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Attualità | 27 maggio 2015, 16:59

Apricale: il gruppo Archeonervia scopre un altare sacrificale legato al culto delle acque

Il gruppo " Archeonervia " composto da Andrea Eremita, Bruno Calatroni, Stefano Albertieri, Paolo Ciarma e Aldo Ummarino annuncia la scoperta di un altare sacrificale legato all'antico culto delle acque.

Apricale: il gruppo Archeonervia scopre un altare sacrificale legato al culto delle acque

Il gruppo " Archeonervia " composto da Andrea Eremita, Bruno Calatroni, Stefano Albertieri, Paolo Ciarma e Aldo Ummarino annuncia la scoperta di un altare sacrificale legato all'antico culto delle acque.

"La figura  mitica del drago si perde tra e nebbie del passato ed è parte integrante di un mito che nel Vicino e Medio Oriente viene  riconosciuto come figura benefica. -  Traghettato in Europa dal  cristianesimo, sotto il peso di quanto è stato scritto nell'Antico Testamento ( Libro di Giacobbe) e nell'Epocalisse di S. Giovanni, il concetto del drago  è stato  completamente stravolto  fino ad assume le vesti di Satana, simbolo dell'idolatria, di morte e incarnazione di tutti i mali dell'umanità. Nell'iconografia religiosa  Medioevale, strumento molto efficace di diffusione del cristianesimo in una popolazione analfabeta, i draghi venivano rappresentati con il corpo ricoperto di squame, cresta e pretuberanze spinose, lunga coda, quattro zampe  munite di artigli e una grande  bocca  sputa  fuoco che emanava un  alito pestifero munita di grandi  denti" - spiegano dal gruppo.

"Nei bestiari Medioevali venivano  descritti come  animali  immondi  abitatori degli alpeggi in prossimità delle fonti e dei laghi dove si nascondevano  dentro le grotte da dove uscivano per aggredire e uccidere  pastori e animali. - aggiungono - Abitudini di vita dei draghi  che  calzavano perfettamente con  il progetto della chiesa di collocarli  negli alpeggi nei pressi delle sorgenti e dei laghi, luoghi di culto pagano frequentati dai pastori che per ragioni logistiche non potevano essere cristianizzati con l'erezione di un' edicola  oppure con una cappella dedicata alla S. Vergine Maria. Un modo per inibire con la presenza del drago la frequentazione delle fonti  e dei laghi dove credenze ancestrali collaudate, confortate dall'effetto   placebo venivano attribuiti poteri curativi  e fecondanti per uomini e animali".

"In Italia sono innumerevoli i luoghi dragorizzati antico retaggio della crociata intrapresa dalla chiesa nel periodo Medioevale. Si ricavano in parte dalla toponomastica  e dalla agiografia dei Santi  tra i quali  primeggia San Giorgio santo guerriero celebrato da Jacopo da Varagine nella Leggenda Aurea  per aver ucciso il drago che uccideva con il fiato pestifero  le persone   che passavano  nei pressi dello  stagno della città di Selen. - afferma Andrea Eremita - Testimonianze  in Val Nervia  del   processo di dragorizzazione delle fonti e dei laghi attraverso leggende paurose  utilizzate dal potere religioso come metodo dissuasivo sono: la sorgente  Dragorigna di Monte Toraggio e Monte Testa d'Alpe, della fonte Dragunà  nei presi di Ciaxge frazione di  Camporosso e lungo l'alto corso del Rio Merdanzo ad Apricale, con il lago du Dragun e da  Draghessa. Interessante ed unica testimonianza della presenza sul luogo di un drago con la sua compagna".

"A sancire la  sacralità del due laghetti nel periodo pre cristiano è presente  un altare sacrificale rovesciato con due coppelle. Tra gli anziani pastori di Apricale resta il ricordo che alla partenza e al ritorno dalla transumanza  estiva, in aperta violazione dei divieti emanati dalla chiesa, per prevenire le epidemie  che colpivano gli animali, era  usanza mai sopita dall'usura del tempo di  portare le greggi  ad immergersi nelle acque del lago du Dragun e della Draghessa. - sottolinea Eremita - In ambito europeo, seppure con alcune sfumature, famoso in Scozia  è il lago di Loch Ness dove  nella 'agiografia della " Vita di Sancti Columbae " si narra che nel 565  il Santo fu presente al funerale di una persona uccisa da una bestia selvaggia uscita dalle acque del lago che egli scacciò recitando delle preghiere".

"Una  leggenda  che ha tutta l'aria di essere stata confezionata per allontanare le genti dalla frequentazione di un luogo di culto pagano delle acque molto diffuso nel Nord Europa, difficile da estirpare. Resta il fatto che a distanza di secoli, migliaia di  turisti ogni anno  si recano  a visitare il lago nella speranza di  avvistare il terribile  mostro selvaggio che periodicamente rimbalza nelle cronache con avvistamenti mai certificati da prove reali ma che contribuiscono a riempire gli alberghi di turisti" - conclude. 

C.S.

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