ELEZIONI COMUNE DI SANREMO
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In Breve

| 10 febbraio 2016, 17:00

Lo spot della Liguria dimezzata

I pochi pregi e molti difetti della cartolina andata in onda al Festival di Sanremo.

Lo spot della Liguria dimezzata

Se la Liguria fosse tutta racchiusa nella cartolina promozionale (guarda il video) andata in onda al Festival di Sanremo, allora la Liguria veloce di Giovanni Toti dovrebbe velocemente correre ai ripari. Forse al governatore è sfuggito il vero significato di una cartolina: rappresentare il meglio di un territorio, colpendo la fantasia di chi la sta osservando. Che cosa hanno visto i milioni di telespettatori? Il solito scoglio con lo spruzzo dell’onda in controluce, il consueto pescatore, l’inflazionata Riomaggiore, un paio di vedute di Genova con tanto di variopinti container e gru del porto, una fugace apparizione di ulivi.

Prima osservazione: non per essere campanilisti, ma il Ponente dov’è finito? Lo spot non ha dedicato nemmeno una panoramica a Sanremo (vabbè, si dirà, Sanremo è già promossa abbastanza grazie all’esibizione canora). Tantomeno alla pista ciclabile, a Imperia (promontorio di Porto Maurizio o Calata Cuneo a Oneglia? Nessuno dei due e par condicio azzerata!), a uno dei nostri borghi più belli d’Italia (Apricale, Cervo, Triora e poi Laigueglia, Verezzi, Finalborgo…c’era solo l’imbarazzo dell’inquadratura). Seconda osservazione: nelle riprese manca una seppur vaga traccia delle innumerevoli attività che si possono praticare in Liguria. Accidenti, proprio ora che Toti e la sua squadra hanno annunciato di voler promuovere un turismo per tutte le stagioni. Non solo lo stereotipo del mare con la barchetta a vela al tramonto, ma anche sport, escursionismo, sentieri, montagna, cultura, musei, enogastronomia. A proposito, breve inciso, nel programma di Rai 1 “La vita in diretta”, appena trasmesso proprio da Genova, hanno parlato di focaccia di Recco, pesto e basilico di Prà e vini dei Colli di Luni. Tutto buonissimo, ma magari ci stava un accenno non dico allo stoccafisso alla badalucchese (a baücogna, troppo di nicchia evidentemente) ma almeno alle olive taggiasche. Tutto ciò conduce alla terza osservazione: l’obiettivo del cameraman, tutto puntato a Levante, ha dimezzato e impoverito la Liguria, senza dare un minimo riscontro alla varietà delle esperienze che il turista può vivere durante la vacanza.

Il video somiglia casomai a un brutto spot elettorale. «La Liguria, una regione in cui vivere, divertirsi, studiare, lavorare, innamorarsi, dove crescere i tuoi figli, dove soffia un vento nuovo». Così proclamano un po’ imbolsiti vari personaggi, peraltro con una pessima sincronia tra audio e video. Memorabile la scena dei due ragazzi che dicono “innamorarsi” davanti all’immancabile scoglio, con la stessa convinzione che potrebbe palesare una coppia di baccalà. Speriamo che la nostra Liguria sia qualcosa di più e di meglio dei quaranta secondi mandati nell’etere da Toti.

Luca Re

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