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Sport | 29 settembre 2015, 20:30

Pontedassio: l'associazione A lecca premia il personaggio dell'anno: è l'arbitro di Serie A Davide Massa

A conferire il riconoscimento, nella sala Consiliare del Comune di Pontedassio, voluto dall'associazione "A lecca", il presidente dell'Associazione Carlo Alassio, alla presenza del Presidente della Provincia Fabio Natta e dei sindaci della valle Impero

Pontedassio: l'associazione A lecca premia il personaggio dell'anno: è l'arbitro di Serie A Davide Massa

Premio al personaggio dell'anno all'arbitro Davide Massa, originario di Caravonica, oggi, a 34 anni uno dei più prestigiosi fischietti della Serie A oltre a essere un arbitro stimato anche in campo internazionale.

A conferire il riconoscimento, nella sala Consiliare del Comune di Pontedassio, voluto dall'associazione "A lecca", il presidente dell'Associazione Carlo Alassio, alla presenza del Presidente della Provincia Fabio Natta e dei sindaci della valle Impero.  

"Ringrazio 'A lecca', i comuni della valle Impero e la Provincia. - ha detto Massa durante il suo discorso - Sono emozionato. Mi è già capitato di ricevere qualche premio, ma è una cosa alla quale continuo a non abituarmi. Penso che la cultura e le tradizioni di un popolo si esprimano attraverso le passioni della gente, e io sicuramente ho messo in campo tutta la mia passione e l'ho portata al massimo. Sono onorato di aver portato un po' di me e della valle Impero in giro per l'Italia e per il mondo. Vi ringrazio anche perché avete avuto la compiacenza di riconoscere questo mio percorso, e questo non è affatto scontato. La cosa che mi emoziona ancora di più è che questo è un premio della valle Impero. Per qualcuno possa sembrare una cosa piccola, ma io in Italia sono conosciuto come 'Massa di Imperia', giustamente perché la mia sezione è quella di Imperia, però io mi sento di Caravonica, io sono nato e cresciuto a Caravonica, e a volte mi spiace sentire 'Massa di Imperia', lì ho degli amici, mi ci alleno tutti i giorni, però io sono profondamente di Caravonica. I valori di questa terra sono dentro di me, e credo mi abbiano aiutato tanto. Io ho avuto la fortuna, non solo di arrivare ai massimi livelli, ma ho portato l'espressione di me stesso, del mio sport, della mia terra, in una ventina di Paesi e in tre continenti del mondo, però la verità è che posti belli ne ho visti tanti, ma non vedo sempre l'ora di tornare a casa, perché il profumo della nostra zona, degli ulivi e la tranquillità che si respira qua non l'ho trovata da nessuna parte e spero anche in futuro di potere stare qui e respirare il profumo di questa terra".

Cosa ha trasmesso lo sport a Davide Massa?

"Fare l'arbitro di calcio ti porta a diventare grande in fretta e a prendere delle responsabilità in un periodo della vita in cui le responsabilità non sei abituato a prenderle, ma per forza di cose le hai. Per fare un esempio semplice, il primo momento in cui mi sono accorto dei benefici, umanamente, che questa attività mi aveva regalato, è stato proprio nel periodo universitario. Spesso tanti miei compagni vivevano gli esami universitari con gravi crisi d'ansia, ma per me l'esame universitario era un esame come tanti. Io da quando avevo quindici anni ero abituato a essere tutte le domeniche sotto esame, dell'osservatore, dei genitori che guardavano le partite e dei giocatori. Un po' più grandicello, devo dire che quando mi è capitato con la mia famiglia di avere periodi di difficoltà, come ci sono nella vita di tutti, per fortuna pochi, anche in quel periodo credo che le sofferenze e i sacrifici dello sportivo, mi abbiano abituato a vivere certe cose". 

L'esordio in Serie A

"Il primo impatto è stato Firenze, uno degli stadi più caldi d'Italia. Era Fiorentina-Lecce, il 23 gennaio 2011. C'era metà sezione allo stadio. E' stato un impatto particolare perché in Serie A con tutte le tensioni che ci sono, quando hai iniziato a farla, sei abituato a isolarti, a cercare di concentrarti per fare al meglio quello che devi fare. Quella partita, essendo la prima, e vivendo un carico emotivo dieci volte superiore, è stata veramente particolarissima. La partita andò molto bene e io dico sempre che in quella gara, che è stata forse una delle migliori della mia carriera, sono stato veramente tanto fortunato, perché non ci sono stati i passaggi emotivi per prepararla bene. Avevo vissuto dal giovedì al sabato con il telefono in mano, perché mi chiamavano tutti gli amici e tutte le persone che mi volevano bene. Sono arrivato alla domenica che la partita nella testa l'avevo già vissuta dieci volte e sono arrivato scarico all'evento. Quella partita andò bene perché evidentemente era destino che andasse così".

L'esperienza da internazionale

"Qualche collega più esperto di me diceva che l'attività internazionale è il più grande privilegio di quest'attività. Io però non la capivo questa frase, perché per me il sogno era la Serie A, ma poi ho capito che l'attività internazionale è qualcosa che va oltre. Purtroppo in Italia la mentalità con la quale si vive il calcio, rispetto al resto del mondo è completamente distorta. Da una parte lo comprendo, perché il calcio è una materia passionale, e noi arbitri dobbiamo affrontarla. Ne parlavo con un amico qualche giorno fa, gli facevo un esempio, dicendogli che se un uomo è innamorato di una ragazza, non riesce a ragionare. Ci sono persone che considero molto intelligenti, con le quali si può parlare di tutto tranne che di calcio, perché parlando di calcio diventano fuori di testa, ma all'estero ti rendi conto che la gente allo stadio è seduta per vedere la partita, in Italia l'atteggiamento del tifoso è completamente diverso. In questo momento il privilegio a cui sono più attaccato è l'attività internazionale. Vedo sempre culture nuove. Domani sarò a Istanbul a fare l'addizionale di Tagliavento in una partita di Europa League, Besiktas-Sporting Lisbona, e so già che sarà un'esperienza molto bella". 




Il riconoscimento è legato a un'iniziativa benefica di raccolta fondi all'ospedale Gaslini di Genova.

Le attività dell'associazione "A lecca", sono state spiegate dal presidente Carlo Alassio:

A fare gli onori di casa è stato il Sindaco di Pontedassio Franco Ardissone:

Francesco Li Noce

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