"Il filo conduttore del mio Sanremo sarà il pop. Il nostro intento è mettere tutta la famiglia davanti al televisore, come fa Sanremo da 66 anni. La tv intellettuale non saprei farla. Uno che fa il centrocampista non può giocare da attaccante e chi fa il portiere non fa il terzino. Cerco di fare al meglio quello che e' il mio mestiere: il conduttore d'intrattenimento".
Lo ha dichiarato Carlo Conti, presentatore e direttore artistico del Festival di Sanremo, sul numero di ‘Chi’ in edicola da domani. "Ci sono alcuni artisti in gara che vengono dai talent, ma considerare Elio e Morgan come talent solo perché hanno fatto i giudici mi sembra eccessivo, così come Enrico Ruggeri”. Su Marco Carta, che si è detto deluso da Conti per la sua esclusione, mentre e' stato scelto Valerio Scanu: "Carta non è stato cattivo, capisco la sua amarezza (...). Si vede che il brano di Carta non ci ha convinti! Magari era la ventunesima scelta, mentre il brano di Scanu è stato Considerato”.
Su Checco Zalone, che ha rifiutato l'invito per evitare polemiche sul suo eventuale cachet, pagato con soldi pubblici: "Voglio chiarire che gli ospiti non sono pagati con denaro pubblico. Il Festival si ripaga con gli sponsor e porta soldi alle casse della Rai (lo scorso anno 5 milioni di utile). E' un'occasione per finanziare la tv pubblica". Secondo Conti Virginia Raffaele deve incuriosire: “L’ho chiamata per questo e la sua ironia spiazzante potrà spezzare la liturgia del Festival”. Torna il ‘Dopofestival’. "Abbiamo risparmiato da una parte per avere i soldi da destinare al ‘dopo’. Ci tenevo molto e anche il direttore di Raiuno, Giancarlo Leone, mi ha aiutato. E poi, per la conduzione abbiamo utilizzato risorse interne, come Nicola Savino e la Gialappa's".