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Attualità | 03 febbraio 2016, 07:11

Sanremo: nuovo centro islamico al Borgo, quartiere molto più preoccupato per la viabilità piuttosto che per la sicurezza

"Altre 400 persone, soprattutto da quando è stata aperta l'Aurelia Bis, dal punto di vista del traffico, non sono sostenibili per il quartiere del Borgo, dove parcheggeranno le auto tutti coloro che si recheranno qui, anche dai paesi vicini, per pregare?" spiega un commerciante.

Sanremo: nuovo centro islamico al Borgo, quartiere molto più preoccupato per la viabilità piuttosto che per la sicurezza

E' stato inaugurato domenica scorsa il nuovo centro islamico 'Al Hidaya' in via Galileo Galilei, nel quartiere del Borgo, fortemente voluto dalla comunità religiosa, non senza polemiche da parte di residenti e commercianti. Il centro si trova a fianco al parco giochi della Scuola Elementare Borgo Rodari, e potrebbe rappresentare una fonte di preoccupazione per genitori o maestre che, invece, sembrano aver preso con distacco l'arrivo del centro islamico, sono i commercianti ad essere più preoccupati e i residenti, ma non tanto per ragioni legate alla sicurezza, quanto alla viabilità.

Il comune non avrebbe dovuto dare loro il cambio di destinazione d'uso – spiega Angelo Borra dell'edicola cartoleria 'Cocco & Drilli'perché questo centro porterà nel quartiere almeno 400 persone, che difficilmente potranno essere assimilate dal punto di vista del traffico. Per quanto riguarda i bambini e la vicinanza con la scuola, non credo che possa rappresentare un problema, anche perché sicuramente il centro verrà frequentato in orari diversi rispetto a quelli dei bimbi che vanno o tornano da scuola.”

Chi parla di un problema di sicurezza – ci spiega un altro commerciantesa benissimo che si tratta di una cosa che non ha alcun senso. Non è certo questa la ragione per cui abbiamo fatto una raccolta firme contro la sua apertura, ma per tutti i disagi a livello di traffico e viabilità che questo andrà, inevitabilmente, a creare. Altre 400 persone, soprattutto da quando è stata aperta l'Aurelia Bis, dal punto di vista del traffico, non sono sostenibili per il quartiere del Borgo, dove parcheggeranno le auto tutti coloro che si recheranno qui, anche dai paesi vicini, per pregare? Questo è quello che ci preoccupa, non certo la nostra sicurezza, non abbiamo nulla in contrario rispetto alle persone.”

Meno toccati dal problema i genitori dei bambini che frequentano la scuola elementare, ma anche le maestre che nel quartiere vivono e lavorano e che, in fondo, arrivando da un ambiente come quello scolastico in cui l'integrazione e la convivenza tra culture diverse, è ben visibile, quello dell'apertura del centro islamico, non rappresenta affatto un problema, se non la diretta conseguenza di quanto sta già avvenendo all'interno delle singole classi. Questo almeno per coloro che hanno deciso di esporsi e affrontare l'argomento che, per gran parte del quartiere, anche a detta dei commercianti, resta ancora un tabù.

Il Borgo storicamente è stato un quartiere di immigrazione – spiega la maestra Rita Salvatico che alla Scuola Rodari insegna nelle classi terze e quarte – in passato qua si sono stabilizzati i meridionali che arrivano dal sud in cerca di fortuna, è inevitabile che oggi, con il cambiamento che il fenomeno migratorio sta subendo, qua ci siano anche persone di fede islamica e di conseguenza un centro in cui possano pregare.I bambini non vedono assolutamente questo come un problema, perché sono sicuramente più abituati all'idea di integrazione, vista la composizione delle singole classi.”

Alcuni genitori, dal canto loro, non si sono invece nemmeno posti il problema delle conseguenze che la presenza di un centro islamico potrebbe avere sul quartiere, né tanto meno sul fatto che questo sia posto a ridosso di una scuola.

Credo si debba sempre considerare le cose singolarmente – spiega Alessandro Rossi, rappresentante dei genitori in Consiglio d'Istituto – non è detto che la presenza del centro islamico in questo quartiere, renda questa zona potenzialmente più pericolosa di altre. Questo non c'entra con la religione, ma con il buon senso delle persone. Se chi si riunirà in preghiera qui lo farà nel rispetto delle regole, con educazione e senso civico, allora non ci saranno problemi. Personalmente non mi sono neanche posto il problema rispetto al fatto che mio figlio frequenta questa scuola, anche perché i bambini stessi, da parte loro, il problema non lo vedono. Sono abituati alla multiculturalità, ad avere compagni di scuola di diverse origini e religioni, se queste cose non le sentono dagli adulti, non sono certamente portati a pensarle.”

Il centro è stato fortemente voluto dalla comunità islamica e dal presidente Al Mustapha Amri che proprio il giorno della sua inaugurazione ha ribadito il fatto di non voler creare problemi, ma di voler favorire l'integrazione dei giovani: “Ci sentiamo italiani come cultura, ma musulmani di religione, lavoriamo per il bene della comunità.”

 

Simona Della Croce

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