Il gruppo " Archeonervia " composto da Andrea Eremita, Bruno Calatroni, Stefano Albertieri, Paolo Ciarma e Aldo Ummarino annuncia la scoperta di un altare sacrificale legato all'antico culto delle acque.
"La figura mitica del drago si perde tra e nebbie del passato ed è parte integrante di un mito che nel Vicino e Medio Oriente viene riconosciuto come figura benefica. - Traghettato in Europa dal cristianesimo, sotto il peso di quanto è stato scritto nell'Antico Testamento ( Libro di Giacobbe) e nell'Epocalisse di S. Giovanni, il concetto del drago è stato completamente stravolto fino ad assume le vesti di Satana, simbolo dell'idolatria, di morte e incarnazione di tutti i mali dell'umanità. Nell'iconografia religiosa Medioevale, strumento molto efficace di diffusione del cristianesimo in una popolazione analfabeta, i draghi venivano rappresentati con il corpo ricoperto di squame, cresta e pretuberanze spinose, lunga coda, quattro zampe munite di artigli e una grande bocca sputa fuoco che emanava un alito pestifero munita di grandi denti" - spiegano dal gruppo.
"Nei bestiari Medioevali venivano descritti come animali immondi abitatori degli alpeggi in prossimità delle fonti e dei laghi dove si nascondevano dentro le grotte da dove uscivano per aggredire e uccidere pastori e animali. - aggiungono - Abitudini di vita dei draghi che calzavano perfettamente con il progetto della chiesa di collocarli negli alpeggi nei pressi delle sorgenti e dei laghi, luoghi di culto pagano frequentati dai pastori che per ragioni logistiche non potevano essere cristianizzati con l'erezione di un' edicola oppure con una cappella dedicata alla S. Vergine Maria. Un modo per inibire con la presenza del drago la frequentazione delle fonti e dei laghi dove credenze ancestrali collaudate, confortate dall'effetto placebo venivano attribuiti poteri curativi e fecondanti per uomini e animali".
"In Italia sono innumerevoli i luoghi dragorizzati antico retaggio della crociata intrapresa dalla chiesa nel periodo Medioevale. Si ricavano in parte dalla toponomastica e dalla agiografia dei Santi tra i quali primeggia San Giorgio santo guerriero celebrato da Jacopo da Varagine nella Leggenda Aurea per aver ucciso il drago che uccideva con il fiato pestifero le persone che passavano nei pressi dello stagno della città di Selen. - afferma Andrea Eremita - Testimonianze in Val Nervia del processo di dragorizzazione delle fonti e dei laghi attraverso leggende paurose utilizzate dal potere religioso come metodo dissuasivo sono: la sorgente Dragorigna di Monte Toraggio e Monte Testa d'Alpe, della fonte Dragunà nei presi di Ciaxge frazione di Camporosso e lungo l'alto corso del Rio Merdanzo ad Apricale, con il lago du Dragun e da Draghessa. Interessante ed unica testimonianza della presenza sul luogo di un drago con la sua compagna".
"A sancire la sacralità del due laghetti nel periodo pre cristiano è presente un altare sacrificale rovesciato con due coppelle. Tra gli anziani pastori di Apricale resta il ricordo che alla partenza e al ritorno dalla transumanza estiva, in aperta violazione dei divieti emanati dalla chiesa, per prevenire le epidemie che colpivano gli animali, era usanza mai sopita dall'usura del tempo di portare le greggi ad immergersi nelle acque del lago du Dragun e della Draghessa. - sottolinea Eremita - In ambito europeo, seppure con alcune sfumature, famoso in Scozia è il lago di Loch Ness dove nella 'agiografia della " Vita di Sancti Columbae " si narra che nel 565 il Santo fu presente al funerale di una persona uccisa da una bestia selvaggia uscita dalle acque del lago che egli scacciò recitando delle preghiere".
"Una leggenda che ha tutta l'aria di essere stata confezionata per allontanare le genti dalla frequentazione di un luogo di culto pagano delle acque molto diffuso nel Nord Europa, difficile da estirpare. Resta il fatto che a distanza di secoli, migliaia di turisti ogni anno si recano a visitare il lago nella speranza di avvistare il terribile mostro selvaggio che periodicamente rimbalza nelle cronache con avvistamenti mai certificati da prove reali ma che contribuiscono a riempire gli alberghi di turisti" - conclude.
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