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Attualità | 24 maggio 2015, 07:11

Imperia: la terza puntata della storia di Ineja attraverso i racconti del Comitato di San Giovanni

La famiglia Terrizzano è un simbolo importante per la città e per il suo porto. Per questo motivo a loro è dedicato “Largo Terrizzano”, a Oneglia.

La tradizionale gara dei gozzi di Ineja.

La tradizionale gara dei gozzi di Ineja.

Che una famiglia abbia una certa importanza in città, lo si capisce quando si chiedono informazioni per strada su come raggiungerla: tutti la conoscono, tutti sanno dove abita e tutti sanno che a quell'ora si trova esattamente in un determinato luogo. La famiglia Terrizzano, con una tradizione navale che risale al 1850, ha fondato ad Imperia i primi cantieri nautici del Ponente, diventando una fra le più famose della Liguria. Giacomo Terrizzano, originario di Cervo, trasferitosi dapprima a Nizza, dove lavorò nel campo della nautica militare, fece ritorno nel ponente, stabilendosi a Oneglia. Qui diede il via nel 1850 alla riparazione di centinaia di imbarcazioni tra barche da pesca, velieri e motonavi.

Giacomo ebbe nove figli di cui quattro maschi, che portarono avanti la sua opera: Ambrogio, Rosolino e Francesco iniziarono a costruire ciascuno il proprio cantiere navale e Giovanni Battista, detto il Matita. I cantieri dei Fratelli Terrizzano arrivarono a impiegare più di 250 persone nelle loro costruzioni che superano le 200 imbarcazioni. La tradizione navale è giunta ai nipoti, Ambrogio e Giovanni, che hanno portato avanti la costruzione di piccoli velieri e imbarcazioni da pesca. La famiglia Terrizzano è un simbolo importante per la città e per il suo porto. Per questo motivo a loro è dedicato “Largo Terrizzano”, al porto di Oneglia. Proprio di fronte alla casa di Ambrogio Terrizzano si svolge ogni anno la tradizionale festa di San Giovanni, a cui questa famiglia, come tutte quelle di Oneglia, è fortemente legata. C'è una manifestazione che unisce questa famiglia al Comitato di San Giovanni ed è la gara dei gozzi, sfida tradizionale dei pescatori, che è stata spesso disputata in occasione della festa di giugno.

Giuseppe Amadeo è un esperto di questa gara, avendo vinto 23 regate su 24.“ Per preparare la regata, l'equipaggio, composto da 4 rematori e un timoniere, iniziava l'allenamento due mesi prima della data della gara. Le misure dei gozzi, dovevano essere tutte di 19 palmi, ma con il Comitato di San Giovanni la situazione si è regolarizzata in quanto fece costruire barche in plastica tutte uguali. Quando veniva indetta una gara, cominciavamo a fare il giro della provincia e oltre, per chiedere le barche in prestito ai pescatori. Ora i gozzi del Comitato sono andati in prestito all'Istituto Nautico Andrea Doria, dal momento che la manifestazione purtroppo non esiste più. Era molto sentita e vi partecipava tutta la provincia”.

La mia conoscenza delle regate si riduce a quella dei vogatori dei college inglesi, nelle gare tra Oxford e Cambridge, che ho visto nei film. Per questo mi è venuto in mente di chiedere a Giuseppe: “anche voi avevate l'abitudine di cantare per darvi forza nel remare?” Una risata, seguita da una smorfia: “ Chi rema non canta”. Poche parole, precise e chiare, sono solo la punta dell'iceberg dei pescatori di Oneglia, sotto i quali esiste tutto un mondo, ma solo loro decidono a chi farlo scoprire.

Stefania Orengo

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