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Eventi | 27 maggio 2015, 12:30

Imperia: giovedì Alessandro D'Avenia presenterà un libro su Padre Pino Puglisi

D’Avenia, studente nel liceo dove Padre Puglisi insegnava, ha raccolto la sfida che la vita gli aveva lanciato: raccontare quegli anni terribili con gli occhi vergini di un giovane ragazzo. Il ritratto di una città contraddittoria e meravigliosa, di luce e lutto, di una società soffocata dall’omertà ma capace di impareggiabili testimonianze di coraggio.

Imperia: giovedì Alessandro D'Avenia presenterà un libro su Padre Pino Puglisi

Giovedì, alle 18, presso l'auditorium della Camera di Commercio di Imperia, Alessandro D'Avenia presenta il suo nuovo libro 'Ciò che inferno non è' (Mondadori).

"Mi ricordo ancora la prima ora con don Pino. - racconta D'Avenia - Si era presentato con una scatola di cartone. L’aveva messa al centro dell’aula e aveva chiesto che cosa ci fosse dentro. Nessuno aveva azzeccato la risposta. Poi lui stesso era saltato sulla scatola e l’aveva sfondata. 'Non c’è niente. Ci sono io. Che sono un rompiscatole'. Ed era vero. Uno che rompe le scatole in cui ti ingabbiano, le scatole dei luoghi comuni, le scatole delle parole vuote, le scatole che separano un uomo da un altro uomo simulando muri spessi come quelli di una canzone dei Pink Floyd.”  

"23 maggio 1992, la scuola sta per finire: un gruppo di liceali palermitani sta festeggiando in piscina, quando dalla tv giungono le immagini della strage di Capaci. Federico è uno di quei ragazzi. Porta il nome di un sovrano antico, e come lui ama la letteratura e la sua terra. Mesi dopo, alla fine di un nuovo anno scolastico, proprio mentre si prepara ad andare a Oxford per un mese di studio, Federico incontra “3P”, il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome intero è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l’invito ad andare a Brancaccio a dargli una mano con i bambini del centro Padre Nostro, che don Pino ha inaugurato per strapparli ai “padrini” del quartiere, parodia violenta della paternità. Quando Federico attraversa il passaggio a livello che porta a Brancaccio, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita, quella vera" - racconta l'autore.

"Quella sera tornerà a casa senza bici – gliela rubano –, con il labbro spaccato da un pugno e con la sensazione di dover ricominciare da capo: dal buio dei vicoli controllati da uomini senza scrupoli come il Cacciatore, 'U turco, Nuccio; dalle vite spesso disperate, sempre durissime, ma talora felici di Francesco, Maria, Dario, Serena e tanti altri; ma anche da Lucia, ragazza dagli occhi pieni di coraggio e limpidezza... Fino al 15 settembre 1993: il giorno del cinquantaseiesimo compleanno di padre Pino, lo stesso in cui viene ucciso. Il giorno in cui la bellezza e la speranza per Palermo restano affidate alle sue mani di ragazzo, chiamato a cercare e difendere ciò che, in mezzo all'inferno, inferno non è" - conclude.

D’Avenia, studente nel liceo dove Padre Puglisi insegnava, ha raccolto la sfida che la vita gli aveva lanciato: raccontare quegli anni terribili con gli occhi vergini di un giovane ragazzo. Il ritratto di una città contraddittoria e meravigliosa, di luce e lutto, di una società soffocata dall’omertà ma capace di impareggiabili testimonianze di coraggio.

C.S.

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