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| 16 gennaio 2016, 11:02

Sanremo: i cittadini di Coldirodi scrivono una lettera a Papa Francesco contro il trasferimento di don Pasquale Traetta

"La comunità di Coldirodi, in mancanza di motivazioni plausibili per un atto quasi provocatorio, è insorta all’unisono e si è mobilitata per chiedere che don Pasquale possa proseguire nella sua opera pastorale nella Parrocchia di San Sebastiano."

Sanremo: i cittadini di Coldirodi scrivono una lettera a Papa Francesco contro il trasferimento di don Pasquale Traetta

I 500 firmatari, cittadini di Coldirodi, scrivono una lettera a Papa Francesco contro il trasferimento di don Pasquale Traetta. Oggi pomeriggio la manifestazione per le vie del centro città, il corteo si recherà fino alla sede della Diocesi per ribadire a Mons. Suetta la contrarietà al trasferimento di don Pasquale.

“Santità,

la Parrocchia di San Sebastiano di Coldirodi raccoglie duemila battezzati in buona armonia con qualche centinaio di immigrati di altri paesi e diverse religioni.

Qui il senso di comunità è forte, più forte delle razze e delle fedi professate; dopo qualche mese gli immigrati si sentono a casa e i loro figli giocano a nascondino in piazza, sotto la regia attiva del Parroco, don Pasquale Traetta.

Alla Santa Messa della notte di Natale le famiglie musulmane portano i bambini ad assistere, con rispetto, alla funzione religiosa, sedendosi nei primi banchi accanto ai compagni di scuola e di giochi cristiani.

Una parrocchia modello, quella di don Pasquale, che in 25 anni di predicazione gioiosa, di disponibilità ecumenica, di sostegno dei deboli, di accoglienza e di proficuo dinamismo organizzativo, ha portato a far coincidere la comunità civile con quella parrocchiale.

Squadra vincente non si cambia, direbbero gli amanti del calcio.

Invece S.E. Mons. Antonio Suetta, Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, ha deciso che don Pasquale debba essere “premiato” e immediatamente, con il trasferimento fra i monti della Val Roja, ad occuparsi di tre Parrocchie, più ricche di capre che di anime.

Più che per una reale necessità di trasferimento, a molti sembra che il Vescovo abbia agito secondo la classica ed abusata logica del “promoveatur ut amoveatur”.

La comunità di Coldirodi, in mancanza di motivazioni plausibili per un atto quasi provocatorio, è insorta all’unisono e si è mobilitata per chiedere che don Pasquale possa proseguire nella sua opera pastorale nella Parrocchia di San Sebastiano.

Mentre Mons. Suetta ribadisce ai media, sorridente, la sua decisione, la comunità risponde raccogliendo 500 firme di sostegno a don Pasquale da parte di amministratori pubblici, imprenditori, professionisti, professori, artigiani e semplici fedeli e cittadini, uniti e compatti nel contestare il trasferimento nel merito e nel metodo.

In testa numerosi rumeni, albanesi, marocchini e sudamericani, anche di altre fedi.

Da dieci giorni i quotidiani, i networks, le radio e TV locali sono ricchi di servizi ed interviste in favore di don Pasquale e a Sanremo non si parla d’altro.

Ora, l’imminenza del Festival canoro, di cui don Pasquale è da 20 anni l’amato e stimato referente spirituale, sta rilanciando prepotentemente la polemica sui media nazionali e l’improvvida decisione di Mons. Suetta rischia di essere sottoposta al giudizio mediatico diretto di una platea che trascende, dilagando, la sfera parrocchiale.

In quest’anno di Giubileo, di misericordia e di porte spalancate, la nostra comunità, disorientata e sconvolta, trova sbarrate le porte del Palazzo vescovile, sordo ad ogni supplica ed irremovibile sull’esilio sentenziato.

Santità, a nome della comunità di San Sebastiano di Coldirodi noi La supplichiamo di volgere lo sguardo verso quest’angolo di Liguria dove il Suo alto messaggio di unità, di accoglienza, di misericordia e di amore è stato raccolto dai fedeli, guidati da un parroco illuminato, ma fatica ad attenuare l’autoritarismo controproducente della gerarchia diocesana.

Nella speranza di una Sua attenzione favorevole, atta a ristabilire quel senso di appartenenza solidalealla comunità parrocchiale che, in caso di trasferimento di don Pasquale, verrebbe sicuramente meno, rivolgiamo a Sua Santità questa nostra supplica e La salutiamo con deferenza.”

Redazione

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