini in sala stampa.
"La vera essenza di Renato Zero?", gli chiede Conti. Risposta alla Renato: "Se l'avessi trovata non sarei qui".
E ancora: "La musica non è una velleità, ma anche un impegno sociale. Fate in modo che la musica venga insegnata nelle scuole, ai bambinetati".
Racconta del suo sogno, Fonopoli: "Tre sindaci di Roma non sono riusciti a realizzarlo. Io l'avevo pensata per i giovani". Cui dedica un pensiero profondo e triste, sulla precarietà attuale, la mancanza di prospettive future.
L'8 aprile esce il suo nuovo album, 'Alt', "perché è il momento di fermarsi un attimo". Canta in anteprima 'Gli anni miei raccontano'.
Stasera siamo tutti 'sorcini'.
Ecco cosa è successo in sala stampa mentre cantava Renato Zero: