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Attualità | 30 maggio 2015, 10:01

Imperia: un 'mini comitato' per la salvaguardia del Monte Faudo e del suo comprensorio

"Per chi, come noi, frequenta la zona per attività sportiva, di studio floro faunistico e storico, o semplicemente per apprezzarne la bellezza, appare evidente come sia urgente un intervento convinto al fine di evitare di perdere una risorsa naturale importante."

Imperia: un 'mini comitato' per la salvaguardia del Monte Faudo e del suo comprensorio

Un mini Comitato per la salvaguardia del Monte Faudo e del suo comprensorio. L'alpinista e uomo di avventura Lorenzo Gariano, il giornalista e alpinista Stefano Sciandra, lo storico Giampiero Lajolo e Giuseppe Franciosi, ex ciclista e attuale presidente del Gruppo Ecologico “Martiri della Libertà” Partigiani Val Prino, hanno incontrato presso il Comune di Dolcedo il Sindaco Giovanni Danio per sensibilizzare l'Amministrazione del centro della Val Prino sulla problematica inerente alla tutela del patrimonio naturalistico che la zona del Monte Faudo offre a indigeni e turisti.

«Ringraziamo il Sindaco Giovanni Danio - dichiarano i componenti del Comitato per la disponibilità accordataci. La biodiversità del territorio ligure, in particolare imperiese, valorizzato già nell'ottocento da personaggi illustri quali: Clarence Bicknell, Thomas Hanbury, e dal celebre paesaggista Ludwig Winter, presenta una caratteristica unica, consentendo infatti di passare rapidamente dal microclima costiero a un ambiente prettamente alpino. Il Monte Faudo ha una caratteristica particolare, essendo in grado di offrire queste peculiarità in un ristrettissimo lembo di territorio, in virtù di una collocazione nell'immediato entroterra della Val Prino a due passi dal mare. Per chi, come noi, frequenta la zona per attività sportiva, di studio floro faunistico e storico, o semplicemente per apprezzarne la bellezza, appare evidente come sia urgente un intervento convinto al fine di evitare di perdere una risorsa naturale importante.

Lo stato di degrado e di abbandono è evidente. Siamo perfettamente consci che alla base vi sia un problema di cultura tutto italiano. Il rispetto per il territorio, il saper apprezzare la bellezza di un albero o di un fiore o di un edificio, sia esso anche un rudere, non ci appartiene. Per questo siamo convinti che sia necessario lanciare un segnale. Naturalmente si tratta di avviare un percorso lungo, ma fatto anche di piccole cose. Una regolamentazione che eviti l'attuale anarchia che alle pendici del Faudo impera. Occorre responsabilizzare tutti i frequentatori del territorio, dall'escursionista, allo sportivo, alle stesse famiglie. Operare un intervento di riqualificazione delle aree, attraverso la collaborazione di tutti, con le Istituzioni locali nel ruolo di capofila. La collocazione di un'adeguata cartellonistica, la tutela dei sentieri, una raccolta rifiuti consapevole attraverso la dotazione di appositi contenitori, ma anche il semplice gesto dell'alpinista, ovvero di porre nello zaino quanto non più utilizzabile e conferirlo nel modo corretto. E' importante un corretto approccio anche da parte dei più giovani.

Per questo sarebbe fondamentale un coinvolgimento dell'istituzione scolastica, mediante un'educazione preventiva per instillare una cultura del rispetto e una valorizzazione della creatività dei ragazzi con consigli da trasferire su pannelli illustrativi utilizzando una tecnica fumettistica che funga da messaggio su come mantenere e preservare una mulattiera, attività che possono essere svolte anche in classe, oltre che sul posto. Una congrua riduzione dell'inquinamento acustico e motoristico, abbinata a una serie di azioni che possano evitare di depauperare quanto la natura, gratuitamente ci ha messo a disposizione. Sono questi alcuni dei concetti sviluppati nel corso dell'incontro – concludono i componenti del Mini Comitato tuteliamo il Faudo, l'auspicio è che i concetti esposti possano nel tempo trovare realizzazione e non si fermino alle buone intenzioni».

C.S.

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