"Premesso che è noto ai più di quanto, talvolta, in verità assai spesso, il sottoscritto non sia il massimo in fatto di raffinatezze e cordialità.
Chi mi definisce un orso, chi un cinghiale, chi un bulldog, chi un eroe, chi un coglione, chi una facciadimerparapapà, ecc, punti di vista diversi, varie sfaccettature del sentire umano. Sovente mi crogiolo nel crasso lessico da camallo e sono incline al turpiloquio: del resto non sono cresciuto fra fini cicisbei ma fra duri (ed onesti a costo della vita), boscaioli, braccianti, manovali, militari e....bracconieri. Ma non vorrei che questo mio dialogare con i Preg.mi lettori apparisse un monologo imperniato sulla mia modesta figura e vengo al dunque.
Quasi sempre mia moglie mi affida (o meglio mi ordina) il compito di fare 'la spesa grossa', giovedì scorso, dopo l'interessantissimo convegno su Alfred Nobel tenutosi nella villa omonima, dovendo fare qualche compera, mi sono recato in un supermercato. Giunto alla cassa e posta la merce sul nastro trasportatore, ho salutato la Signora cassiera, ho chiesto, per favore , di avere qualche sacchetto, ho pagato e ringraziato e mi sono avviato verso l'uscita. La Signora mi richiama indietro e mi dice testualmente: 'Lei è la prima persona da cinque o sei anni che mi chiede per favore e mi dice grazie' e mi stringe la mano. Mio Padre, le dico, è riuscito ad insegnarmi anche qualche buona maniera e la saluto.
E allora, a parte le chiacchiere colorite e le vanterie sulle 'prestazioni e dimensioni' fra maschietti, a parte l'indugiare in giasteme e scurrilità quando ci roteato i pendagli inguinali, non sarebbe bello che tutti pensassimo che chi abbiamo di fronte, anche se pagato per il suo lavoro, merita di essere ringraziato, e quando entriamo in un bar, se diciamo: 'Buongiorno, un caffè per favore', non ci costa nulla e predispone meglio chi deve servirci?
Quando sono incavolato è un altro discorso. Grazie a chi vorrà leggermi e a CarlettoNews che gentilmente ogni tanto mi ospita.
Buona Domenica. Gianni Calvi".