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Al Direttore | 05 luglio 2015, 17:52

Sanremo: soppressione daino alla ‘fattoria’ di San Romolo, Gianni Calvi ci spiega come è andata

"La cosa che più mi fa incazzare è essere costretto ad uccidere un animale stupendo, e quel giovane maschio lo era, eccome, per colpa dell'indolenza e della dabbenaggine di altri...".

Gianni Calvi

Gianni Calvi

"Dopo le lettere delle pregiate Lettrici sul triste argomento del daino abbattuto a San Romolo, avendo vissuto direttamente la vicenda, desidero intervenire a fine di evitare incomprensioni e battibecchi infiniti.

Purtroppo sono quello che ha dovuto, e non è la prima volta, operare l'ingrato compito di abbattere l'animale ferito.

Tutta la storia degli animali alla 'Fattoria', che sarebbe meglio definire un lager ormai desertificato, parti già male al suo esordio, così come il 'presunto' Parco di San Romolo-Monte Bignone.

Sull'onda dell'entusiasmo e con molta approssimazione si allestì in fretta e furia, con materiali inadatti e con personale non qualificato, una specie di serraglio, in breve fatiscente e sovrappopolato.

L'ignoranza in materia di fauna selvatica, la presunzione del solito 'io sò tutto' e la smania di voler a tutti i costi apparire (il punteruolo arriverà molto dopo) portò anche all'adozione di alcuni daini.

All'epoca, il già citato recinto raffazzonato, permise agli animali di fuggire ed il maschio fece una fine miserrima morendo con le zampe spezzate cadendo da un muraglione.

Non paghi del fallimento, i nostri esperti di tutto, ne fecero giungere altri.

Potrei narrarvi per giorni e giorni di quanti danni faccia l'inesperienza e l'imbecil pardon! di credere che un daino sia gestibile alla stregua di un criceto, ma stringerò.

In breve tempo si giunse ad avere 19 daini in un appezzamento che poteva contenerne al massimo due.

A ciò si aggiungano, capre, pecore, asinelli, pony, il bufalo per fortuna non lo trovarono disponibile.

Abitando a poche decine di metri dal lager ed occupandomi per mestiere anche di animali, nel tempo ho assistito a scene orride di capretti di pochi giorni schiacciati dai cavalli ed altre nefandezze.

Ma parliamo di daini: in breve iniziarono le tragedie ad opera del maschio dominante.

Femmine non in estro che rifiutavano le offerte amorose e venivano incornate e sbudellate.

Maschi rivali che facevano la stessa fine sfidando il dominatore e non avendo poi la via di fuga per salvare la pelle dopo la sconfitta.

A tutto si aggiunga il nervosismo di animali costretti a vivere in una situazione di disagio e spazio ristretto.

Di concerto con l'Amm.ne Prov.le si era prospettata la soluzione di trasferire gli animali nel recinto di Nava con una superficie di circa 5 ettari ma dal Comune di Sanremo solo una sequela di MA, Nì, VEDIAMO, FAREMO: faremo un bel belino come sempre!!!!!!

Fino all'epilogo di giovedì sera dove un colpo di 9mm ha posto fine alle sofferenze di un incolpevole daino la cui colpa era solo quella di aver avuto a che fare con degli umani faciloni e incapaci.

E da 19 esemplari ne sono sopravissuti ancora solo 5

Forse le due Gentili Lettrici non si sono ben comprese ed entrambe hanno ragione, l'una con il suo scritto voleva stimolare le autorità preposte a risolvere il problema, l'altra, probabilmente fervente nazionalista, ha pensato che si volesse denigrare il nostro Paese ed è andata un pò oltre.

Tutte e due hanno fatto bene a sollevare il problema anche se, ed ora sarò io ad andare 'un pò oltre', forse per risolvere certe inerzie invece delle parole scritte e in verbo, sarebbero più efficaci una buona dose di massaggi con una 'rama di sgassia o de ruve!'.

In ultimo vorrei che fosse riportato a chiare lettere maiuscole CHE NON MI PIACE FARE IL BOIA DEI BAMBI, NON MI DIVERTO (anzi mi girano le balle!!) MA CERCO DI RIMEDIARE NEL MODO PIU' RAPIDO ALLE SOFFERENZE DI UN ANIMALE e solo dopo che un Medico Veterinario ha visitato l'animale ed espressa la diagnosi, E LO FACCIO GRATIS, tanto per essere ancora più chiaro.

Capita che una pallottola nel cervello sia un gesto d'amore di pietà e quella pallottola deve essere sparata da chi ha mano ferma e cuore buono ma forte, altrimenti si fanno altri danni.

Uno che, e non me ne vergogno, dopo aver sparato sente un groppo alla gola alla vista di tanta bellezza morta.

La cosa che più mi fa incazzare è essere costretto ad uccidere un animale stupendo, e quel giovane maschio lo era, eccome, per colpa dell'indolenza e della dabbenaggine di altri.

Un saluto Gianni Calvi".

Redazione

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