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| 05 luglio 2015, 08:00

In&Out: Emiliano Hogan Pastorelli, da Sanremo a Tallinn dove sta per lanciare il primo videogioco della sua impresa.

Un ragazzo di Sanremo che, dopo aver ottenuto il dottorato in Informatica e Realtá Virtuale a Tallinn, Estonia, sta per lanciare sul mercato mondiale, il primo video gioco su scala mondiale.

In&Out: Emiliano Hogan Pastorelli, da Sanremo a Tallinn dove sta per lanciare il primo videogioco della sua impresa.

Ricordate il film Tron dei primi anni ’80? E’ il primo film di fantascienza che si è focalizzato sulla realtà virtuale e nonostante il grande successo, non ottenne candidature agli Oscar perché i favolosi effetti speciali erano stati reaizzati con l’uso della computer grafica. Ciò all’epoca fu considerata una mossa scorretta nei confronti degli altri film, che erano animati dalla tecnologia “passo uno”. Nel film, Kevin Flynn è un giovane e geniale programmatore di software per videogame ed è la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho conosciuto la storia di Emiliano Hogan Pastorelli, un ragazzo di Sanremo che, dopo aver ottenuto il dottorato in Informatica e Realtá Virtuale a Tallinn, Estonia, sta per lanciare sul mercato mondiale, il primo video gioco della sua personale società. Ecco la vera storia di questa realtà virtuale.

Da Sanremo a Tallinn in Estonia. Come ci si arriva, per caso, per fortuna o per una scelta precisa? Studiavo informatica a Genova ma ero stanco dell'Italia. All'epoca avevo iniziato a studiare russo e l'Estonia era uno di quei posti vicini a sufficienza alla Russia da poter praticare la lingua senza essere fuori dall’ UE. Dai racconti di un paio di amiche estoni conosciute a Genova, tutti qui parlavano inglese e la nazione stava investendo molto negli stranieri e nell'informatica. Sono arrivato per scrivere la tesi, mi ci sono fermato per un dottorato in informatica, e da qui sto iniziando l'impresa nei videogiochi.

Sei creatore di videogiochi. Come lo sei diventato? Dire che lo sono é ancora una definizione grossa al momento, ti spiego perché. A Tallinn la mia attività principale negli scorsi tre anni e mezzo, é stato il lavoro da ricercatore all'universitá e la preparazione del dottorato in Informatica e Realtá Virtuale (finito giovedí scorso!). Tre anni fa con un amico greco specializzato in modellazione 3d, George, abbiamo deciso di iniziare il progetto di un gioco come hobby didattico. Poi il progetto è cresciuto e cresciuto, anche dopo che il mio socio è tornato a vivere a Creta. Abbiamo coinvolto anche un disegnatore italo-greco di Berlino, un altro modellatore 3d greco, un esperto di marketing per videogiochi, un paio di studenti greci (che per ora si limitano ad imparare ma potrebbero diventare un investimento per il futuro). Abbiamo una sede in Estonia e un ramo in Svezia. Da settembre mi trasferisco a vivere a Francoforte e l'attività continuerà a tempo pieno con la ditta sia su videogiochi che su software multimediali (3d e realtá virtuale) per le ditte svedesi, già miei clienti. Salvo inconvenienti il nostro primo gioco, Empires in Ruins, sará in vendita da Natale sulle piattaforme online più diffuse. (La pagina facebook del gioco é https://www.facebook.com/EmpiresInRuins e quella di twitter https://twitter.com/EiR_TD) 

Pensi che avresti potuto fare lo stesso lavoro rimanendo a Sanremo?   Mmm no onestamente no. Io lavoro con un portatile e internet e la ditta Estone la posso gestire interamente online quindi il luogo fisico al momento è relativo. Ma se non mi fossi trovato qui a Tallinn, in una città che ribolle di attività informatica, con sviluppatori e investitori scandinavi e da tutta Europa, probabilmente non avrei mai avuto l'idea di iniziare. Anche la burocrazia, costi e tassi per aprire una ditta qui sono ottimali. Bastano 150 euro, un computer con il lettore di ID card, 2 giorni, e hai una ditta pronta e funzionante.

Provincia di Imperia ed Estonia: cosa c’è di simile e cosa di estremamente diverso. Unica cosa in comune è il fatto che c'è il mare, ma sono due mari talmente diversi che anche quello conta poco. Per il resto direi che tutto è diverso, la gente, la geografia, la società, le abitudini, il cibo, il clima (due inverni fa abbiamo toccato i -33 gradi una notte).

Cucina ligure, l’hai fatta conoscere anche in Estonia? Assolutamente si. Io e la mia ragazza (tedesca) abbiamo partecipato a una gara di cucina tra coppie di amici e abbiamo vinto anche grazie ai Ravioli di mia nonna Rina (di Corte, Molini di Triora). Poco tempo fa ho fatto un mini corso sui ravioli a parecchi amici e amiche estoni che ne erano estasiati. Ho iniziato a cucinare la prima volta a 16 anni come aiuto cuoco al fu Bounty di Sanremo, sotto la guida del mitico chef Sergio, e da allora non ho mai smesso.

Tre cose di Sanremo per le quali non vorresti tornarci. Il rapporto qualità/prezzo di quasi ogni cosa, il tipo di vita notturna (o la carenza di tale) e il cercare parcheggio.

Il fatto che Emiliano abbia imparato a cucinare a 16 anni in un ristorante a Sanremo e che porti altro il nome della nonna e dei suoi ravioli, parla già da sé per capire con quale volontà e valori sia arrivato ad essere un imprenditore. Chissà se non fosse partito per l’estero, starebbe ugualmente per lanciare il suo primo video gioco, o sarebbe ancora nelle cucine di un ristorante a Sanremo?

Stefania Orengo

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