ELEZIONI COMUNE DI SANREMO
 / Al Direttore

Al Direttore | 10 ottobre 2015, 19:43

Ventimiglia: centro accoglienza all'interno Parco Roya, le considerazioni a sfavore di un lettore

"Si auspica che il centro non venga aperto sia per la capacità limitatissima a fronte di una spesa eccessiva sia per il rispetto della normativa ferroviaria di sicurezza, normativa approvata direttamente dal Ministero dei Trasporti e ANSF

Ventimiglia: centro accoglienza all'interno Parco Roya, le considerazioni a sfavore di un lettore

"La recente notizia dell’allestimento di un centro profughi all’interno del Parco Roya fa nascere numerosi dubbi e proteste, soprattutto per i ritorni di esperienza dello scandaloso precedente avvenuto nel 2011.

La cittadinanza non è al corrente delle numerose chiamate e segnalazioni fatte nel 2011 in merito al passaggio dei clandestini sui binari, sotto i carri, e del tentativo di penetrare negli alloggi di servizio. Non è al corrente del passaggio di clandestini accanto ai carri durante le operazioni di regolarizzazione di lievi perdite delle ferrocisterne trasportanti gpl. Non è al corrente di clandestini che sbucavano da ogni dove rischiando l’investimento con i treni in movimento. Il tutto sotto gli occhi della polizia totalmente indifferente che non interveniva perché di competenza della Polfer che, nei loro limiti di mezzi e risorse, svolse un buon lavoro. Contrariamente a quanto riportato negli anni da alcuni giornali non on line, la stazione di Ventimiglia Parco Roya è aperta e funzionante a tutti gli effetti dove vige una normativa ferroviaria che fu ignorata nel 2011 anche dalla stessa RFI. Dal punto di vista dell’organizzazione, nei mesi di apertura del centro furono disalimentati e chiusi al traffico tutti i binari dallo 0 al 12 per il timore che gli ospiti del centro potessero rimanere folgorati toccando i fili dell’alta tensione, provvedimento che limitò fortemente l’attività dello scalo. Con la situazione attuale, se il binario 1 venisse chiuso, si ridurrebbe ulteriormente la capacità attuale della stazione già fortemente penalizzata dai primi tagli avvenuti il 9 Settembre 2012 ed ufficialmente entrati in vigore sulla carta a Dicembre 2012 per ragioni non trasparenti.

Tralasciando la normativa ferroviaria, è la struttura del fabbricato dove si vorrebbe riallestire il centro di accoglienza a destare perplessità: si tratta di un fabbricato destinato ad uso uffici dove non è presente un lavabo con acqua corrente in ogni camera. Molti locali non sono di grandi dimensioni. Ospitarne 5 in un locale equivale a ghettizarli, con un totale di circa 20 locali la capacità ottimale arriva appena a 50 persone. Basta osservare la struttura da via Gallardi e vedere quante camere ci sono ai piani superiori. Concordiamo col fatto che il vescovo non abbia problemi economici ma non che sia una scelta ottimale alla luce di capacità e problemi, soprattutto in tempo di crisi dove ogni associazione è in crisi economica.

Va ricordato inoltre che recentemente la struttura è stata visionata già da amministrazione comunale, rfi e prefetto con interesse diretto della Protezione Aziendale. La struttura non fu presa in considerazione. Ciò che fa nascere gravi sospetti è l’attuale presa di posizione del sindaco Enrico Ioculano circa un parere favorevole alla riapertura del centro. Il sindaco dovrebbe già conoscere la situazione dell’area a differenza del vescovo e di molti sostenitori pro buonismo, anche se non può avvalersi di persone all’interno dell’amministrazione che conoscano la sicurezza ferroviaria, come dimostrato per il parco Monti. Fa nascere sospetti anche l’indisponibilità dei numerosi possedimenti immobiliari della Chiesa che dovrebbe mettere a disposizione dei meno fortunati, piuttosto che riceverli in donazione e rivenderli a prezzi commerciali.

Si auspica pertanto che il centro non venga aperto sia per la capacità limitatissima a fronte di una spesa eccessiva (risorse finanziarie che, seppur nelle tasche del vescovo, comunque provengono in gran parte da soldi pubblici) sia per il rispetto della normativa ferroviaria di sicurezza, normativa non approvata dai vari amministratori delegati o ferrovieri ma direttamente dal Ministero dei Trasporti e ANSF. Si auspica che il prefetto prediliga il rispetto delle norme, esattamente come avvenuto per lo sgombero del presidio permanente dei no Borders".

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium